Ha lasciato tutti un pò sorpresi la scelta della Pallacanestro Varese di prendere come centro titolare della prossimo stagione Nate Renfro. Un giocatore molto diverso da quel lungo solido, con grande stazza fisica e rimbalzista che nelle scorse settimane si era capito essere il vero obiettivo dei biancorossi, soprattutto dopo due annate in cui, sotto le plance, il problema del 5 è stato ricorrente ed ha richiesto sempre importanti interventi in corsa.

Eppure il mercato stranieri della società di Piazzale Gramsci era iniziato proprio in questa direzione, con la presa, sulla carta davvero ottima, di Olivier Nkamhoua: il ritorno di un 4 fisico e stazzato, bravo nel gioco in post, con chili e centimetri ed attitudine nel dare quella presenza in area per la mancanza della quale Varese ha sofferto tanto ultimamente. Sembrava così l’inizio di un’impostazione diversa di squadra sotto le plance ed era parso chiaro come dopo l’acquisto di Ladurner (negli ultimi anni in A2 con prestazioni e rendimento non certo entusiasmanti) il club biancorosso puntasse forte sulla scelta di un giocatore pronto a cui affidare la titolarità della lotta sotto le plance.

Così nasce la trattativa serrata con Upson che era arrivata all’offerta definitiva di qualche giorno fa, pareggiando quella del Paok Salonicco, che però non ha portato risultati visto che il giocatore non ha dato una risposta definitiva al club del Presidente Bulgheroni, spostatosi così su Renfro, anche perché arrivati al 20 luglio ormai. Una scelta, però, che porta con sé alcuni dubbi, primo fra tutti la stazza fisica, visto che parliamo di un centro di 203 cm per 94kg, insomma, non certo un colosso da piazzare al centro dell’area per limitare quell’emorragia di rimbalzi avuta nelle ultime stagioni.

Poi c’è il rendimento, che guardando all’ultima stagione, contrassegnata però da un brutto infortunio al ginocchio a metà anno, con Sassari è stato veramente basso: 4.2 punti e 2.7 rimbalzi in 15.8 minuti di media in LBA con una delle peggiori Dinamo degli ultimi anni, classificatasi decima a pari punti con Treviso a quota 20 punti. Numeri che preoccupano guardando soprattutto alla poca produttività del lungo nella lotta a rimbalzo, focus centrale sul quale Varese si sarebbe dovuta focalizzare per colmare quella lacuna palese espressa nelle passate stagioni. Numeri, quelli dei rimbalzi presi, che migliorano nelle annate passate: soffermandoci al rendimento avuto dal suo arrivo in Europa, vediamo come Renfro al Paok Salonicco nel 2022-2023 abbia collezionato 8 punti e 5.7 rimbalzi in 24.8 minuti di media di utilizzo, mentre l’anno successivo, al Peristeri, abbia chiuso la stagione con 7.4 punti e 5.1 rimbalzi in 19.9 minuti di media in campo.

Certo, qualcuno potrebbe dire che i numeri bassi della scorsa stagione sia dunque figli di un utilizzo limitato in termini di minutaggio ma anche qui sorge un ennesimo dubbio: una Varese a caccia di un lungo titolare a cui affidare 25/30 minuti di partita perché è andata a prendere un giocatore che in carriera ha bene o male sempre avuto in Europa una media di circa 20 minuti di utilizzo, conscia del fatto di avere in panchina come cambio un giocatore che ha ancora tutto da dover dimostrare?

La scelta è stata dettata da una richiesta diretta di coach Kastritis, che ha affrontato Renfro in Grecia e che crede nelle sue potenzialità di lungo atletico, dai piedi veloci e dalla buona propensione difensiva, nella speranza che lo sappia valorizzare al meglio, facendogli tirare fuori quell’efficacia sotto le plance che finora in carriera ha dimostrato a sprazzi. Intanto è ufficiale l’approdo di Jaylen Hands al Panionios, squadra che milita nel campionato Greco.

Alessandro Burin

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