
Mai dare nulla per scontato. Salvo non prendere un granchio. Quantomeno sul piano banalmente cronistico. Così, quello che lunedì sera era sembrato persino ovvio, e cioè che i soli 7 punti nelle ultime 12 giornate senza vittorie e la chiara assunzione di responsabilità del post 1-2 con la Giana (“Pensavo fosse la partita della svolta…serve un cambio di mentalità…devo riflettere per il bene della squadra”), avrebbero portato alla separazione da Riccardo Colombo, martedì si sono invece trasformati in un semplice rito di passaggio. O (per essere onesti sino in fondo), in una specie di psicodramma irrisolto. La Pro Patria resta al fagnanese. O viceversa, invertendo il transitivo. Attraverso una fiducia rinnovata dal DS Turotti nel privato dello spogliatoio ma non nel pubblico di una dichiarazione ufficiale.
Fa differenza? Probabilmente no. Viste le abitudini della casa. Ma la sensazione che lo status quo venga mantenuto più per forza che per amore rimane. Al netto della posizione della proprietà. Perché se la stima nel Direttore è fuori discussione, l’extra budget sul mercato dovrebbe essere inevitabile. Ma gli scenari futuri sul piano societario potrebbero essere più complessi di quanto immaginiamo.
Già, il punto è proprio quello. Non volendo infatti cambiare l’allenatore, appare ancor più lampante come l’organico attuale non basti ad evitare un destino che porta fatalmente ai playout di maggio. Ma (semplice percezione), dopo Barlocco ed un difensore per tamponare le assenze consolidate di Lombardoni e Travaglini, ulteriori innesti sugli esterni e in attacco potrebbero passare solo da equivalenti cessioni. Insomma, un bel rebus per il Biellese.
Intanto l’oroscopo (prima della Clodiense alla 27^), recita FeralpiSalò (domenica ore 17.30, stadio “Turina”), Vicenza, Novara, Padova e AlbinoLeffe. Vale a dire le prime 3 e 5 delle prime 9. Dopo che le 3 gare casalinghe con Pro Vercelli, Pergolettese e Giana hanno prodotto solo 2 punti sui 9 disponibili. Un deficit difficilmente rimediabile. Serve un clic. Sempre auspicato e mai realizzato. Sarà davvero questa la volta buona?
Giovanni Castiglioni