Un avvio migliore? Impossibile. 11 gol fatti, appena tre subiti; en plein di vittorie, 15 punti a referto e primato in solitaria a +4 sul Cistellum. Ma in casa Sommese si vola giustamente basso perché il campionato è appena iniziato e la strada è tutt’altro che in discesa. Ne è ben consapevole Lorenzo Battaglia, capitano classe ’95 che in maglia granata ha vissuto gioie e dolori e che, con lo stesso entusiasmo di sempre, è pronto a vivere mille altre emozioni.

“Meglio di così non si poteva iniziare – conferma il centrocampista –: sapevamo di avere le carte in regola per dire la nostra, ma non ci aspettavamo un avvio del genere. Di sicuro, però, lo volevamo: ogni domenica scendiamo in campo per vincere e fin qui le cose stanno andando per il verso giusto. Non possiamo che esserne felici, anche se inevitabilmente ora avremo tutti i mirini puntati addosso: il campionato è lunghissimo e ci sono squadre rimaste attardate che verranno fuori perché hanno giocatori importanti che si faranno notare”.

A tal proposito, che idea ti sei fatto sul campionato e sulle vostre avversarie?
“Premesso che dobbiamo ancora incontrare tante squadre di prima fascia, il livello è alto. In estate tante realtà hanno giustamente fatto proclami perché in questa stagione non mancano realtà ambiziose e vogliose di compiere il salto in Prima Categoria. E, aggiungo, l’hanno fatto a ragione, perché ci sono tantissimi giocatori fuori categoria che possono fare la differenza. Chi mi ha impressionato di più? Tra quelle incontrate il Torino Club. È la più pronta per stare in alto e non a caso lo scorso anno è arrivata ai playoff”.

Cos’è la cosa che ti sta piacendo di più della tua Sommese?
“Il gruppo, senza dubbio. Siamo forti dentro e fuori dal campo, c’è un legame vero: ci vogliamo bene, siamo amici e, soprattutto, uniti da una grande voglia di riscatto. La scorsa stagione è stata un’annata complicata e vogliamo dimostrare che quella retrocessione non rispecchia il nostro valore. È questa voglia di rivalsa che ci spinge ogni domenica: voglio dare risalto a questi ragazzi perché se lo meritano”.

Che ambiente è Somma?
“So che può sembrare una frase fatta, ma è davvero una famiglia. C’è tanta gente che ci segue con passione, anche in trasferta. Il presidente è sempre con noi, il direttore sportivo non manca a un allenamento, e il mister… vive letteralmente per la Sommese. Sono qui da otto anni e non ho mai vissuto un ambiente così, c’è davvero qualcosa di speciale. Anche il pubblico è incredibile perché ogni domenica in casa ci sono almeno 150/200 persone sugli spalti: non sono solo familiari, ma proprio gente di Somma che ha la squadra nel cuore. Questo fa la differenza”.

Sei a Somma da tanto: cosa rappresenta per te la fascia da capitano?
“Come ho detto, qui sto benissimo: conoscevo già il mister, che c’è praticamente da sempre, e con tanti compagni abbiamo iniziato questo percorso insieme. La fascia da capitano è un orgoglio, un valore aggiunto. L’anno scorso non è andata come volevamo, quindi quest’anno o cambiamo rotta… o non me la confermano più (ride, ndr)”.

Gioie e dolori in questi otto anni: cosa non ha funzionato nella scorsa stagione?
“È stato difficile cambiare l’inerzia. Le aspettative erano quelle di un campionato tranquillo ma tra sfortuna, errori nostri e qualche episodio girato male, ci siamo ritrovati invischiati nei bassifondi e non ne siamo più usciti. È stato un peccato, anche perché c’era, e c’è ancora, tanta gente che ci mette l’anima per questa maglia. Ma proprio per questo ora abbiamo così tanta voglia di rifarci. Quattro anni fa abbiamo vinto un campionato: eravamo partiti malino, poi ci siamo risollevati. Quest’anno… non diciamo nulla (sorride, ndr)”.

Obiettivi a livello personale?
“Continuare a migliorare. Anche se stiamo vincendo i margini di crescita non mancano mai. E questa consapevolezza deve accompagnarci sempre, sia come singoli che come squadra”.

Prossima sfida contro il CAS Sacconago, squadra in crescita: che partita ti aspetti?
“Tosta. Loro arrivano da una vittoria e sono in un buon momento. E poi, quando incontri una squadra che le ha vinte tutte, hai inevitabilmente una spinta in più per provare a fermarla. Dovremo essere bravi a non farci distrarre, a restare concentrati e seguire la nostra strada. L’importante è non snaturarci”.

Matteo Carraro

Articolo precedenteCaldana nel segno di Bruno Bertagna: tra gravel, raduni e mostre la festa del ciclismo è totale
Articolo successivoRibaltone a Scafati, via Crotti panchina affidata a Mazzetti

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui