Bastano un paio di numeri per dare la dimensione del guaio in cui si è cacciata la Pro Patria. Nelle ultime 6 stagioni di Serie C e limitandosi al format a 38 giornate di regular season, solo una volta sono stati sufficienti meno di 34 punti per andare ai playout: 2020/21 Girone B, il Ravenna (30) e il Fano (33) vengono poi battuti negli spareggi rispettivamente da Legnago (38) e Imolese (35). Diversamente, si va dai 34 punti di Seregno e Giana (Girone A 2021/22), ai 39 della Triestina nel 2022/23. Con una media nei 3 raggruppamenti che si attesta poco sopra quota 36.

Spalle al muro

Premessa statistica utile a sottolineare come ai biancoblu da qui alla fine (12 giornate) servirà fatturare ragionevolmente non meno di ulteriori 18 punti rispetto alla stessa produzione contabilizzata in 26 gare. Sempre che bastino, s’intende. Perché finisse la stagione oggi (e grazie al cielo non è così), la Pro Patria sarebbe retrocessa avendo (da penultima) 11 lunghezze di ritardo dalla quintultima Lecco (ne servono non più di 8 per rendere possibili i playout). Non solo, il Caldiero (terzultimo) è avanti 2 punti ma la Triestina (quartultima) è sopra di 5 e stasera affronta il Trento nel Monday Night. Insomma, comunque la si giri, serve un’impresa. Autentica. Clamorosa.

Oggettivamente, non nelle possibilità attuali di una squadra reduce da 7 sconfitte, senza vittorie da 17 giornate e con un solo punto messo insieme nelle ultime 8 trasferte. Al di là dell’enorme differenza di valori in campo, la squadra vista ieri a Padova (discreta nel primo tempo, arrendevole e rassegnata nel secondo), non esprime i presupposti minimi per il ribaltone necessario all’impresa di cui sopra. E se neppure il dramma vissuto dal mondo tigrotto con la tragica perdita di Raffaele Carlomagno è riuscito a fungere da extra motivazione per il gruppo, beh, allora l’analisi di Massimo Sala non può che essere impietosa: “Non voglio alibi. Siamo vicini alla famiglia di Raffaele. E’ stato un duro colpo anche per noi. Ma, ripeto, non voglio alibi. Sono molto arrabbiato per l’atteggiamento del secondo tempo. Ci è mancata la cattiveria che ha invece avuto il Padova. Nel primo tempo abbiamo retto. C’è da lavorare tanto sulla testa”. Per quello che possono contare le parole, Davide Ferri porta un contributo meno tranchant: “L’atteggiamento è stato giusto. La partita è stata preparata bene. Adesso ci aspettano solo delle finali. Con qualunque avversario”.

La prima è con la Clodiense (sabato ore 15, stadio “Speroni”). Cioè, l’unica che sta peggio dei biancoblu (anche se nelle ultime 7 ha comunque recuperato 5 punti ai bustocchi). Alternative alla vittoria non sono davvero ipotizzabili.

Giovanni Castiglioni

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