
L’ultimatum sembra darselo direttamente Riccardo Colombo. Già proiettato alla 24^ di sabato (ore 15, stadio “Piola”) e al tempo stesso laconico su quanto fosse realmente impossibile la missione con il Vicenza: “Dalla prossima non possiamo più sbagliare. Contro il Novara sarà una finale. Oggi sapevamo che era una partita difficile”. Del genere, ci abbiamo provato (con dignità, è vero, ma anche con pari drammatica impotenza), ma ci credevamo il giusto. O il necessario per salvare la faccia. Sempre che a questo punto della stagione serva davvero a qualcosa. Ma, insomma, alla Pro Patria fare punti è come affrontare una dieta. Si comincia sempre settimana prossima. La fiducia del fagnanese paga dazio sull’analisi del match. In cui la (comprensibile) indulgenza verso la propria squadra rasenta però la bugia bianca: “Abbiamo approcciato bene, con il piglio giusto. Abbiamo preso due tiri da fuori su cui potevamo fare poco, anche se potevamo uscire prima. Abbiamo avuto delle buone occasioni. Dopo aver preso due gol potevamo sbragare. Mi tengo l’atteggiamento dei ragazzi. Vedo una squadra viva anche se i numeri non sono dalla nostra parte”.
Anema e core
Il punto di vista è tutt’altro che isolato. Anche Giacomo Beretta legge infatti la sfida con il Lane all’insegna del vorrei ma non posso: “Abbiamo fatto la partita che dovevamo fare. Poteva andare bene. Peccato che è andata male. Abbiamo messo anima e cuore. Non abbiamo niente da recriminare”. Usciamo dall’equivoco. A meno 7 dalla sestultima, con 15 gare residue e dovendo affrontare tutte in trasferta le 4 formazioni che la precedono in classifica (Triestina, Pergolettese, Pro Vercelli e Lecco), per la Pro Patria la salvezza diretta è una mera ipotesi statistica. Guardandosi magari anche alle spalle e tenendo sempre come riferimento gli 8 punti minimi di distacco dall’eventuale avversaria nei playout. Pessimismo cosmico? Tutt’altro. Perché con 4 sconfitte consecutive, vittoria latitante da 14 turni (7 punti nella striscia), 4 sole reti segnate nelle ultime 8 ed una singola vittoria nelle ultime 15 gare interne (stagione passata compresa), è davvero complicato credere ad un imminente ribaltone. Salvo non fatturare non meno di 26 punti da qui alla fine. Oggi (a quota 18), un programma piuttosto ambizioso (eufemismo). Considerato che un anno fa dopo aver girato a 19 i tigrotti alla 23^ erano già a 29 (per chiudere poi a 46).
Vieni avanti Tedino
La Clodiense cambia (il navigatissimo Bruno Tedino per Andreucci 24 ore prima della sfida con il Lumezzane) e vince (0-2). Il Caldiero (2 punti nelle ultime 11) perde con la Pro Vercelli (11 punti nelle 7 gare con il nuovo allenatore) e congeda il tecnico netturbino Cristian Soave (al suo posto Roberto Bordin). Per non dire dell’Arzignano (23 punti in 14 partite con Bianchini), che ha svoltato dai saluti a Bruno. Il tema panchina non può essere univoco (troppe le sfumature per ogni realtà). Ma neppure essere trattato come un tabù. O derubricato a referendum di spogliatoio.
Giovanni Castiglioni