Ora che la missione salvezza è ad un passo si può iniziare anche a guardare a quello che sarà il futuro prossimo della Pallacanestro Varese, senza voler ovviamente fare il passo più lungo della gamba ma con 3 partite di vantaggio su Scafati penultima a 4 giornate dalla fine diciamo che il grosso per la permanenza in LBA i biancorossi lo hanno fatto.

Ed allora, se si ragiona sul prossimo anno con la quasi certezza di essere protagonisti in A1 i ragionamenti non possono che andare su due elementi che sono stati una sorpresa ma che, partita dopo partita, hanno saputo diventare una solida, solidissima realtà: Matteo Librizzi ed Elisée Assui. I due prodotti del vivaio biancorosso, partiti come giovani pronti a dare il loro contributo, si sono presi la scena, seppur in maniera diversa, arrivando ad essere protagonisti indiscussi nella OJM di coach Kastritis (che in caso di salvezza ha già il contratto garantito per la prossima stagione).

Stando così le cose, dunque, è auspicabile immaginare che proprio il coach greco vorrà ripartire da questi due ragazzi italiani, varesini e di grande prospettiva ma che già nel presente hanno saputo calarsi perfettamente nella sua dimensione di basket aggressivo, difensivo ed energico. Librizzi chiaramente, tra i due, è stato quello che più ha sorpreso per l’impatto che ha saputo dare al gruppo in campo e nello spogliatoio, assumendosi i gradi di capitano in una stagione non certo facile (eufemismo, ndr) e prendendo l’eredità di un certo Nico Mannion. Qualche alto e basso, come normale che sia, ma uno sviluppo continuo e costante in entrambe le fasi di gioco: se in difesa, però, la sua capacità di portare pressione sul diretto avversario, la sua grinta, intensità e propensione al sacrificio non erano certo una novità ad inizio stagione, ciò che finora ha saputo fare in fase offensiva è stata la vera qualità che ha sparigliato le carte sul tavolo. Nessuno, infatti, nemmeno in società, si sarebbe aspettato di trovarsi un Librizzi in grado di viaggiare ad oltre 10 punti e 3 assist di media (numeri che gli son valsi la chiamata in Nazionale) ma soprattutto così determinante in tante occasioni in cui la palla scotta vedasi i 16 punti nel match con Scafati o i 20 contro Napoli di domenica.

Un patrimonio da salvaguardare e blindare prolungando il contratto che ha opzione di rinnovo per il 2026 con conseguente ritocco sostanzioso dell’ingaggio. Una mossa da fare al più presto per allontanare le sirene che già sono pervenute al buon Libro (leggasi Trapani a gennaio e Trento nelle scorse settimane). Libro che ama Varese e che ora che ne è capitano mette i biancorossi come priorità ma la mossa da parte della società serve e anche alla svelta.

Poi c’è Assui, che da nono/decimo del 5+5 di inizio stagione è diventato titolare alla prima stagione in LBA. Classe 2006 (leggete bene l’annata) già con Mandole aveva saputo stupire in quanto a capacità di reggere il campo sia a livello fisico che tecnico e poi con Kastritis è esploso definitivamente, trovandosi a meraviglia nel nuovo sistema di gioco che ne esalta le qualità fisiche in marcatura e tecniche in attacco, dove si fa trovare spesso e volentieri al posto giusto nel momento giusto. Il carattere è di quelli giusti: mai una parola fuori posto, umile ma con gli attributi che ci vogliono per un ragazzo della sua età per farsi valere contro giocatori di ben altro curriculum, ciò che più sta stupendo è la sua capacità di essere efficace a rimbalzo, grazie ad un grande senso della posizione. Per lui il discorso contrattuale è più sereno, vista la firma di un accordo quinquennale con il club di Piazzale Gramsci la scorsa estate ma è ovvio che anche su questo fronte Varese dovrà essere brava a respingere le avances che arriveranno in estate per il talento purissimo del settore giovanile biancorosso.

Due pilastri da mantenere e sui quali puntare per l’anno prossimo, che si configurano come vere e proprie pietre preziose in un mercato, quello degli italiani, sempre più caro e povero di grandi talenti.

Alessandro Burin

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