
Giornata di riunioni e riflessioni importanti quella di oggi, lunedì 20 ottobre, in casa Pallacanestro Varese. Sembra pazzesco, eppure dolo dopo tre giornate ci si ritrova quasi allo stesso punto della passata stagione, con una squadra che per problematiche assomiglia molto a quella dell’inizio di annata passata e con la società chiamata ad intervenire per sistemare una situazione che presenta problemi strutturali evidenti e preoccupanti.
La sconfitta di Reggio Emilia, seguita a quella con Milano di 33 punti (a proposito, avete visto Sassari con Milano che partita ha fatto? Non credete dunque, a chi vi dice che perdere in quella maniera fosse una via quasi già definita a priori per Varese…) lascia in dote una squadra al momento senza quell’identità fatta di sacrificio e difesa che vorrebbe il suo allenatore, che pur questa squadra l’ha costruita, e che ora è chiamato a rivitalizzare probabilmente anche ricorrendo al mercato.
In giornata ci dovrebbe essere un incontro proprio tra il management e coach Kastritis per capire come risolvere la situazione: al centro, ovviamente, la possibilità, che vi possiamo già dare come concreta, di un passaggio subito al 6+6. Una scelta che se il club deciderà effettivamente d’intraprendere dovrebbe essere volta al cambio di playmaker, ed anche qui diciamo ovviamente dopo le prestazioni fornite finora da Moody, e all’arrivo di un esterno pronto e con tanti punti nelle mani, che possa dare quelle soluzioni a gioco rotto e quella qualità tecnica che oggi a questa squadra mancano terribilmente. Due giocatori che però, allo stesso tempo, dovrebbero eventualmente portare anche aggressività e intensità difensiva, perché con 100 punti di media subiti, non si va da nessuna parte in questa LBA. Il tutto, tenuto conto dei costi di un’operazione simile che contando anche la luxury tax, difficilmente andrebbe lontana dai 350.000/400.000 euro.
Il mercato dunque, ma non solo: perché il problema di fondo di questa Pallacanestro Varese è più profondo (scusate il gioco di parole) di quello che possa sembrare. Coach Kastritis nel post partita lo ha relegato ad un puro problema mentale ma è evidente come le problematiche siano anche e forse soprattutto di natura tecnica e tattica, oltre che di attitudine ad un gioco per il quale molti interpreti di questa squadra non sembrano per nulla portati, benché scelti sul mercato proprio dal coach greco e che ora ha il compito di portare dalla sua parte, in attesa di qualche mossa che in questo momento pare non solo una buona idea, ma un intervento necessario.
Alessandro Burin