C’è una stella che brilla nel cielo di Malnate ed è quella di Elena Elli. L’atleta paralimpica di tennis da tavolo ha disputato il Para Showcase di Singapore nello scorso weekend, chiudendo il torneo con una grande vittoria sulla britannica Grace Willimas, con cui condivide la decima posizione del ranking mondiale di classe 8.

Il match, terminato 3-1 (7-11, 11-6, 11-9, 11-6), ha visto la Williams passare dal 3-3 al 5-3 e dal 6-5 sul 9-5, dimezzando il suo vantaggio (9-7) e conquistando gli ultimi due scambi. Nel secondo parziale Elli, guidata in panchina dal tecnico Velislava Veleva Nankova, dall’1-2 ha ribaltato la situazione (4-2) e, dopo un andamento punto a punto (7-6), ha piazzato il break decisivo di 4-0.

L’atleta di Malnate alla ripresa del gioco è partita sul 3-0, dal 3-2 ha riallungato sul 5-2 e dal 6-4 sull’8-4. Su 10-7 ha sfruttato il terzo set-point. Nel quarto parziale Elli dal 3-3 ha condotto sul 5-3 e dal 5-4 ha preso il largo su 7-4. Da 7-5 è salita a cinque palle match (10-5) e alla seconda ha ottenuto il successo.

“Sono soddisfatta del risultato – ha commentato Elena ai microfoni della FITET – penso di avere giocato bene soprattutto la prima partita contro la francese Thu Kamkasomphou, la più forte delle mie avversarie, perdendo al quinto set. Sono contenta, perché non mi sono fatta emozionare dal contesto del torneo. Peccato, alla “bella” non sono riuscita a partire forte, ho dovuto recuperare e mi è mancato il guizzo finale per vincere la partita. Nella seconda sfida contro la thailandese Kanlaya Chaiwut-Kriabklang, il suo tipo di gioco era più ostico per me, però nei primi due set ho tenuto bene e anzi nel secondo ho avto tre opportunità per chiudere. Nel terzo è stato decisivo un calo di concentrazione. L’incontro di questa mattina contro la britannica Grace Williams è stato il migliore, a parte il primo set, nel quale ero un po’ spenta, poi mi sono ricaricata e i tre successivi sono stati positivi”.

Prosegue sul contesto della manifestazione: “Si respira proprio l’aria del tennistavolo mondiale ai massimi livelli e l’amore che gli asiatici nutrono per il nostro sport. Ho avuto l’opportunità di vedere le partite di Calderano e dei Lebrun ed è bello vedere il seguito che hanno e le file di adulti e bambini che alla fine chiedono loro gli autografi. Penso che per loro questo sia uno degli aspetti più gratificanti. A mio parere, però, l’intento di unire i paralimpici ai normodotati, in una delle poche discipline, in fin dei conti, nella quale gli uni possono giocare contro gli altri, potrebbe essere raggiunto meglio, programmando le nostre gare in contemporanea alle loro. Siamo invece scesi in campo a orari diversi e questo non ha permesso alla gente, anche esterna al nostro mondo, di apprezzare bene le qualità del tennistavolo paralimpico”.

Alessandro Burin

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