Ogni carta va giocata, ogni mossa va tentata per provare a salvare una stagione che sta andando verso la deriva più terribile che si possa immaginare. Nulla va lasciato intentato, anche a costo di andare contro a scelte forti e decise, proprio come è stata quella di accantonare il Moreyball per salvare un progetto sportivo che si stava schiantando contro un muro a tutta velocità.

Ora anche Kastritis, che pur ha ribaltato la squadra come un calzino, ha bisogno di un aiuto, perché va bene essere bravi ma i miracoli non avvengono da soli. Aiutati che Dio ti aiuta si suol dire, ovvero impegnati per risolvere un problema con le proprie forze, cercando, in questo caso di specie, una soluzione che, forse, è già in casa. Pensare, infatti, di ottenere la salvezza con Assui (pur straordinario nella sua prima stagione in Serie A) che parte in quintetto e Virginio come primo cambio di Alviti, è qualcosa di assolutamente irrazionale.

Ed allora se dal mercato non arriva il tanto sospirato rinforzo (almeno al momento in cui scriviamo) per la penuria di profili disponibili, rischiare di retrocedere con Jaron Johnson relegato fuori squadra sarebbe un peccato capitale che rischia di essere rimpianto per molto, molto tempo.

Siccome di rimpianti questa Pallacanestro Varese non ne può e non ne vuole avere, il pensiero di reintegrare Johnson, ipotesi al momento che non viene ancora presa in considerazione dalla società, diventa tarlo fisso nella testa di chi ha in mano il destino della società biancorossa. Fosse solo il fatto che reintegrarlo si giustificherebbero i soldi spesi solo qualche mese fa per riportarlo ai piedi del Sacro Monte ma questo è l’aspetto più veniale di una situazione che potrebbe dare i suoi frutti.

Johnson, infatti, a quanto ci risulta, non ha mai svolto un allenamento con coach Kastritis ed ha pagato non solo lo screzio di Pistoia ma anche una serie di atteggiamenti poco professionali legati esclusivamente, però, alla vecchia gestione tecnica. Motivi per i quali la società ha deciso di metterlo fuori squadra, al di là poi delle questioni tattiche collegate al suo ruolo di falso 4 che non sono gradite a Kastritis (ma in questo momento giocherebbe come ala piccola Nino, tenuto conto che ora il ruolo viene ricoperto impropriamente da Bradford).

Un giocatore che, al di là dei tanti alti e bassi avuti dal suo ritorno a Varese, in un contesto tattico e di squadra comunque molto confusionario, ha saputo dimostrare il suo valore in più di un’occasione, portando quella fisicità che tanto servirebbe ai biancorossi: è stato così nella vittoria con la Virtus Bologna, con l’Olimpia Milano e nell’unico successo esterno in campionato conquistato finora in quel di Sassari. Gare in cui Johnson ha saputo esprimere quella fisicità in difesa, nella lotta a rimbalzo e quell’estro in attacco che erano state le sue armi principali nell’anno degli Immarcabili.

Perché se è vero che il dato dei rimbalzi colti in questa sua seconda avventura a Varese (4.4) non è sicuramente da stropicciarsi gli occhi, è anche vero che la sua presenza in difesa e nei taglia fuori permetterebbe a Tyus e Kao di avere maggior supporto sotto i tabelloni, soprattutto quello difensivo, arginando l’emorragia di carambole subita nelle ultime due gare con Tortona e Reggio Emilia.

In attacco, poi, le qualità di Nino sono note, la capacità non solo di tirare da oltre l’arco ma di attaccare il ferro con forza e veemenza, di scardinare la difesa avversaria portando fuori tante volte il 4 avversario ed aprendo quegli spazi che ad esempio con Reggio Emilia sono mancati.

Certo, ci sarebbe da fare un passo in avanti da parte del giocatore in termini di assunzione di responsabilità per quanto accaduto finora, ci sarebbe da fare un passo anche da parte della società per un suo reintegro, ci sarebbe soprattutto da fare un bell’incontro tra Kastritis e Nino in campo, per valutare la possibilità di chiudere al meglio insieme questa stagione e poi salutarsi con buona pace di tutti.

C’è però da tentare, fin dalla gara di domenica con Treviso, al di là di come starà Gray (ancora in forte dubbio) al di là di cosa si smuoverà, se qualcosa si smuoverà, sul mercato, perché quella paura di cui parlavamo ieri non aumenti ancora, con il rischio d’inghiottire tutto quanto in un buco nero dal quale uscire sarebbe davvero, davvero complicato.

Alessandro Burin

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