“Non temiamo nessuno”. Le ha ripetute più volte queste tre parole Alex Incarbone, attaccante classe 2002 del Laveno, nel corso dell’intervista, e mai per spocchia, ma solo per consapevolezza. Conscio della forza del gruppo, delle qualità dei suoi compagni, di un mister che è un martello e ti carica a mille, ma conscio anche della sua voglia di riscatto dopo un’annata così così.
“Ho scelto Laveno, scendendo di una categoria, perché voglio tornare in luce dopo un’annata opaca, non è andata come pensavo a Luino dopo un anno in cui abbiamo straordinariamente vinto la Coppa Lombardia, quel gruppo, quella finale, quel gol, non lo dimenticherò mai, ma era giusto ora cambiare aria e darmi una nuova chance”.

E perché proprio Laveno?
“È anche una zona comoda geograficamente parlando, ma chiaramente ho scelto questa piazza per le ambizioni e per il gruppo. Conoscevo già buona parte dei ragazzi, oltre che la dirigenza con cui avevo avuto a che fare a Gavirate, e sono amici soprattutto, ma poi anche giocatori forti. Io non voglio solo fare bene, ma voglio fare bene con loro che è diverso”.

6 punti in 3 partite, soddisfatto di questo avvio di campionato?
“Abbastanza ma potevamo fare di meglio e possiamo fare di meglio. Sono contento e non dobbiamo dimenticarci che questa squadra è una neopromossa: la nostra ambizione è stare in alto, sappiamo quali sono i nostri mezzi, e devo dire che siamo migliorati domenica dopo domenica. La Coppa ci ha aiutato anche a mettere minuti nelle gambe e far vedere meglio ciò che ci chiede il mister, ci stiamo ambientando al suo gioco gioco, ma lo ripeto non possiamo assolutamente accontentarci”.

Hai citato l’allenatore, come ti trovi con mister Iori? Dove ti schiera?
“Non avevo mai avuto a che fare direttamente con lui: ha un carattere forte, parla tanto ma ti dice le cose per il tuo bene, si vede che ama il calcio e che ci mette tantissima passione. Ha una conoscenza molto approfondita, guarda un sacco di partite, e nei pre-gara fa discorsi che davvero ti caricano tantissimo, ti spingono a ribaltare il campo, personalmente è molto stimolante. Mi fa giocare esterno, come piace a me, destra o sinistra cambia poco, basta giocare”.

Cosa pensi, invece, di questo campionato? Che idea ti sei fatto?
“Come tutti mi aspettavo il solito girone varesotto, magari con qualche milanese, invece hanno mischiato le carte e ci troviamo di fronte a squadre che talvolta non conosciamo nemmeno. In generale credo sia un campionato senza formazioni materasso, puoi vincere e perdere con chiunque perché ogni formazione ha le sue carte da giocarsi. Sta molto a come entri in campo, all’approccio, devi sempre essere super concentrato; noi comunque non temiamo nessuno”.

Fino ad ora oltre San Michele avete incontrato Itala e Aurora Montano Lucino, impressioni su queste due comasche?
“Entrambe fastidiose. Sull’Aurora i miei compagni mi avevano avvisato visto che loro li avevano già affrontati ai playoff, ma anche l’Itala è una buonissima squadra: quella è stata anche una gara un po’ rocambolesca”.

Hai accennato ai tuoi compagni di squadra, come ti trovi con il resto del reparto? C’è qualche giocatore che ti ha stupito?
“Siamo attaccanti tutti diversi, ma ci troviamo bene, c’è una bella coesione, dobbiamo ancora amalgamarci al meglio per fare ciò che richiede il mister, ci stiamo lavorando. Chi mi ha stupito più di tutti, però, è Golisciano: lui è il calcio, anche domenica mi ha fatto un assist perfetto, mi trovo molto bene con lui sia dentro sia fuori dal campo, è incredibile perché fa le cose a 2 km/h eppure non gliela togli mai, posso dire che solo a Lercara ho visto un mancino così”.

Da attaccante, ti sbilanci sui tuoi obiettivi?
“Da attaccante sono scaramantico, quindi mi viene un po’ difficile… però qualcosa dico e sarà pure la solita frase fatta ma prima viene sempre il bene della squadra. Vorrei giocarmi i playoff con il Laveno, quanto a me spero di aiutare il gruppo con più gol possibili: la doppia cifra resta il mio obiettivo”.

Che squadra tifi? Hai un idolo?
“Amo il calcio ma non tifo nessuna squadra, il mio cuore non lo do a nessuno, però un idolo ce l’ho ed è Neymar. Quando ero più piccolo, invece, guardavo spesso Ronaldinho: in generale amo i brasiliani e il loro modo di giocare, ti fanno divertire. Ah dimenticavo…mi piace anche Garrincha (ride ndr)”.

Qui c’è qualcosa sotto…
“Me lo ha citato il mister in uno dei suoi mille discorsi dicendo qualcosa tipo “non ci sono più i giocatori come Garrincha”. Io lo conoscevo perché avevo visto il film su Pelè, ormai non posso non citarlo”.

Domenica c’è il Cantello Belfortese, che gara ti aspetti?
“Loro saranno su di giri perché hanno battuto la Valceresio, forse una delle più attrezzate quest’anno, ma anche noi arriviamo da una bella vittoria. E poi, l’ho detto prima, non possiamo sbagliare l’atteggiamento: con loro ho sempre segnato ma mai in casa loro, vediamo che succede”.

Mariella Lamonica

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