Davide contro Golia” è ormai diventato un modo di dire alquanto abusato, ma che ben riflette l’impresa compiuta domenica dalla Borsanese nei confronti della Sommese: i bustocchi, ancora a secco di vittorie, hanno infatti battuto la capolista che si era presentata forte di sei vittorie in altrettante partite. Risultato che, comunque, non è certo casuale: Angerese a parte, la Borsanese ha sempre dato del filo da torcere a chiunque e i biancoazzurri hanno semplicemente confermato il proprio naturale processo di crescita.

Tre punti d’oro che permettono al gruppo di salire a quota 6, posizione che non consente però di respirare sonni tranquilli visto che la Borsanese è ancora in piena zona playout e bisognerà sudare parecchio per risalire una classifica compatta ed equilibrata. “La vittoria è la giusta ricompensa per i nostri sforzi – certifica il portiere classe ’95 Riccardo Borriero – perché già da qualche settimana si era percepito un cambio di mentalità anche negli allenamenti. Finalmente domenica siamo riusciti a raggiungere il risultato pieno, che fin qui ci era sempre sfuggito per episodi di vario genere; contro la Sommese abbiamo disputato una gran bella partita rischiando pochissimo e, anzi, sprecando un paio di ripartenze per chiuderla definitivamente”.

Le tue parole trovano riscontro anche nei risultati raccolti fin qui: Angerese a parte, siete sempre rimasti attaccati al match contro chiunque.
“Sì, il dispiacere è legato proprio a quel match perché l’abbiamo sbagliato in pieno. Da lì, però, abbiamo apportato anche qualche accorgimento a livello tattico: quest’anno il livello si è alzato parecchio e, a inizio campionato, avevamo un atteggiamento più spavaldo e improntato all’attacco. Quella sconfitta è stata propedeutica a farci sistemare due o tre cose per aver maggior equilibrio difensivo il che, unito al cambio di mentalità, ci ha portati al risultato; anche contro il Samarate si erano visti tanti passi in avanti”.

Il Girone Z è un campionato davvero impegnativo con tante squadre costruite per vincere: qual è, di conseguenza, il vostro obiettivo e quanto è difficile ritagliarsi il proprio spazio?
“Finora abbiamo incontrato più o meno la metà delle squadre e devo dire che sono rimasto colpito: ognuno ha la sua peculiarità, c’è la squadra più fisica, c’è una San Marco che non ha ancora preso gol, c’è chi ha un attacco fenomenale, ma tutte sono ugualmente temibili e ogni domenica è una guerra. Fin qui l’Angerese mi ha fatto l’impressione migliore, posto che è stata una partita completamente sbagliata da parte nostra, e hanno anche un allenatore fuori categoria. Detto questo va aggiunto anche un altro particolare: quest’anno le retrocessioni sono tre, non più due, il che aumenta il livello di difficoltà. Bisogna restare concentrati fino alla fine per evitare passi falsi: abbiamo dimostrato di poter fare bene contro chiunque, dobbiamo ripeterci”.

Domenica prossima derby con l’Ardor: aspettative?
“Affronteremo una bella squadra: in Coppa abbiamo pareggiato 1-1, ma le occasioni per vincere non sono mancate da entrambe le parti. Giocheremo su un campo difficile, piccolo e stretto, e la sfida sarà ancor più accesa portandosi dietro il valore del derby: il loro campo è a due passi dal nostro, su un’altra traversa di Viale Boccaccio, per cui è particolarmente sentito. In generale, per chi è di Busto, queste partite hanno un significato intrinseco difficile da spiegare: affronti gente che ti conosce, amici che giocano con la maglia avversaria, e l’orgoglio personale ti fa dare quel qualcosa in più. Da portiere, ad esempio, conosco bene Pomatto dell’Ardor: non so se giocherà lui, ma sarà in qualche modo un’ulteriore sfida nella sfida”.

Sei di Borsano ma, di fatto, questa è la tua prima stagione in Prima Squadra: cosa ti ha convinto a “tornare a casa”?
“Dopo aver fatto la trafila giovanile fino ai 14 anni, ho imboccato la mia strada salendo di categoria e arrivando fino in Promozione lo scorso anno. Essendo però nel girone di Pavia, logisticamente parlando, era un impegno non da poco e, anche per motivi lavorativi, ho deciso di riavvicinarmi a casa. Avevo altre offerte, ma la Borsanese era l’opzione migliore: da qualche anno la società ha avviato un bel progetto che, ne sono certo, porterà i suoi frutti. Il Settore Giovanile sta crescendo, la dirigenza è sempre più strutturata e c’è una linea precisa da seguire. Il mix tra questo ritrovato appeal da parte della società e la necessità di riavvicinarmi a casa hanno fatto sì che io tornassi alla Borsanese”.

Porti con te un background comunque importante da categorie superiori: cosa ti senti di poter dare?
“Mi sono ritrovato in un ambiente molto giovane e io, da classe ’95, mi sento uno dei vecchietti (ride, ndr). Sicuramente in una squadra del genere la mentalità fa la differenza: io sono forse più abituato di altri a portare pazienza anche in assenza di risultati e, così come il capitano, ho cercato di tenere la squadra sul pezzo. Il risultato di domenica ne è la dimostrazione: abbiamo passato più di qualche domenica a non raccogliere quanto avremmo meritato, ma alla fine è arrivata quella che è stata definita un’autentica impresa visto che siamo stati noi a fermare una Sommese apparentemente imbattibile”.

Qual è l’obiettivo da qui a Natale?
“Ricollegandomi a quanto detto fin qui, il margine per migliorare c’è; la squadra è in crescita sotto tutti i punti di vista ma, così come noi stiamo alzando il livello, anche le altre lo faranno. Classifica alla mano, da qui a Natale affronteremo avversari più alla nostra portata, fermo restando che non dobbiamo farci intimorire da chi sta più in alto, e la sfida alla Sommese ne è una prova. Ricordiamoci che, ad oggi, siamo ancora in zona retrocessione: dovremo essere bravi a concretizzare ogni occasione, far punti negli scontri diretti e arrivare nelle condizioni più tranquille possibili alla sosta. Dal mercato invernale, poi, cambia tutto: ho visto squadre distruggersi, ma c’è anche chi cambia radicalmente volto e chi invece si fortifica ancor di più. Il girone di ritorno è sempre un campionato a parte. Noi dovremo lavorare su noi stessi, toglierci quante più soddisfazioni possibili e accumulare punti per uscire dalla zona playout”.

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