
Le uniche certezze? La riammissione della Pro Patria e il ripescaggio per sostituzione dell’Inter U23. Per il resto, toccherà attendere. Nello specifico, alla deadline della mezzanotte di venerdì 6 sono state prodotte solo 57 domande di iscrizione alla prossima Serie C. Rispetto alle 60 aventi diritto. Fatta ovviamente la tara della Ternana perdente sabato 7 nella finale dei Playoff, Lucchese e Brescia non hanno presentato domanda, la Spal lo ha fatto senza allegare le necessarie garanzie finanziarie. Quindi, per i toscani verrà riammessa la Pro Patria (meglio classificata tra le retrocesse), mentre una volta rigettata la pratica ferrarese verrà attivata la procedura di ripescaggio con beneficiaria l’Inter U23 (in qualità di nuova seconda squadra). E il Brescia? Beh, qui c’è davvero l’inghippo. Perché le Rondinelle non possono più iscriversi non avendo rispettato i termini previsti. Ma dispongono comunque della deroga sino a martedì 24 per fideiussione e stadio. Per effetto del ricorso riguardante la penalizzazione per la presunta frode sui crediti di imposta. Proclamandosi vittima di una truffa, il patron Massimo Cellino ha promesso battaglia legale (facciamo pure guerra aperta), e potrebbe quindi presentare in ogni caso parte della documentazione per dimostrare la volontà di regolarizzare la posizione del club. Cervellotico, ma assolutamente da non escludere. Nel caso, questo trasformerebbe la surroga bresciana da riammissione a ripescaggio. Andando a danno del Caldiero (secondo nella graduatoria delle riammissioni) e a beneficio del Ravenna (secondo nella classifica dei ripescaggi). Un discrimine per cui ballano 300 mila euro. Cioè, il fondo perso per la richiesta di ripescaggio. Paradossale? Certo. E anche piuttosto contorto. Ma non è detto che al vaglio della Covisoc, altre domande non possano essere respinte. Il pissi pissi è infatti diffuso su almeno 3 società la cui documentazione potrebbe non essere conforme. Per la cronaca, il Sestri Levante (in terza posizione tra le retrocesse), ha comunicato ufficialmente la rinuncia a riammissione o ripescaggio. Sia come sia, la Vigilanza ha tempo sino a lunedì 16 per valutare le carte, con responso mercoledì 18 e dirimente Consiglio Federale il giorno successivo. C’è solo da mettersi comodi. Per i popcorn (forse), non è invece il caso.
Colpo di Testa
La sconfitta della Pro Patria sul campo è la vittoria fuori dal campo di Patrizia Testa. Tutt’altro che un cortocircuito logico perché il flop sportivo della stagione 2024/25 con la retrocessione ai playout verrà sanato dai guai altrui e dall’oculata gestione finanziaria della numero uno biancoblu. Se infatti l’annata appena conclusa può legittimamente mettere in discussione le scelte tecniche del club di via Cà Bianca, non altrettanto si può fare per la tenuta conti. Ineccepibile al punto da costituire uno standard su cui la Lega Pro dovrebbe prendere appunti. Vista la lunga teoria di default che sta zavorrando le ultime settimane della terza serie. Nell’attesa dell’ufficialità che non potrà che essere successiva al Consiglio FIGC di giovedì 19, alle 17.30 di mercoledì 11 è stata indetta una Conferenza Stampa che dovrebbe fornire un quadro di prospettiva sul futuro tigrotto. Va da sé, a partire dal 49% delle quote societarie attualmente in capo a Finnat Fiduciaria. Nel senso che nelle prossime settimane la minoranza potrebbe trasformarsi in maggioranza. Secondo un piano di transizione da tempo prospettato dalla stessa Testa. Con una nota a margine. All’ultima stagione in cui la Pro Patria fu riammessa (esattamente 10 anni fa, 2014/15, dopo 17° posto e sconfitta ai playout con il Lumezzane), seguì un Campionato da ultimo posto, una sola vittoria e conseguente nuova retrocessione. Tempi e governance sono cambiati. E il parallelo suona stridente. Ma è sempre meglio tenerne conto. Onde cambiare registro.
Ultimo tango a Salò?
Riciccia il Brescia Gate. Se non altro per l’avvilente sciatteria con cui è stata gettata al vento una storia ultracentenaria. In giornata la sindaca Laura Castelletti e l’Assessore allo Sport Alessandro Cantoni faranno opera di moral suasion su Giuseppe Pasini, presidente della FeralpiSalò, Lodovico Camozzi, patron del Lumezzane, e sul massimo dirigente del neo promosso Ospitaletto, Giuseppe Taini provando a convincerli a traslocare la loro squadra dalla provincia alla città. Gli ultras bresciani (“Si cancellano 114 anni di storia”), hanno già preso una posizione netta per scongiurare il matrimonio di interessi. Auspicando (al contrario) la ripartenza dai dilettanti. Sembra invece che Pasini sia tentato dall’ipotesi di trasferirsi armi a bagagli dal Garda al capoluogo. Sullo sfondo, le grandi manovre di Cellino. Anche qui, toccherà mettersi parecchio comodi.
Giovanni Castiglioni