Il nome di Luca Sinopoli nel mondo del calcio dilettantistico provinciale assume i connotati di “istituzione” semplicemente guardando al suo strepitoso palmares: esperienze dalla Serie D alla Seconda Categoria, gol a raffica, carisma, campionati vinti ed esperienza senza paragoni. Qualità che il centravanti classe ’88 è pronto a mettere a disposizione della Cuassese. Solo un anno fa la scelta di ritirarsi, oggi il suo ritorno è stato tanto improvviso quanto atteso e il primo a scalpitare per tornare in campo è proprio lui

“Avevo lasciato il calcio semplicemente per motivazioni lavorative perché gli orari che avevo erano inconciliabili con un impegno del genere – esordisce Sinopoli –, ma non ho mai perso la passione: ho giocato a 7, mi sono tenuto in forma e mi sento davvero bene. Avevo troppa voglia di tornare e nel momento in cui si è concretizzata l’opportunità non ho esitato: quest’anno mi è mancato l’odore del campo, respirare l’adrenalina delle partite e vivere lo spogliatoio in settimana”.

Perché la Cuassese?
“Perché è una società che conosco bene avendola affrontata tante volte da avversario e che ho sempre rispettato tantissimo. Il rapporto con il presidente Thomas Pedoja è ottimo: da qualche anno mi faceva il filo (ride, ndr) e, dopo una prima chiamata, questa volta è nata una trattativa veloce che ha portato alla firma. Non vedo l’ora di poter iniziare”.

Eri presente alla festa dei 60 anni della Cuassese: qual è stata la tua primissima impressione?
“Super positiva. Di fatto l’altra sera ho solo avuto conferma di quello che era già stato l’ottimo impatto del primo incontro. Io e il presidente ci eravamo incontrati proprio al Morini e avevamo chiacchierato per un’oretta, occasione in cui mi aveva presentato il progetto ribadendo la volontà, a maggior ragione dopo un’ottima annata con tanti ragazzi giovani in crescita, di compiere uno step in più anche per festeggiare il compleanno biancorosso. La Cuassese è un ambiente valido, fatto da persone serie e non ho davvero avuto dubbi nel venire qui perché c’è tutto ciò di cui avevo bisogno”.

Oltre al tuo contributo in campo la dirigenza si aspetta inevitabilmente che tu abbia un determinato impatto a livello di spogliatoio.
“Ne sono consapevole e sono prontissimo a svolgere questo ruolo insieme ad un certo Davide Brancato. Non nascondo che Branca abbia influenzato parecchio la mia scelta, anzi mi ha proprio rotto i… (ride, ndr): siamo coetanei, ci conosciamo da secoli, abbiamo giocato e vinto insieme e la sua presenza, oltre alle sue parole nel descrivermi la Cuassese, hanno avuto un peso specifico non indifferente. Io posso dire una cosa: prima di essere un giocatore mi considero un uomo che ha sempre dato tanto a livello mentale/caratteriale in ogni spogliatoio che ha vissuto. Arrivo in una squadra giovane e, per certi versi, sarò l’ultimo arrivato, ma credo di avere la personalità per trascinare il gruppo insieme ai più stagionati. La parola gruppo non è casuale: senza quello non si vince. Tutti i campionati vinti sono arrivati proprio grazie alla coesione dello spogliatoio: il singolo viene sempre dopo il gruppo che è determinante nell’esaltare le qualità individuali dei giocatori. So di entrare in uno spogliatoio sano e cercherò di farmi voler bene da tutti per poi dare una mano a livello di carisma e aiutare la squadra a centrare l’obiettivo”.

Hai nominato Brancato, non può mancare la domanda più difficile. Punizioni e rigori: chi li batte?
“È la prima cosa di cui abbiamo parlato (ride, ndr): dopo vari ricatti e contro-ricatti siamo arrivati alla decisione che io batterò i rigori e lui le punizioni, tanto con il piede che ha… per lui è come se fossero rigori”.

Ancora presto per dare una risposta precisa, ma che campionato ti aspetti?
“Ormai questo campionato lo conosco bene: ogni anno ci sono le favorite, e mettiamo Valcuviana e Buguggiate, ma non mancano le sorprese, le delusioni e le squadre davvero solide che stanno sempre lì. Ci sarà da battagliare. La Cuassese? Non ci nascondiamo: vogliamo fare un campionato di vertice e sono sicuro che questo gruppo ha tutte le carte in regola per stare nelle prime posizioni. Prima ho citato Branca, ma non voglio dimenticarmi dei vari Spoti, Cialona o Luca Gelli, che sarà il vice, con cui ho vinto il campionato al CerBis; a loro si aggiungono tutti i ragazzi che ben conosco avendoli affrontati da avversario e che avrò ora il piacere di avere come compagni di squadra. Ripeto: entrerò in punta di piedi in un contesto nuovo che però mi ha già accolto alla grande”.

Sei dispiaciuto nel non poter giocare il derby?
“Porto Ceresio è una piazza a cui sono legatissimo, anche perché lì ho vissuto le mie due migliori stagioni a livello realizzativo con l’ultima coronata dalla promozione in Prima Categoria. Mi sarebbe piaciuto poter affrontare il CerBis e mi spiace terribilmente per la loro retrocessione: mi auguro possano risalire il più in fretta possibile e sono certo che così sarà perché hanno avviato un gran bel progetto con il mio amico Andrea Bottarelli come mister. Detto questo, se loro dovessero vincere il campionato in Terza, mi auguro comunque di non giocare il derby l’anno prossimo…”.

Matteo Carraro

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