
Sta crescendo in maniera esponenziale Claudio Carità, uno degli ultimi gioielli di casa Varese Basketball. L’esterno, sotto la sapiente guida di coach Roncari, sta maturando rapidamente in una Prima Squadra quanto mai giovane, assumendosi quelle responsabilità che dopo l’assenza di Assui, si stanno moltiplicando sempre più nel gruppo che disputa il campionato di Serie B Interregionale.
Una crescita, culminata con la convocazione con la Pallacanestro Varese in più di un’occasione. Un sogno che si realizza per il giovane Claudio che, però, non vuole fermarsi qui.
Come nasce la sua passione per la pallacanestro?
“Nasce dai miei genitori, soprattutto da mio papà, grande tifoso della Pallacanestro Varese che mi ha cresciuto a suon di racconti dello Scudetto della Stella. Un estate mi portano a fare un camp multisport e non appena prendo la palla da basket tra le mani scatta qualcosa e così a settembre mi sono iscritto subito per giocare. La passione per la palla canestro è cresciuta sempre più e non mi abbandonerà mai”.
Quando inizia a giocare e dove?
“Inizio a giocare a basket all’età di tre anni e mezzo al Buguggiate Basket. Quando a 6 anni ci siamo traferiti a Masnago ho iniziato a giocare in Robur e ci sono rimasto fino alla creazione di Varese basketball”.
L’allenatore che l’ha aiutata di più a crescere finora?
“Coach Davide Roncari. Nonostante ci siano stati alti e bassi tra di noi penso che abbia sempre riposto in me grandissima fiducia e lo ringrazio moltissimo per questo e sicuramente nel mio processo di crescita è l’allenatore che mi ha aiutato a migliorare di più non solo come giocatore in campo ma anche come uomo fuori”.
Il compagno più forte con cui ha giocato finora?
“Senza dubbio Elisée Assui. Un giocatore di grandissime qualità fisiche e atletiche, un amico e un esempio per me”.
La tappa di crescita che l’ha formata maggiormente?
“Senza dubbio l’unione tra Robur e Pallacanestro Varese. Questo ha portato ad una crescita, a livello d’intensità di lavoro durante gli allenamenti e mi ha aperto il panorama del mondo senior, potendomi confrontare così con un campionato senior, sfidando giocatori già fatti e finiti e questo poi, quando gioco in U19 fa la differenza, perché giocare tra i senior ti fa crescere soprattutto a livello mentale e di tenuta fisica”.
Quanta emozione ha provato per la convocazione con la prima squadra della Pallacanestro Varese?
“Inspiegabile a parole. Come dicevo prima sono figlio di un grandissimo tifoso biancorosso, sono cresicuto con il sogno di indossare questa maglia un giorno e realizzarlo è stato qualcosa di pazzesco”.
Qual è stata la reazione dei suoi familiari a questa chiamata?
“Tanta emozione, è stato un grande traguardo per me ma soprattutto un immenso orgoglio per loro che mi sono sempre stati affianco supportandomi sempre e sono certo continueranno a farlo”.
Gli obiettivi futuri?
“Il primo è conquistare la salvezza in B Interregionale, poi per il futuro sicuramente continuare a crescere e diventare la versione migliore di me sia come giocatore che come uomo. Sono consapevole sarà un lavoro duro ma voglio dare tutto me stesso per riuscirci”.
Alessandro Burin