
Pane e calcio. Da sempre. Jonathan Vita ci ha speso 30 anni di esistenza dietro quella passione che è divenuta un lavoro per lungo tempo, una passione mai ingombrante ma certamente pretenziosa di mille attenzioni e sacrifici, sanguisuga di tempo per le cose normali, ma intrinseca di emozioni infinite ed inspiegabili, di insegnamenti, e anche di un’instancabile “follia” che a 35 anni ti spinge a credere come di sogni, su quel campo, in quello spogliatoio, ce ne siano ancora molti da cogliere. “Abbiamo un enorme obiettivo qui ad Arcisate, qualcuno potrebbe dire conquistare il 2° posto e presentarci ai playoff con un vantaggio, ma questa è solo la conseguenza del nostro scopo più grande, ovvero continuare a crescere nel nostro percorso iniziato 2 anni fa, lavorando soprattutto sulla mentalità”.
E due anni fa è iniziato il tuo viaggio nell’orbita Valceresio: sfatiamo subito un mito, chi ti ha cercato per primo per portarti qui?
“Il ds Riccardo Carini. Mi ha chiamato subito dopo il playout con il Ferno, squadra dove appunto giocavo io, e sinceramente mi ha stupito. Lui aveva smesso ed era passato dietro la scrivania, ma in poche parole mi ha trasmesso tutto il suo entusiasmo, è innamorato della Valceresio, è il suo primo pensiero, riesce a trasmetterti quello che prova e che pensa in maniera chiara e concreta”.

Quindi è “ufficiale” che non lo hai fatto per mister Efrem?
“Ufficialissimo (ride ndr), ma quando sono stata chiamato non sapevo che il mister fosse lui…me lo sono ritrovato anche qui. Scherzi a parte, sono felice di poter contare su un allenatore così, io ho girato tanto e devo dire che ne ho avuti diversi, qualcuno ha giocato in serie A, qualcuno ha fatto una discreta carriera, eppure ho avuto una gran fortuna: quella di poter imparare ancora qualcosa a 35 anni. Mister Efrem è un tecnico con una passione smisurata, vive di calcio, s’informa, studia, penso sia bello anche vederlo crescere, non nascondo che a livello umano è quello con cui ho legato di più. Ci confrontiamo? Ma io non sono un chiacchierone, lui lo sa, però sono sempre a disposizione, quando ha bisogno sa sempre dove trovarmi”.
Tuffiamoci in questo campionato: soddisfatto del percorso messo a referto fino ad oggi con la Valceresio?
“Stiamo facendo un ottimo campionato, per noi il bilancio è più che positivo perché questo percorso parte due anni fa e da neopromossa ritrovarci ai piani alti della classifica non era per nulla scontato, adesso siamo in un momento un po’ di calo, nel senso che nell’economia di un campionato ci sta avere periodi in cui raccogli anche di più di quanto credi, e periodi, come questo, in cui invece raccogli meno di quanto meriteresti, fa parte del gioco, ma stiamo lavorando tanto e bene, e cerchiamo soprattutto di dare continuità alla nostra crescita”.
Tu sei soddisfatto del tuo cammino con questa maglia?
“Io mi diverto ancora tanto, con il mister e con il direttore ho un rapporto fantastico, i miei compagni sono tutti interessanti, è un piacere allenarsi in quest’ambiente, sono arrivato qui dopo stagioni travagliate tra covid ed infortuni ed ho ritrovato la giusta serenità, ma credo che il campo rispecchi la vita, è un periodo in cui va tutto bene anche al di fuori e questo poi si rispecchia nel calcio”.
A proposito di arrivato qui: tu, qui, ci arrivi dopo l’esperienza a Ferno, perché in realtà hai girato l’Italia per questa tua enorme passione.
“Ho fatto il settore giovanile professionistico del Torino dai 14 ai 19 anni, 2 anni di nazionale under 16, poi tanta serie D ed Eccellenza, Casale, Arenzano, Solbiatese, Gallarate, sono tornato nella mia terra, la Toscana, a Massa dove abbiamo vinto l’Eccellenza e l’anno dopo siamo arrivati secondi in D, ma poi anche Pietrasanta, la Sardegna, Borgomanero (solo per citarne alcune ndr), finchè sono approdato a Ferno tramite un mio compagno che conosceva il mister. Ho deciso di concentrami sul lavoro, di aprire una mia attività, ed ho parlato con il Presidente del Ferno, Brunetta, perché quando il covid ha stoppato tutto io avevo ricevuto altre chiamate per tornare di nuovo in categorie superiori, ma ho fatto lui una promessa, di rimanere se avesse avuto grandi ambizioni, e così è stato, fin quando sono poi approdato alla Valceresio”.

Cosa pensi, invece, di questo girone? Gallarate ormai ad un passo, per il resto la classifica è molto corta…
“Con il Gallarate posso solo complimentarmi, nel senso che ripartire dopo una retrocessione non è mai facile, sono stati bravissimi a trovare subito la quadra nonostante i tanti cambiamenti, poi alla lunga escono i valori ed eccoli lì vicinissimi al titolo, se guardi la nostra rosa metà viene dal settore giovanile, è ovvio che qualcosa la paghi, loro invece hanno preso gli uomini giusti al posto giusto, onore al loro campionato, quanto alle altre, invece, vedo molto equilibrio, anche la zona salvezza è complicata nel senso che persino il Cas, dopo un girone d’andata difficilissimo, è venuto fuori e ha fatto diversi punti, se la sta comunque giocando con le sue carte, sarà davvero un rush finale che in ogni zona della classifica si deciderà all’ultimo”.
Nessun rammarico in questa stagione?
“Uno solo: non aver affrontato il Gallarate nel modo giusto né all’andata né al ritorno. Nel senso che abbiamo avuto due gare condizionate dai nostri primi 10 minuti, in cui abbiamo commesso errori che gli hanno offerto una gara in discesa, in 10 minuti abbiamo buttato via tutto il lavoro fatto in settimana perché poi è chiaro che cambia tutto anche se comunque, in entrambe i casi, abbiamo avuto una reazione e questo è un bene, peccato perché non sarebbe cambiato nulla a livello di campionato ma a livello personale, anche di nostra autostima, avremmo potuto guadagnarci molto”.
Prima accennavi alla vostra rosa, c’è qualche compagno che ti ha stupito particolarmente?
“Potrei dire che Vezzoli e Ippolito sono due ottimi giocatori e compagni, potrei dire di Randon che è stata una perdita enorme ancor prima per la sua personalità, ma quelli che stupiscono di più sono indubbiamente quelli che emergono dal settore giovanile e fra questi ne dico uno per cui stravedo, Tommaso Premoli, per certi versi mi somiglia, lui sta zitto e pedala, mi piace molto”.
Quando ti dicono che sei un punto di riferimento per questa squadra, vuoi anche per la tua esperienza, cosa pensi?
“Sono cresciuto con una mentalità diversa, una mentalità da professionista, è normale, per certi versi, avere un atteggiamento che si differenzia, ma in generale posso dire che mi fa piacere ma che non mi espongo molto, non a parole almeno, diciamo che cerco di trascinare dando l’esempio”.
Farai l’allenatore “da grande?”
“No no, quando smetto, smetto (ride ndr). Penso che per prima cosa staccherò da tutto per un po’, ho sacrificato la mia vita per il calcio, merito di riprendermi i miei spazi, i miei tempi, di godermi un po’ tutto ciò che non mi sono goduto in questi anni, e poi più avanti si vedrà”.
Prossima tappa, Antoniana. Che gara ti aspetti?
“Ostica, perché ostico è l’avversario, ostico il campo, abbiamo fame di tornare alla vittoria e ce la metteremo tutta per farlo, loro ovviamente necessitano di punti salvezza, ma affrontiamo partite in cui tutte le squadre hanno qualcosa da dare e qualcosa da prendersi, sappiamo che il nostro percorso passa anche da qui e sappiamo che dobbiamo continuare a crescere soprattutto in mentalità, in questi 90 minuti, così come nei prossimi, dovremo essere il più attivi possibili, poi i risultati saranno una conseguenza, anche magari in una post season dove ogni partita è una finale e dove non hai margine d’errore, ma ad oggi dipende tutto da noi”.
La schedina
Cas – Faloppiese Ronago 2
Antoniana – Valceresio 2
Arsaghese – Cantello Belfortese X
Gallarate – San Michele 1
Garbagnate – Sommese 1
Uv Cassano – Marnate Gorla X
Tradate Abbiate – Folgore Legnano X
Gorla Minore – France Sport X
Mariella Lamonica