
La situazione societaria biancoblu? Volendo andare controcorrente, più che mancanza di chiarezza, forse, ce n’è addirittura troppa. Le prove? Se possono facilmente dedurre da quanto emerso dall’incontro di sabato scorso tra i vertici di via Cà Bianca ed alcuni rappresentanti della tifoseria. Un rendez-vous (pare), di maniera senza particolari novità rispetto allo stato dell’arte già conosciuto. Chi si attendeva di vedere svelata la road map del futuro tigrotto è infatti andato deluso. Perché le aspirazioni (legittime o meno), di un cambio di pagina societario si scontrano con una realtà che (ad oggi), va invece in direzione opposta. Nello specifico, governance della Pro Patria saldamente nella mani di Patrizia Testa e ruolo di Finnat Fiduciaria più assimilabile ad una partnership che ad una maggioranza in pectore. Insomma, quel 51 a 49 nella ripartizione delle quote non verrà ritoccato a breve. Lo testimoniano le parole della Presidentessa il 13 ottobre a Radio Serie A (“Quando suonerà il gong della disponibilità economica metterò fine alla mia avventura nel calcio”), ed il richiamo dell’Avvocato Rosanna Zema (rappresentante della minoranza societaria) alla possibilità di coinvolgere altri protagonisti. Con Finnat nel ruolo di collettore dei potenziali investitori nel club biancoblu.
Bassi nella manica
Già, ma Luca Bassi? Il Top Manager bustocco (il Mister X evocato dal Sindaco Antonelli nella vernice ufficiale dell’11 settembre allo “Speroni”), dispone di un profilo di spessore tale da intrigare le ambizioni della piazza. E al netto delle modalità inconsuete (leggasi sanzione FIGC per ritardo nella trasmissione di documentazione amministrativa), con cui il suo nome è stato sdoganato, rappresenterebbe un valore aggiunto per l’orizzonte sportivo e finanziario della Pro Patria. Ma (al momento), il quadro sembra essere comunque cristallizzato. Con un progetto di squadra (a partire dall’allenatore), bisognoso di condizioni favorevoli e tempo per realizzarsi. Peccato che né le une, né l’altro siano disponibili.
Tale e quale
Citarsi addosso è pratica sempre poco elegante. Ma il 12 giugno scorso dopo la conferenza stampa che aveva ufficializzato il nuovo assetto societario, avevamo chiosato:
“C’è qualcosa di nuovo oggi nella Pro Patria, anzi d’antico. Ovviamente parafrasando, quella vecchia lenza di Giovannino Pascoli non avrebbe saputo dirlo meglio. Quanto ascoltato mercoledì pomeriggio nella Sala Stampa dello “Speroni” ci riconsegna infatti un format biancoblu non così dissimile (facciamo pure identico), a quello lasciato in coda alla stagione conclusa sabato 17 maggio con la retrocessione (con l’elastico) ai playout. E cioè, una donna (non più sola) al comando, un DS cui è appaltato l’intero progetto sportivo e un socio di minoranza a tempo indeterminato”. Più chiaro di così.
Giovanni Castiglioni
























