Mal contati fanno più o meno 100 giorni. Cioè, il lasso di tempo intercorrente tra il match di sabato con l’AlbinoLeffe (ore 15, stadio “Speroni”) e la disputa dei playout per la permanenza in Serie C (10 e 17 maggio). Entro questa parentesi agonistica la Pro Patria dovrà intanto guadagnarsi la chance di giocarsi gli spareggi (oggi a 9 punti dalla sestultima la salvezza diretta rappresenta uno scenario non impossibile ma altamente improbabile).

Poi, nel caso auspicato, superare la tagliola del mata mata. Un compito discretamente complicato che Sandro Turotti (ufficialmente) da ieri ha deciso di affidare a Massimo Sala, lo skipper del prodigioso finale di stagione 2021/22. Ma, sul campo come al cinema, il remake difficilmente riesce bene come l’originale. Aspettando le prime novità della nuova gestione tecnica, sullo sfondo resta l’orizzonte societario. Animato (per espressa volontà di Patrizia Testa), da possibili nuovi innesti e/o futuri protagonisti al comando del club. Come è logico che sia, il mercato di gennaio ha mostrato volontà di investire senza oltrepassare però l’annata in corso (Barlocco, Coccolo e Rocco hanno rapporti in scadenza al 30 giugno 2025).

Superfluo sottolineare come la futura governance di via Cà Bianca sia vincolata a filo doppio alla categoria di appartenenza. E si suppone sia lo stesso per le eventuali trattative in corso. Mai come in questo preciso momento storico della Pro Patria risultati sul campo e destino societario vanno a braccetto. E il concetto di salvezza assume un significato ben più ampio di quello strettamente sportivo.                            

Giovanni Castiglioni

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