
“Finalmente!”. Il pensiero condiviso della tribuna e dei tifosi rossoblù restituisce al meglio sia l’attesa sia l’importanza del primo gol stagionale di Sindrit Guri. Il colpo di testa dell’attaccante classe ’93 ha deciso un delicatissimo match contro la Pro Sesto firmando la terza vittoria consecutiva di una Varesina che si è definitivamente lasciata alle spalle il periodo nero di inizio 2025 e, malgrado un pesante -9 dalla vetta, vuole continuare a credere all’impresa.
“Lo aspettavo da tanto – commenta con un sorriso Guri – ma devo dire che è arrivato al momento giusto. Quella di domenica è stata una partita difficile, come lo sono tutte, ed era importante per noi vincerla. Abbiamo conquistato tre punti importanti che ci permettono di restare in alto per puntare sempre più su: tutti noi siamo concentrati al 100%, sia come individui sia soprattutto come squadra, e vogliamo proseguire su questa strada partita dopo partita”.

Guardiamo già alla prossima sfida: altro big match sul campo della Folgore Caratese seconda in classifica: quali sono le aspettative?
“Mi ripeto: sarà una partita davvero molto difficile. Li conosciamo bene e sappiamo qual è il loro potenziale. Sono partiti piano, ma sono venuti fuori bene e parliamo di una squadra sempre in crescita; devo però dire che anche noi stiamo migliorando tanto e l’augurio è di continuare. Sarà senz’altro una bella partita che proveremo a vincere fino alla fine”.
Domanda diretta: il campionato è finito?
“No. Io ci credo ancora e sono certo che i miei compagni condividono questo pensiero. È difficile, questo senz’altro, ma sono sempre stato abituato a fare i conti alla fine: dobbiamo solo vincere”.
Avete vissuto un momento di difficoltà che inevitabilmente ha complicato la situazione di classifica: cos’è successo in quelle settimane e come le avete affrontate?
“Abbiamo affrontato e superato il momento insieme. Io e altri abbiamo più esperienza e situazioni del genere ci sono già capitate in passato; per i più giovani è stato magari più difficile, ma lo spogliatoio è unito e ci siamo aiutati a vicenda lavorando tantissimo con il mister per tornare dove meritiamo di stare. Lo abbiamo sempre dimostrato con il gioco: purtroppo c’è stata una fase in cui i risultati non ci ripagavano, ma ora la situazione è tornata alla normalità e dovremo esser bravi a far sì che questo periodo positivo prosegua. Magari anche giocando meno bene di quanto siamo abituati a fare”.
Che giudizio dai sulla tua stagione?
“Non del tutto positivo: mi aspettavo di fare di più dal punto di vista realizzativo. Posso però garantire che il mio impegno non è mai venuto meno: mi sono messo a disposizione della squadra indipendentemente dal ruolo per aiutare questi ragazzi a crescere. Ho avuto una gran bella carriera, arrivando anche molto in alto, e sono arrivato qui con la voglia di sacrificarmi, cosa che magari non facevo in passato quando, da prima punta, ero molto più egoista. Dovrei tornare ad essere più egoista per segnare di più? Ogni tanto me lo dicono (ride, ndr)”.
Qual è il potenziale della Varesina?
“Enorme. Ormai abbiamo visto tutte le squadre e posso garantire che noi, a livello di qualità, di tecnica e nel modo di giocare, abbiamo qualcosa in più rispetto alle altre. Purtroppo quel mese, sicuramente per demeriti nostri ma anche per sfortuna, ci ha penalizzati; adesso dobbiamo scendere in campo tranquilli pensando solo a goderci ogni partita. I risultati ci ripagheranno”.
Alla Varesina come ti trovi?
“Non potevo sperare di meglio. Questa non è una società, è una famiglia che è sempre pronta ad aiutare chiunque: puoi avere un problema in campo o fuori, ma troverai sempre qualcuno disposto a darti il suo supporto. Dopo l’esperienza a Varese ho iniziato a guardarmi intorno: ci siamo parlati e, nel momento in cui mi hanno presentato il progetto, è stato facile trovare un accordo”.

Che differenze hai riscontrato fra il Girone A e il Girone B?
“Nel Girone B c’è molta più qualità e più intensità di gioco; per quel che ho potuto vedere è un campionato molto più difficile. Non che il Girone A sia facile, assolutamente, ma in questo raggruppamento vedo anche giocatori molto più talentuosi”.
Guardando alla tua carriera e al tuo rendimento attuale, possiamo dire che hai faticato ad adattarti alla Serie D?
“Sì, non ho problemi ad ammetterlo. Parliamo di un calcio totalmente diverso, non tanto a livello di allenamenti e strutture quanto per il modo di vivere il calcio. Ho sofferto ad abituarmi perché qui c’è un calcio che non aspetta, con meno fair play e con duelli molto più duri; a volte, purtroppo, ho visto l’intenzione di far male, a maggior ragione nei confronti di chi, come me, arriva da contesti superiori. Come dicevo prima ho portato qui alla Varesina la mia esperienza per metterla al servizio dei giovani, per prepararli a quando, mi auguro, arriveranno a livelli più alti. Poi ovvio che le qualità facciano la differenza, ma va altrettanto ribadito che in Serie D ci sono alcuni campi… incommentabili. Non è certo il cado di Venegono e, anzi, il fatto di mantenere quasi sempre il nostro standard qualitativo a prescindere dal terreno di gioco restituisce il valore di questa squadra”.
Hai detto di credere ancora alla vittoria: cosa ti aspetti dalle prossime partite?
“In Albania ho vinto per due volte il campionato e in entrambe le occasioni l’ho vinto allo stesso modo: pensavamo sempre alla partita imminente con la consapevolezza che i tre punti sono uguali, sia che affronti la prima o che giochi contro l’ultima. Bisogna essere concentrati scendendo in campo per divertirsi e con l’idea di giocare bene, ma tenendo a mente che il risultato è l’unica cosa che conta. Il tuo risultato, non quello degli altri: se inizi a ragionare su cosa potrebbe succedere fra quattro o cinque partite non andrai da nessuna parte. Vinciamo, stiamo lì e vediamo cosa succederà”.
Matteo Carraro