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Le anticipazioni sulla legge di bilancio 2025 del Governo Meloni sta già molto facendo discutere, ironicamente c’è chi parla di “azzardo di Stato”, visto che la manovra dimostra che lo Stato continua a trattare il gioco d’azzardo come un affare redditizio, con politiche che privilegiano le entrate fiscali rispetto alla prevenzione e alla cura della dipendenza, nonostante i danni sociali documentati specialmente lì dove le regole anti-ludopatia non vengono rispettate e quando si parla di gioco d’azzardo “nero”. La Legge di Bilancio 2025 conferma questa tendenza anomala, sollevando critiche da esperti e associazioni che lottano contro la ludopatia e puntano a favorire le aziende ufficiali e sicure che propongono il gioco sì, ma con tutti i controlli e le sicurezze del caso.
Tagli alla prevenzione e un nuovo osservatorio “diluito”
Una delle misure più controverse della nuova manovra è l’abolizione dell’Osservatorio sul gioco d’azzardo, sostituito da un fondo che accorpa diverse dipendenze, tra cui droga, alcol e internet. Secondo le associazioni, questo rischia di ridurre la specificità degli interventi contro la ludopatia, già carenti.
Non solo: viene anche soppresso il fondo da 50 milioni di euro per la prevenzione del gioco patologico, istituito nel 2015. Il nuovo Fondo per le Dipendenze Patologiche avrà una dotazione di 94 milioni annui, ma solo il 34,25% sarà destinato ai piani regionali per la ludopatia, con un taglio netto di quasi 20 milioni rispetto ai fondi precedenti.
Le conseguenze rischiano di essere disastrose, soprattutto nelle regioni più colpite, che sono normalmente quelle dove il gioco è spesso clandestino. In Calabria, il coordinamento della campagna Mettiamoci in gioco e le Fondazioni Antiusura denunciano che il taglio comprometterà gravemente i progetti di prevenzione e cura già in corso. “La situazione è allarmante”, avvertono i portavoce. “Senza fondi, migliaia di persone rischiano di rimanere senza supporto.”
Le porte dell’ “illegale” sono sempre aperte, un pericolo
Pericoloso è il fatto che chi soffre di ludopatia non ha spesso la lucidità di distinguere fra l’azzardo legale e illegale: molti giocatori finiscono nel circuito dell’illegale. E in questi ambienti non c’è davvero controllo, non ci sono limiti e la situazione può diventare pericolosa sotto diversi punti di vista. Accanto alla guerra contro il gioco illegale, va sicuramente portato avanti con maggior vigore il rafforzamento dei servizi di cura, la loro promozione e un accoglimento di maggiore qualità.
In Italia esistono 163 centri pubblici per la dipendenza da gioco, ma solo 1 giocatore patologico su 10 si rivolge ai servizi sanitari. Spesso per paura di essere stigmatizzato o per scarsa consapevolezza sulle cure disponibili. Manca la sensibilizzazione verso i giocatori e nella società in generale e che fa sentire questi soggetti problematici soli contro il mondo.
Forse il problema è che ancora oggi, anche di fronte ai dati che parlano chiaro, l’italiano medio sottovaluta questo genere di problema e dipendenza, stigmatizzando il ludopatico anziché puntare ad aiutarlo o preoccupandosi per lui. Rispetto al gioco “live” risultano sicuramente più sicuri i casinò online, dove l’utente viene regolato automaticamente dal sistema sia come limite di spesa, sia, in alcuni casi, come durata del gioco. È positivo, di conseguenza, l’incremento dei numeri del gioco online in Italia e in Europa rispetto al gioco presso sale da gioco fisiche.
L’unica nota positiva è l’intenzione di proseguire e potenziare l’attenzione dedicata alla prevenzione nelle scuole, con un aumento degli istituti coinvolti per il 2025. Come funziona? Vengono organizzati laboratori e sessioni formative per studenti e insegnanti, diffuso materiale informativo mirato e rafforzata la collaborazione tra scuola e famiglie per contrastare il gioco d’azzardo patologico in tenera età.