Arrivato in punta di piedi a inizio ottobre, Matteo Lo Piccolo è già diventato un punto di riferimento del Torino Club. E non potrebbe essere altrimenti, perché il navigato centrocampista classe ‘94 è sinonimo di esperienza e qualità in campo e fuori. La squadra granata è stata costruita la scorsa estate con perspicacia, forte di una società solida, un progetto chiaro e la precisa volontà di stare in alto. Gli otto risultati utili consecutivi e una rimonta da sogno contro il Cistellum (valsa il 3-3 finale) hanno dimostrato che il gruppo può giocarsela fino in fondo, anche se qualche pareggio di troppo ha rallentato la marcia verso quella vetta che resta comunque a sole tre lunghezze di distanza.

“Sicuramente è positivo non perdere mai, ma c’è sempre un po’ di rammarico per i punti lasciati per strada perché qualche pareggio, con un pizzico di quel qualcosa in più, avrebbe potuto trasformarsi in vittoria – racconta Lo Piccolo –. La classifica resta corta e questo, paradossalmente, alimenta ancor di più un filo di amarezza, ma al tempo stesso ci fa guardare con fiducia al complicatissimo filotto di partite che ci aspetta: vogliamo e dobbiamo sfruttare ogni occasione”.

Da questi “pareggi di troppo” emerge anche il livello del campionato: che idea ti sei fatto in merito?
“È la prima volta che gioco in Seconda Categoria, ma devo riconoscere che il livello è davvero alto: molte squadre del gruppo di testa potrebbero tranquillamente fare bene anche in Prima Categoria. Certo, ci sono campi che penalizzano un po’, ma nel complesso è un campionato impegnativo e stimolante”.

Domenica contro il Cistellum avete rimontato dallo 0-3 fino al 3-3: che partita è stata?
“Il Cistellum è una squadra forte ed esperta. Noi siamo partiti malissimo, di fatto due gol ce li siamo fatti noi, ma nella ripresa siamo venuti fuori bene. La rete dell’1-3 e la successiva espulsione di un loro giocatore ci hanno dato la giusta carica e alla fine siamo riusciti a pareggiare sfiorando anche la vittoria. È stata una partita importante per capire il nostro livello”.

I big match non finiscono certo qui, calendario alla mano vi aspettano Jeraghese, Mercallo e San Marco. Tre sfide di prima fascia
“Assolutamente sì, e anche per questo motivo ribadisco che avremmo dovuto sfruttare meglio le occasioni avute nelle precedenti giornate. Resto però convinto che possiamo giocarcela con chiunque e sfrutteremo le prossime partite per dare ulteriore prova del nostro valore”.

Venendo a te, dopo una carriera in Prima Categoria, perché hai scelto di scendere di categoria e, dopo aver iniziato la stagione all’Angerese, come sei arrivato al Torino Club?
“La scelta è stata dettata soprattutto da motivi di lavoro e praticità logistica, ma di fatto mi ritrovo in una Seconda Categoria mascherata da Prima (sorride, ndr) per cui a livello sportivo non è cambiato più di tanto. Abitando ad Angera, andare all’Angerese mi è sembrata la scelta più logica. Una volta sistematomi con il lavoro, però, è emersa l’opportunità Torino Club soprattutto grazie a mister Curatolo: con lui a Tradate mi ero trovato davvero bene e, in accordo con l’Angerese, ho optato per il trasferimento”.

Che ambiente hai trovato al Torino Club?
“Ho trovato un gruppo giovane ma affiatato, con alle spalle società che vuole crescere e ha le idee chiare su come farlo. Per me è un ambiente stimolante. Cosa penso di poter dare? Sicuramente esperienza. Sono entrato in punta di piedi in uno spogliatoio già buono di suo: credo di essere tra i più vecchi, per cui devo sicuramente dare un contributo mentale e motivazionale, ma anche in campo devo fare qualcosa (ride, ndr)”.

Qual è l’obiettivo stagionale?
“L’obiettivo principale è entrare nei playoff. Vincere non è mai semplice, ma restare agganciati al gruppo di testa e giocarcela fino alla fine è assolutamente fattibile”.

Matteo Carraro

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