
Il cambiamento efficace è quello compiuto a piccoli passi. Roba che va benissimo nelle filosofie orientali. Decisamente meno se l’obiettivo è la salvezza (perché sarebbe quello, giusto?) e un pareggino dietetico come quello di ieri sera con il Lumezzane (1-1 in rimonta subita), serve giusto a non saltare il pasto. La Pro Patria resta in rottura prolungata. A dispetto del gol ritrovato dopo 332’, della quinta rete stagionale di Mastroianni e di 90’ in cui pur avendo giocato peggio (forse, molto peggio), dell’avversario, le occasioni migliori sono state create proprio dai biancoblu. Così, tanto per dare la dimensione dell’identità di squadra.
Panchina di Leandro Greco a rischio? Ovvio. Come i soldati (o le foglie autunnali), di Ungaretti. Ma non è detto che salti. Anzi, nell’immediato non sono attesi ribaltoni. Almeno a dar retta alle sensazioni e alle recenti abitudini della casa. Domenica 16 trasfertona a Lecco (ore 17.30, stadio “Rigamonti- Ceppi”). Non certo il posto migliore per giocarsi il futuro tecnico.
Io penso positivo perché son vivo
Premessa. Greco è persona perbene (facendo finta di non aver sentito il moccolo berciato ieri per il cambio abortito di Citterio), preparata e con responsabilità parziali rispetto alla pessima contingenza tigrotta. Probabilmente, la colpa principale (comunque non ascrivibile a lui), è quella di non essere il profilo ideale per una salvezza da lacrime e sangue come quella biancoblu. Detto questo, sulla profondità di narrazione post partita, c’è forse un filino da lavorare. Questo l’ipse dixit del dopo Lumezzane: “Dobbiamo maturare. E’ un peccato. Partita giocata tecnicamente non benissimo ma la classifica pesa. Lo sappiamo, lo si vede da tante cose. I ragazzi sono stati bravi a rimanere dentro alla gara. Dispiace perché le partite si vincono anche in maniera sporca. Abbiamo delle difficoltà da superare, dobbiamo saperci convivere. Questa squadra raggiungerà comunque l’obiettivo. Ne sono straconvinto. Una convinzione profonda. Io sono ottimista e vedo anche delle cose positive”. Crederci è il primo (piccolo) passo. Peccato manchino i seguenti.
Ferri del mestiere
Nel giro di qualche minuto, il Capitano Davide Ferri esprime concetti prossimi a quelli già illustrati il 24 agosto dopo la sconfitta con la Pro Vercelli. Per dire che sono passate 13 giornate (o 76 giorni), ma la Pro Patria è sempre quella: “Queste sono partite sporche da vivere sugli episodi. Una volta che sei riuscito a portarla a tuo favore, devi farla morire così. E’ ovvio che non ci sia la fiducia dei momenti migliori. Ma questo è il calcio e in qualche modo bisogna uscirne”. Possibilmente, avendo però una direzione.
Giovanni Castiglioni
(Interviste a cura Comunicazione Aurora Pro Patria 1919)
(foto Filippo Kultgeneration D’Angelo)























