Fisicità, esplosività e istinto predatorio nell’area di rigore: è con questo triplo marchio di fabbrica che Luis Carlos Martinez sta vivendo la sua prima stagione con la maglia della Solbiatese.
Classe 1995, l’attaccante spagnolo faceva il suo arrivo nel nostro Paese nel dicembre 2022, dopo una carriera fino ad allora trascorsa nel proprio Paese, tra Castiglia-La Mancia e la Comunità Autonoma di Madrid.

Il suo approccio al calcio italiano, alla corte della Nuova Sondrio, non poteva andare meglio: prima, la vittoria del campionato di Promozione e un bottino di otto reti in pochi mesi; poi, il titolo di campione di Eccellenza in una stagione condita da ben ventun gol. Ora, in nerazzurro, sono già nove le marcature messe a segno. L’ultima, che ha interrotto un breve digiuno personale di tre settimane, da quella prima giornata di ritorno a Legnano poi conclusasi con un’amara sconfitta per 3-2, è arrivata proprio domenica scorsa, nella straripante vittoria sul Saronno.

Dopo l’iniziale vantaggio degli Amaretti, hai ribaltato il risultato dando ufficialmente il là alla goleada. Possiamo dire che per te sia stata come una liberazione? A livello di squadra, cosa è cambiato e scattato dentro di voi?
“Per un attaccante fare gol è sempre importante, perché ti infonde sicurezza e ti dà una carica di energia per affrontare ogni nuova battaglia. A livello generale, ho visto una squadra che aveva ritrovato quella fame andata persa in altre partite, come la settimana precedente contro la Rhodense, e questa vittoria è stata un passo importante per quello che ci aspetta da qui a fine stagione”.

Una vittoria così netta, conquistata quasi di prepotenza, potrebbe anche essere letta come una reazione alle vicissitudini del momento, cambio di panchina compreso. Sei d’accordo?
“Ultimamente ci era mancata un po’ di cattiveria e domenica abbiamo dimostrato di essere tornati sulla strada giusta. Ora, però, serve più continuità, perché non possiamo andare bene una settimana sì e l’altra no. Riguardo al cambio di panchina, c’è stato poco tempo per lavorare con il nuovo allenatore (Vito Grieco, ndr) e a livello di gioco non abbiamo potuto sperimentare più di tanto, ma penso che i consigli che ci ha dato in settimana siano stati recepiti bene, e lo si è visto anche domenica in campo”.

Il 2025 era iniziato con il piede sbagliato: prima la sconfitta nella finale di Coppa Italia, poi qualche passo falso di troppo in campionato che vi ha fatto perdere il primato. Quale può essere stata secondo te la spiegazione?
“Non penso che ci sia un motivo preciso, ma quella sconfitta nella finale di Coppa ci aveva fatto male e forse avevamo perso un po’ il senso di tutto quello che avevamo fatto fino a quel momento. Siamo comunque andati avanti e non abbiamo mollato, ma la fiducia ovviamente si era incrinata. Ora che l’abbiamo ritrovata, penso che dovremo sfruttarla al meglio per le prossime partite”.

Raccontaci un po’ più di te. A dicembre 2022 sei arrivato in Italia dalla Spagna. Cosa ti ha portato qui? E com’è stata la tua carriera calcistica fino ad allora?
“In Spagna ho giocato sempre nell’equivalente della Serie D italiana, dove sono arrivato a duecento presenze. Avevo sempre desiderato fare un’esperienza diversa in un altro Paese, ma siccome ai tempi stavo frequentando l’università, non potevo spostarmi. Quando ho finito gli studi, ho ricevuto la proposta di venire in Italia e ho deciso di cogliere l’occasione. La Nuova Sondrio in quel momento era in Promozione, quindi era una categoria inferiore a quella a cui ero abituato, ma ho pensato che fosse comunque un modo per farmi conoscere. L’idea iniziale, in realtà, era di restare per quattro o cinque mesi, ma poi è andato tutto bene e sono rimasto lì un altro anno”.

E hai vinto due campionati di fila. Cosa ti ha colpito di più di quella stagione e mezza con i valtellinesi?
“In realtà tre (ride, ndr) perché prima di venire in Italia avevo vinto la D con il Guadalajara. E chissà che quest’anno non riesca a vincere anche il quarto… A Sondrio ho trovato una società seria, con un buon presidente, e questa per me è stata la cosa più importante, perché quando si va a giocare lontano da casa, dalla famiglia, l’ambiente e le persone fanno la differenza. E posso dire lo stesso anche adesso della Solbiatese, che non ci fa mancare nulla”.

A Solbiate, tra l’altro, sei arrivato insieme al tuo compagno di Sondrio Neculai Cocuz. Venire qui insieme è stata un’ulteriore spinta per cominciare una nuova avventura?
“Con lui ho giocato per due anni a Sondrio e anche in Spagna da avversario. Quando abbiamo saputo dell’interesse della Solbiatese, ne abbiamo parlato tra di noi e sapendo che avevano costruito una buona squadra, abbiamo deciso di venire qui. La prospettiva di giocare insieme un altro anno ha reso tutto più facile”.

E ora state vivendo un’altra annata di vertice. A due punti dalla vetta, siete in piena corsa per il titolo. L’obiettivo è sempre lo stesso da inizio stagione: quanto ci sperate e cosa dovrete fare per centrarlo?
“Dobbiamo continuare così, facendo più punti possibili partita dopo partita. Il momento chiave saranno gli scontri diretti con le altre squadre di alta classifica. Intanto domenica andremo a Robbio per dare il massimo, perché nel calcio non esiste nulla sulla carta”.

E ora la nostra schedina. Come finisce Caronnese-Sestese? (domenica, ore 15:30)
“1”.
CiniselloIspra? (domenica, ore 14:30)
“X”.
SaronnoCasteggio? (domenica, ore 14:30)
“1”.
LegnanoMariano? (domenica, ore 14:30)
“X”.
MedaBase 96 Seveso? (domenica, ore 17:00)
“X”.
RhodensePavia? (domenica, ore 14:30)
“X”.
Robbio Libertas-Solbiatese? (domenica, ore 14:30)
“2”.
SedrianoLentatese? (domenica, ore 14:30)
1“.
Vergiatese-Ardor Lazzate? (domenica, ore 14:30)
“2”.

Silvia Alabardi

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