
Si chiude con una sconfitta per 83-64 contro la Reyer Venezia il campionato della Pallacanestro Varese. I biancorossi giocano una buona partita per 30′, rimanendo a contatto con gli orogranata e ribattendo punto su punto prima di crollare nell’ultimo periodo perso 22-9, pagando un pò di stanchezza e di fisiologica rilassatezza mentale.
Varese che soffre alla lunga la fisicità di una Venezia molto grossa in tutti i reparti, soprattutto evidente è la differenza di stazza tra gli esterni lagunari e quelli della OJM, come le prove sottotono a livello balistico di Hands, Assui, Librizzi, Mitrou-Long e Bradford stanno a testimoniare ma non solo, impressionante anche il dato dei rimbalzi, con la Reyer che ne coglie ben 43 mentre la OJM si ferma a 21.
“Inizio con il fare un grande in bocca al lupo a Venezia per i playoff – il commento in conferenza stampa di coach Kastritis -. Sono qui da tre mesi eppure è stato un tratto di stagione che ci ha forgiato in tante cose, dandoci diverse emozioni, belle e brutte ma senza dubbio ci ha fatto vivere delle settimane molto intense. Se devo essere sincero, uno degli obiettivi del nostro sport è quello di costruire un gruppo di giocatori che dia tutto e abbia un’anima di squadra ben chiara. Ci siamo riusciti e questo mi rende molto soddisfatto. Sapete meglio di me che stagione sia stata a Varese, abbiamo cambiato tanto dando però sempre il massimo dal club, ai giocatori, ai tifosi, che ci hanno sostenuto e spinto in tutto e per tutto. Il lavoro giornaliero che ha fatto il mio staff, il management societario è da sottolineare perché hanno fatto un qualcosa di eccelso per permettere ai ragazzi di lavorare nelle migliori condizioni. Ho detto tante volte un “bravo” a giocatori e management societario ma stasera voglio sottolineare il lavoro del mio staff: sono stati fantastici, supportandomi sempre, hanno fatto un grandissimo lavoro e li ringrazio tutti. In questi mesi con me hanno fatto qualcosa di straordinario, mi emoziono nel ringraziarli ma ci tenevo. Voglio fare, poi, un ringraziamento particolare a Marco Legovich che, non so ancora se è ufficiale o meno ma ci saluterà, ho capito in questi mesi che persona e che professionista è e si merita questa dedica personale”.
Alessandro Burin