
Stessa storia, stesso posto, stesso palazzetto. Cambiano i giocatori ma non la filosofia alla base della Pallacanestro Varese 2025/2026 che fin dall’amichevole, disputata e vinta ieri, mercoledì 3 settembre, contro Gruppo Mascio Bergamo per 102-81, riparte da quell’identità difensiva fatta di aggressività, energia e spirito di sacrificio nella propria metà campo che ha segnato il corso di coach Kastritis fin dal suo arrivo ai piedi del Sacro Monte.
Una partita per la verità a due volti quella della OJM che, come normale fosse, ha iniziato il match in maniera blanda, scadendo proprio dal punto di vista della grinta e della cattiveria agonistica, oltre che dell’efficacia, in difesa, lasciando tanta libertà e spazio di manovra a Bergamo che nel primo tempo trova in Harrison la guida per tenersi pienamente in gara fino alla sirena dei 20′, complice, anche, una Pallacanestro Varese confusionaria in attacco, poco fluida e legata principalmente alle iniziative personali dei suoi interpreti primari come Moody e Alviti che, fin dalla palla a due, iniziano a bombardare il canestro avversario con il tiro da tre punti.
Ecco, la vera novità di serata è stata rappresentata dall’utilizzo quasi spasmodico del tiro da oltre l’arco, con Varese che ci ha provato per ben 48 volte, tirando però benissimo, con il 50%: una novità, per una squadra che nel primo tempo ha per molti versi riportato alla mente quella Varese di stampo Moreyball che da qualche mese era stata accantonata anche se più per l’attacco, per la poca incisività difensiva.
E’ bastato però un cambio di marcia dietro dopo l’intervallo, dove probabilmente Kastritis è andato a toccare le giuste corde dei giocatori, per riportare quella squadra che tutti nel mondo biancorosso, hanno saputo apprezzare nella seconda metà della passata stagione: così ad un tiro da oltre l’arco che ha continuato ad essere soluzione primaria (e se usato così, ben venga), si è alternata molto di più la capacità di trovare tiri in transizione e di schiacciate al ferro, figlie di una difesa che ha iniziato a recuperare palloni e prendere rimbalzi, alzando notevolmente il ritmo di gioco.
C’è tanto ancora da lavorare, non fosse altro perché ad oggi la squadra è incompleta in due dei suoi interpreti principali come Nkamhoua, che per forza di cose andrà a modificare quella che è la manovra offensiva biancorossa vista la sua attitudine a giocare molto nel pitturato e nel mid-range ed in attesa del miglior Freeman (sempre che poi alla fine convinca e venga confermato). Per quest’ultimo, i quasi 20′ in campo ieri in un match decisamente più vero rispetto alla sfida con SAM Massagno, quanto meno hanno detto che a livello di recupero fisico la strada intrapresa è quella giusta anche se il recupero del ritmo e dell’impatto fisico e tecnico della partita è ancora tutto assolutamente da riprendere per l’ex Venezia che ha meno di un mese per convincere lo staff biancorosso a confermarlo in squadra. In riferimento a questo, la sfida di sabato alle 18:30 contro Tortona in Piemonte sarà un primo verso test per lui e per tutta la Pallacanestro Varese 2025/2026 che riparte dalla stessa storia, dallo stesso posto e dallo stesso palazzetto che aveva lasciato qualche mese fa, cambiando i giocatori ma non la filosofia che c’è alla base di questa squadra e che riparte da un concetto semplice: difesa, difesa, difesa.
Alessandro Burin