
Prendi 2 paghi 1: Marco Montagnoli è ormai un tuttofare in quel di Somma, un tuttofare che non smette di ridere e sorridere in mezzo a quel campo che ancora, dopo tanto tempo, lo rende felice. Venticinque anni fa la prima volta in Prima Squadra, in quella serie D dove esordì con la maglia della Castellettese, venticinque anni dopo le scarpette appese al chiodo e la voglia di tuffarsi in una nuova avventura, lasciando nel cassetto un piccolo sogno che ormai, sembrava finito lì.
Ma il calcio sa sorprenderti sempre, le cose cambiano, talvolta, troppo velocemente, inaspettatamente, e ti travolgono, e ti riportano ad aprire proprio quei cassetti che pensavi chiusi per sempre…e togli la polvere, e sventoli con orgoglio quella maglietta e…
“…e non mi sembra vero, 100 gol per un difensore sono davvero tanti, non so quanti ci siano riusciti, ma quello che mi rende più orgoglioso è che siano sempre serviti per aiutare la squadra, se ci pensi il difensore sale quasi sempre alla fine, quando ci si riversa in area avversaria alla ricerca di un gol che vale punti”.
Partiamo allora dall’ultimo, come è stato?
“Forse uno dei più brutti (ride ndr), ho calciato praticamente da terra, ed è servito per guadagnare un punto, anche se ne avremmo voluti tre, ma sono comunque contento perché ha aiutato la squadra e perché mi ha permesso di raggiungere quel traguardo che ormai pensavo non fosse più raggiungibile”. Con tanto di maglietta, appunto…”Me l’hanno regalata i tifosi un anno fa, sono arrivato a 98 e pensavo che ormai fosse destinata al cassetto, ed invece viene fuori una stagione difficile, con tanti infortuni soprattutto da parte dei senatori, e contro il Cas penso: “Se perdo mi esonerano, ma se devo essere esonerato allora preferisco farlo in campo accanto ai miei compagni, è andata bene perché sono entrato ed ho siglato il gol del pareggio”.
La stagione, però, l’avevi iniziata in qualità di allenatore, cosa è successo?
“Sono ancora l’allenatore, ricopro il duplice ruolo di allenatore e giocatore, come detto mi sono prestato a giocare ancora un po’ per necessità ma è vero anche che dopo l’abbandono di Alessandro Sivero, mio vice, per motivi di lavoro, e che ringrazierò sempre, necessitavo di avere accanto un figura più presente, e così ho coinvolto Pasquale Martusciello, ex allenatore, ex compagno e grande amico, ha portato entusiasmo ed esperienza, ed ha dato una scossa, che era quella che ci serviva”.
Da tecnico quali sono state le maggiori difficoltà in questi mesi? La Sommese ha avuto un percorso piuttosto spaccato a metà…
“Siamo partiti benissimo, salvo poi avere un momento di declino legato, come detto, tanto agli infortuni e alla mancanza di figure di esperienza, qui ci sono bravissimi ragazzi e bravi giocatori ma alcuni non sono abituati a lottare in queste situazioni, e può capitare che prima di entrare in campo tremino le gambe; per quanto mi riguarda posso dire che forse il rapporto troppo amichevole con la maggior parte dei ragazzi ha influito, ma resta comunque un rapporto solido e di rispetto”.
Cosa pensi, invece, di questo campionato? Tu ne hai visti e vissuti molti…
“È un campionato di livello, in cui può succedere di tutto, forse ci sono stati anche stagioni con squadre ancora più attrezzate, ma devo dire che questo è piuttosto imprevedibile. Il Gallarate ha fatto un percorso a sé, dietro la quota salvezza si è alzata, non so se basteranno 30 punti per rimanere in categoria quando l’anno scorso mi pare siano stati sufficienti 24, noi comunque dobbiamo giocarci il tutto per tutto, dobbiamo rimanere uniti, curare ogni dettaglio, solo così possiamo raggiungere il nostro obiettivo che è la salvezza, dopo tutti i sacrifici che sono stati fatti, questa società merita di salvarsi”.
Hai citato il Gallarate, vostra prossima avversaria, che gara ti aspetti?
“Affrontare la prima della classe dopo una sconfitta non è il massimo, anzi, ma dobbiamo pensare solo a noi stessi, non entreremo certo in campo battuti, proveremo a fare del nostro meglio, a giocarci le nostre carte, sarà importante collezionare una prestazione entusiasta e in crescita come stiamo facendo nelle ultime settimane”. “Davanti a noi ci sono 7 finali che potrebbero diventare 9, se così sarà ce le giocheremo dando il 200% di noi stessi”.
Un anno fa chiesi a Matteo Terzi di completare la frase “La Sommese si salva se…”, lui mi rispose “La Sommese si salva punto”, ed andò così. Se lo chiedessi a te, oggi?
“Io posso dire la Sommese si salva se rientra Matteo Terzi, in primis, e poi se restiamo uniti, continuando a lavorare sodo su ogni dettaglio, non ci sono altre soluzioni”.
Tornando ancora a te, la tua famiglia mastica pana e calcio. Tu, tua figlia e tuo figlio, tutti calciatori. Più di così…
“Io dico sempre che mia moglie ci fa da ufficio stampa e che ha in casa 2 calciatori e mezzo, ma il mezzo sono io… (ride ndr). I miei figli si divertono, sono felici, questa è l’unica cosa che mi interessa, non li ho mai spinti verso il calcio, li ho spinti a fare sport perché solo lo sport ti trasmette certi valori, non gli sto addosso, faccio quello che mi chiedono; e poi quando c’è la passione, c’è la passione, ti fa sentire bene, ti fa sentire vivo, non so dove arriveranno i miei figli, ma non mi interessa, mi interessa che si divertano questa è l’età giusta, a loro e ai giovani in genere io dice sempre “Godetevi ogni momento, il tempo non torna più indietro, bisogna giocare, sorridere e non avere rimpianti”.
Per chiudere: Marco Montagnoli detto “Shulz”, da grande farà l’allenatore?
“Ti do uno scoop, l’anno prossimo non mi tessero proprio come giocatore così non c’è pericolo che possa tornare in campo (ride ndr), detto ciò sì, io mi sento allenatore, voglio fare questo, non so dove, come, quando e perché ma voglio allenare. Fino a maggio, però, non ho altri pensieri che salvare la Sommese”.
Mariella Lamonica