Mentre (a partire dal Pro Patria Clubs), i tifosi chiedono udienza (senza soddisfazione), ai vertici di via Cà Bianca e uno striscione a firma “1919” viene esposto fuori dallo “Speroni” per sintetizzare il mood della piazza biancoblu dopo l’agghiacciante avvio di Campionato (“Cercasi società, no perditempo!”), è passata parzialmente sotto silenzio l’intervista rilasciata lunedì da Patrizia Testa a Radio TV Serie A.

Ai microfoni della Lega la Presidentessa tigrotta ha prima messo la didascalia alla filosofia societaria (“La riforma Zola? La sposo in pieno, sarà fondamentale per il calcio italiano e raccogliere i giovani del territorio per poi portarli in prima squadra è il nostro obiettivo”), fissando poi l’attenzione sull’orizzonte personale: “Gestisco il club con passione e, quando suonerà il gong della disponibilità economica metterò fine alla mia avventura nel calcio. Non ho un’azienda da veicolare attraverso il calcio, è una situazione che limita oggettivamente“.

L’assunto può presentare varie declinazioni ma non sembra nascondere svolte a breve termine. Tanto da far pensare che quel 51 a 49 (nel senso delle quote riferite alla maggioranza della Testa e alla minoranza di Finnat Fiduciaria nella persona di Luca Bassi), possa non avere scadenza prestabilita. In difformità da quanto (erroneamente), si è sempre ipotizzato.  

Giovanni Castiglioni

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