Questa Pallacanestro Varese può permettersi il rischio Allerik Freeman? Questo è il primo e senza dubbio più importante rebus da risolvere in casa biancorossa. Un’incertezza che l’amichevole contro Tortona di ieri, per quanto debba poi essere circoscritta visto il momento della stagione, non ha fatto altro che accentuare per via di una serie di motivi che, alla luce della dimensione attuale della squadra di coach Kastritis, diventano quanto mai importanti.

La condizione del giocatore è nota a tutti: fermo da circa 8 mesi dopo l’infortunio peggiore che possa capitare ad un giocatore, ovvero la rottura del tendine d’Achille, nel suo caso, il destro, ha riiniziato veramente a calcare un campo da basket solo due settimane fa al Campus di via Pirandello dopo tanti mesi di lavoro di recupero dalla lesione. La scelta del club di Piazzale Gramsci, una volta verificatane l’idoneità medica, è stata quella, come ci aveva spiegato il Preparatore Atletico Silvio Barnabà, di testarne subito la risposta in campo, in condizione di partita vere. Una scelta obbligata per il poco tempo a disposizione per il club di valutare l’effettiva capacità di recupero di un elemento di primaria importanza nello scacchiere tecnico-tattico della nuova OJM.

Non a caso, infatti, a questa squadra, che rispetto agli ultimi due anni dà l’idea di avere una dimensione decisamente più solida (in attesa e soprattutto in relazione all’arrivo di Nkamhoua) è evidente come manchi un vero e proprio realizzatore puro, quel giocatore in grado di scardinare gli schemi e di creare dal nulla quei break utili a cambiare le partite: insomma, quello che faceva Hands nella passata stagione.

Il tutto, ovviamente, abbinato a qualità fisiche, atletiche, di energia e intensità che sono fondamentali per il gioco che vuole mettere in campo coach Kastritis. Se dal punto di vista tecnico e delle qualità balistiche a Freeman si può dire ben poco, per un giocatore che se in condizione vale un’alta Eurocup, la sfida con Tortona ha evidenziato davvero quanto indietro sia il recupero del giocatore che, al primo vero confronto con avversari di ottimo livello, ha palesato tutti i limiti di condizione che ha in questo momento, sia a livello di difesa 1vs1 (sempre battuto sul primo passo), sia a livello di aiuti difensivi, sia per quanto concerne la capacità di spingere la transizione o banalmente di battere l’uomo e perforare la difesa avversaria.

A meno di un mese dall’inizio del campionato, sembra veramente difficile che Freeman possa raggiungere una condizione ottimale per poter essere un fattore di questa squadra, considerato poi il rischio ricaduta che dopo questi infortuni è sempre altissimo, soprattutto a livello di affaticamenti muscolari. A questo, ci si aggiunga che Varese sta già facendo a meno di un elemento principale del suo scacchiere per tutta la preseason praticamente con Nkamhoua ed il quadro è fatto ed allora il dubbio che un gruppo che può puntare a fare una stagione ben più ambiziosa delle ultime possa prendersi un rischio simile diventa sempre più forte e non è un caso che il club non abbia ancora contrattualizzato il giocatore.

La sensazione è che il Trofeo Lombardia della prossima settimana contro Cremona, Cantù e Bergamo possa dare davvero la risposta definitiva ad una domanda che si fa sempre più calzante: questa Pallacanestro Varese può permettersi il rischio Allerik Freeman?

Alessandro Burin
Foto Ossola

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