
Quando lui parla non si può fare altro che mettersi lì in silenzio, quasi in una sorta di adorazione cestistica, ed ascoltarlo. Mai banale e sempre chiaro e diretto al punto, Dino Meneghin oggi ci ha concesso l’onore di un’intervista sui temi dell’attualità più stretta: dalla vittoria dello Scudetto della Virtus Bologna al progetto NBA Europe, passando per Varese, Milano ed Eurobasket 2025. Non ci fermiamo qui però, perché tra qualche settimana inizieremo un viaggio speciale negli 80 anni della Pallacanestro Varese, che si festeggiano il 1 agosto ed anche il grande Dino sarà un protagonista del nostro speciale, così come lo è stato in campo.
Meneghin, si è concluso ieri il campionato 2024/2025 con la vittoria dello Scudetto da parte della Virtus Bologna, cosa ne pensa?
“E’ una vittoria che ci sta. Bologna ha dimostrato, soprattutto nella seconda parte di campionato e dall’arrivo di coach Ivanovic, di essere una squadra molto quadrata. Non è arrivata prima in classifica in regular season per caso ma perché ha giocato molto bene e meglio delle altre. Nei playoff ha battuto Venezia prima, Milano poi ed infine Brescia con un secco 3-0 giocando alla grande sia in difesa che in attacco grazie a giocatori straordinari, Shengelia su tutti. Complimenti anche a Brescia che ha fatto un campionato straordinario, con un grande allenatore e giocatori ed una società forte e quadrata. Alla fine ha pagato la panchina lunga della Virtus rispetto alla Germani. La speranza è che Brescia possa continuare su questa strada senza cambiare tanto: se posso dare un consiglio alla Germani è proprio questo, non cambiare molto di questo gruppo”.
Rimanendo su Brescia, l’ha sorpresa un Poeta così pronto al primo anno da capo allenatore?
“Sì, onestamente sì. Conosco Poeta da diversi anni da quando era in Nazionale, l’ho visto assistente di Messina a Milano e di Pozzecco in azzurro e non pensavo potesse arrivare già a questo livello in così breve tempo. Se l’è meritato ed i risultati gli hanno dato ragione”.
Bologna che per vincere il suo diciassettesimo scudetto, ha eliminato Milano in semifinale. Qual è il suo pensiero sulla stagione dell’Olimpia?
“Una stagione disastrata, cominciata subito con tanti infortuni. Messina fin da subito ha dovuto rincorrere la formazione migliore con una squadra impegnata in campionato ed Eurolega e questo l’ha penalizzata fortemente, così come i tanti cambi nel roster. Quando avviene così si fa fatica a trovare chimica e coesione tra i giocatori. Penso che senza infortuni, come però hanno avuto un pò tutte le squadre, forse avremmo visto un’Olimpia diversa. Nella semifinale con Bologna ha buttato via Gara1 nel finale sbagliando due liberi e subendo il canestro clamoroso di Shengelia; Gara 2 l’ha vinta alla stragrande e questo secondo me li ha fatti sentire troppi sicuri, facendogli pensare che Bologna fosse più debole di loro, invece le V Nere hanno mostrato fame, solidità e fisicità”.
Passando a quella che è stata la stagione della Pallacanestro Varese e più in generale di quello che è il progetto Scola ormai al suo terzo anno, che idea si è fatto?
“Non conosco nei dettagli il progetto Scola ma mi sembra uno che voglia fare piccoli passi per crescere in maniera graduale. Varese come tante altre squadre ha la difficoltà di trovare soldi da spendere sul mercato, è sempre più complicato reperire risorse vista la situazione economica in Italia. Bisogna avere pazienza, spesso questi progetti nascono piano e poi hanno uno sviluppo nel tempo che parte dalla costruzione di una società forte che possa poi riflettersi in una squadra vincente sul campo. La sfida poi è mantenersi a quei livelli e se la politica è quella dei piccoli passi io sto con Scola, anche perché non penso sia così fesso da investire tanti soldi in un progetto in cui non crede. Ci vuole pazienza e fiducia, anche da parte del pubblico che anche quest’anno è stato straordinario, qualche altra azienda e socio che possa entrare e aumentare la capacità economica della società e poi il lavoro: come diceva il grande Nikolic: “quando si entra in palestra l’orologio lo si lascia fuori”, nel senso che non si sta a guardare quanto tempo ci si allena e questo è fondamentale poi per ottenere grandi risultati”.
Tra qualche settimana inizierà Eurobasket 2025, come vede la Nazionale e cosa ne pensa del percorso di Pozzecco come CT finora?
“Poz anche lui, come Poeta, mi ha sorpreso. Non pensavo potesse essere un grande allenatore. Lui la pallacanestro la conosce, riesce a trasmettere ai giocatori quella sua esuberanza che li fa poi performare spesso oltre i loro limiti, deve solo cercare di limitare un pò il suo entusiasmo, soprattutto con gli arbitri, per non andare oltre certi paletti. In questo momento penso che sia l’allenatore giusto per questo gruppo di giocatori in Nazionale. Abbiamo una squadra forte che può fare cose ottime, bisogna avere fiducia in loro e sostenerli”.
Si sta parlando da tempo del progetto NBA Europe, anche se ancora tanto va definito di quest’idea che potrebbe cambiare il basket a livello mondiale. Lei cosa ne pensa?
“Il progetto può essere affascinante però anche pericoloso perché ammazzerebbe tutte le coppe europee che ci sono adesso, perché l’NBA europea fagociterebbe tutto. E’ un’idea affascinante ma se avverrà, sarà tra un pò di anni non nel giro di 4-5 stagioni. Bisognerà prima vincere tante perplessità: non ho capito poi come funzionerà, bisognerà capire se ci saranno due leghe atlantiche che poi si andranno ad incontrare in finale o meno, però, insomma, diciamo che questo ad oggi è Fantabasket”.
Alessandro Burin