
La sfida di sabato sera a Caldaro segnerà per certi versi un punto di svolta nella stagione dei Mastini: il match contro i Lucci campioni in carica darà infatti il via alla fase clou della regular season, un cammino intenso di 9 match in un mese che poterà Varese ad affrontare tutte le big del campionato andando così a delineare parzialmente le posizioni finali (con relativo disegno delle Final Four di Coppa Italia e delle graduatorie per Master Round, Qualification Round e playoff).
Tempo al tempo, perché è inutile guardare troppo avanti e un pragmatico del calibro di Massimo Da Rin preferisce concentrarsi sul momento presente. “L’obiettivo primario era creare il gruppo – dichiara infatti il coach giallonero – e ricreare quell’entusiasmo che sembrava esser venuto meno. L’abbiamo fatto, e ci stiamo ancora lavorando; poi ovvio che andremo a crescere anche dal punto di vista tecnico, dato che le prime giornate ci hanno indicato cosa funzionava e cosa no”.
Innesti mirati come quelli di Re, Xamin e Terzago sposano questa linea.
“Assolutamente sì. Il mio vantaggio è che li conosco praticamente tutti. Penso a Marcello Borghi o a Vanetti che ho avuto per anni al Milano: ovviamente non parliamo più di ragazzini, ma il rapporto cementato in passato è rimasto ed è un vantaggio perché so di cosa questa squadra ha bisogno. Vanetti, ad esempio, pur essendo infortunato resta un elemento imprescindibile. Re era fermo da un paio d’anni ma, sapendo il suo valore umano e sportivo, sono stato ben contento di riportarlo qui. Su Terzago non ho mai avuto mezzo dubbio, ma ho spinto anche per avere Xamin: sono certo che nei momenti clou della stagione risulterà un valore aggiunto”.
A loro si è aggiunto anche un certo Edoardo Raimondi nello staff.
“Ciò che mancava, anche nella mia esperienza precedente qui a Varese, era uno staff completo. Avere Raimondi e un preparatore dei portieri del calibro di Davide Bertin fa la differenza; lo stesso Vanetti mi sta dando una grossa mano. Puntare sulla parte tecnica è fondamentale per conseguire obiettivi e la società non ha esitato a compiere un passo in tal senso: uno staff più ampio ti consente di lavorare al meglio sui dettagli”.
In un contesto del genere qual è l’apporto che possono dare i più giovani?
“In squadra abbiamo elementi qualitativi e futuribili che sicuramente troveranno spazio perché il nostro percorso sui giovani è orientato proprio a quello. Penso a un Filippo Matonti, che rivedrete presto titolare in alcune partite, ma anche a tutti gli altri. Peterson, ad esempio, deve migliorare molto perché se tra l’ALPS e l’IHL ci sono due gradini, tra noi e l’IHL Division I ce ne sono dieci; parliamo però di un ragazzo serio e preparato che sono certo arriverà al livello che mi aspetto da lui. Spiace aver perso Allevato: capisco la sua voglia di andare a giocare, ma lui è un giocatore di lavoro che avrebbe trovato il suo spazio”.
Da un punto di vista prettamente numerico, guardando anche al prosieguo della stagione e alle fasi clou, ci potrebbe essere spazio per qualche innesto?
“Malfatti è un ds maestro in questo: se ci sarà la possibilità di prendere uno bravo lo farà. Per il resto, a meno che non servano elementi per coprire carenze numeriche, e non è il nostro caso, meglio star fermi perché altrimenti si rischia solo di far peggio. Avremo qualche ragazzo dal Pinerolo in prova: magari qualcuno riuscirà a ritagliarsi spazio”.
Come anticipato all’inizio, questo è ancora un periodo di assestamento. L’identità dei Mastini è definita, quali sono i margini di miglioramento?
“Abbiamo un grande potenziale tecnico che deve essere coltivato in diverse situazioni di gioco. Su tutte il powerplay, aspetto evidente anche solo a livello statistico, ma il processo di crescita va accompagnato in ogni fase includendo tutti gli effettivi del roster”.
Andando nello specifico, visto che i Mastini hanno l’attacco più prolifico dell’IHL, come si spiega la sterilità del powerplay giallonero?
“Il powerplay è una questione di testa. Bisogna crearsi l’opzione migliore che, nel nostro caso, è mettere il disco davanti alla porta sperando in una deviazione o in rebound. Lysenko dell’Aosta e Salo del Fassa sono maestri in questo. Noi invece giriamo troppo il disco e, senza tiri, non abbiamo né deviazioni né rebound. Stiamo lavorando per trovare le giuste posizioni e i giocatori giusti che sappiano fare le cose al momento giusto. In questo, ad esempio, avvertiamo la mancanza di Vanetti. Con il tempo, comunque, costruiremo due unità equilibrate: una più precisa e una che giochi più semplice, portando progressivamente efficacia. Sabato scorso, anche se di fatto abbiamo giocato un solo PP, si è visto un miglioramento; contro Caldaro sarà un altro test importante per crescere ulteriormente”.
Un altro paradosso è la difesa. Al netto dei pochi gol subiti, resta la sensazione che la squadra traballi un po’ troppo in determinate situazioni; in questo caso, però, il PK è di ottima fattura.
“In difesa non esistono veri e propri schemi da seguire, ma si parla di assimilazione dei sistemi di gioco e di scelte che fa il singolo giocatore. Anche da questo punto di vista stiamo aggiustando le posizioni, soprattutto degli attaccanti che in determinate situazioni sono troppo bassi. Poi c’è la questione della tattica individuale: se hai davanti un avversario forte lo devi contenere, mentre uno meno forte devi chiuderlo subito. Noi abbiamo una difesa molto fisica che sta entrando proprio ora in condizione: Bertin lo reputo tra i top in Italia, Schina e Makinen nemmeno parlarne e anche un Re, se in forma, alla balaustra ti prende e ti sposta. Questa fisicità, con il tempo e una squadra in forma, sarà una risorsa preziosa”.
Passiamo ora al lato più “superficiale” dei risultati: come si spiega il ko di Alleghe?
“Anche le squadre di NHL, e lì parliamo di fenomeni, possono prendere 8/9 gol in una partita. Quando vai sotto di parecchie reti diventa difficile recuperare e, non a caso, i portieri sono stati tra i migliori in campo. Sicuramente ci sono state delle nostre mancanze dal punto di vista del gioco, mentre loro sono stati estremamente cinici; non ho però visto tutta questa gran differenza, così come il 5-1 sul Feltre è un risultato “bugiardo”. Alleghe è stato un episodio, ma se questa situazione si ripeterà anche in altre trasferte allora potremo parlare di un problema da risolvere: io voglio una squadra compatta e forte sia in casa che fuori. Siamo solo all’inizio, i veri test inizieranno adesso”.
Tenendo lo stesso metro, che risposte hanno dato le vittorie su Bressanone e Feltre?
“Il Bressanone è arrivato a Varese in una situazione particolare e ho chiesto alla squadra di approfittare delle loro “gambe da pullman” facendo leva fin da subito su un alto ritmo. Rispetto a noi, Valpellice e Aosta, le altre squadre non sono abituate a trasferte così lunghe e anche questo aspetto ha un’influenza particolare. Il Feltre, poi, aveva parecchie assenze: con un Kadlec in campo sono sicuro che in 5vs3 ci avrebbero segnato. Ribadisco però un concetto importante: siamo solo all’inizio e tante squadre, lo stesso Feltre ma anche il Pergine, giusto per fare un nome diverso, verranno fuori. E, alla fine, i portieri saranno sempre i giocatori che influiranno di più sul risultato”.
Tra le new entry, Pisarenko e Bastille sono stati accolti con un velo di perplessità dalla piazza. Entrambi, però, dopo aver superato le difficoltà di inizio stagione stanno emergendo davvero bene conquistando i tifosi.
“Pisarenko non ha bisogno di presentazioni: il grosso dei punti persi dal Fassa l’anno scorso è arrivato senza di lui in gabbia. Parliamo di un portiere da Nazionale, una garanzia che aveva bisogno di stabilizzarsi; si è integrato bene nel gruppo e ora sta dimostrando il suo valore. E continuerà a farlo. Su Bastille il discorso è diverso. È un giocatore fortissimo, ma che si deve ancora ambientare: in Francia era abituato ad un hockey più veloce e a un campionato diverso, visto che là ci sono più stranieri e nella sua linea era abituato a giocare con elementi che parlavano la sua stessa lingua (sia a livello verbale che sportivo, ndr). Qui, probabilmente, sente più pressione, ma sono certo che le sue capacità tecniche lo porteranno a emergere. Da lui non mi aspetto tanto i gol, ma che la sua linea sia top perché un giocatore come lui ha bisogno dei compagni giusti: ad oggi quella linea viaggia su una media di tre gol a partita, direi che è un’ottima base di partenza”.
Testa al Caldaro: quali sono le aspettative per sabato sera?
“Il Caldaro è una squadra aggressiva, ma disciplinata, in cui vedo la forte impronta del suo allenatore. Virtala è li da tanti anni, ha contribuito a creare un bel gruppo composto da un forte blocco portante, stranieri di qualità e giovani che pattinano davvero tanto. Devo ancora capire bene il loro livello difensivo perché, fin qui, sotto pressione non sempre si sono disimpegnati bene: il Bressanone poteva fare cinque gol, ma alla fine ha perso 2-1 perché il Caldaro ha sfruttato con cinismo le occasioni avute. La sensazione è che, dopo l’addio anche dell’altro Virtala, non abbiano ancora trovato la giusta leadership sul ghiaccio, ma parliamo comunque di una squadra di primissimo piano. Mi auguro di vivere una sfida “stretta”, sulla falsa riga della loro sfida al Bressanone: di sicuro non dobbiamo adeguarci a loro, ma fare la nostra partita”.
Per chiudere, nel corso degli anni si è sempre parlato del pubblico di Varese come un valore aggiunto. Possiamo confermarlo?
“Quando giocavo, qui c’era un livello stellare e il Palaghiaccio era sempre pieno; ora trovo uno stadio ugualmente pieno. L’entusiasmo della piazza l’avevo già percepito nella stagione 2019/20 con le Final Four di Coppa a Merano. Negli ultimi anni si è visto cosa può dare il pubblico, ma la grande differenza riguarda la presenza, oltre agli immancabili appassionati, la presenza di tante famiglie e bambini. All’esterno si dà l’idea di un ambiente sano, bello e pulito in cui poter guardare una partita in sicurezza. E, sentendo cosa succede in giro e in altri contesti, è bellissimo”.
IHL – 7^ GIORNATA (sabato 25/10/2025)
Pergine – Alleghe (ore 18.45)
Feltre – Fassa (ore 19.30)
Caldaro – Varese (ore 19.30)
Dobbiaco – Valpellice (ore 19.30)
Aosta – Bressanone (ore 20.00)
Appiano – Fiemme (domenica ore 19.30)CLASSIFICA IHL (regular season)
1. Aosta 15
2. Varese 14
3. Caldaro 14
4. Alleghe 13
5. Appiano 12
6. Valpellice 9
7. Fassa 8
8. Feltre 7
9. Pergine 7
10. Bressanone 4
11. Fiemme 3
12. Dobbiaco 2IHL – 8^ GIORNATA (sabato 30/10/2025)
Fassa – Caldaro (ore 20.00)
Bressanone – Dobbiaco (ore 20.00)
Alleghe – Feltre (ore 20.30)
Fiemme – Pergine (ore 20.30)
Varese – Appiano (ore 20.30)
Valpellice – Aosta (ore 20.30)
Matteo Carraro






















