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E’ tempo di bilanci in casa Varese Basketball. Il settore giovanile congiunto di Pallacanestro Varese e Robur Et Fides si appresta a vivere una prima parte di 2025 ricca di sfide in vista del camp estivo che, anche quest’anno, si annuncia imperdibile.
Focus principale, questa volta, va sulla squadra B Interregionale che, nonostante una bella regular season, dovrà affrontare il temibile girone Silver, con l’obiettivo di evitare i playout e conquistare i primi tre post della classifica parziale che vorrebbero dire salvezza diretta. Per fare il punto, abbiamo interpellato il Responsabile del progetto, Massimo Ferraiuolo.
Quale bilancio sulla prima parte di stagione della squadra che disputa il campionato di B Interregionale?
“Il bilancio per noi non può che essere positivo, nell’ottica di quella che è la nostra idea di dare ai ragazzi l’opportunità di fare un’esperienza, di crescere facendo step che gli possano permettere di provare a diventare dei giocatori, mettendo il risultato dietro a tutto. Non nascondo che c’è un po’ di delusione per non essere arrivati tra le prime 6 del girone, perché tra il giocare per vincere un campionato e farlo per salvarsi cambia tutto, però nell’ottica di quella che è la nostra visione va bene così. I nostri ragazzi sono cresciuti, hanno fatto esperienze importanti e ancora ne faranno in questa seconda parte di stagione, andando a giocare in Toscana su campi molto difficili”.
La squadra è stata ringiovanita molto quest’estate ed il risultato migliore, mi viene da dire, è la risposta che hanno dato questi ragazzi, dimostrando di valere la categoria…
“Questi ragazzi in campo ci possono stare: abbiamo Elisée che è fuori categoria per questo livello ma qui si può allenare per giocare da leader in un certo modo e con lui sono cresciuti tutti quanti. Sono ragazzi molto giovani, abbiamo inserito Bottelli che è un 2008, insomma, una palestra molto importante non solo da un punto tecnico quanto mentale e di carattere, giocando contro giocatori più forti e strutturati”.
Mi soffermo un attimo su Assui e sulla crescita che ha avuto da un punto di vista caratteriale e di leadership e questo si vede anche quando gioca in serie A…
“Parlammo di Assui l’estate scorsa facendo una chiacchierata sul settore giovanile e ti dissi che Eli era già un giocatore. Lo confermo ancor di più: va in campo ed indipendentemente dal livello con cui si confronta è affidabile, il che vuol dire che non è mai dannoso per la squadra, può fare un canestro in più o in meno ma sai che farà quasi sempre la scelta giusta per aiutare la squadra. Eli continua questo percorso, in A domenica dopo domenica dimostra di poter valere il livello e siamo felici che tutto questo sia espresso da un giocatore che ha fatto un percorso importante con noi e che ha scelto di legarsi alla nostra società anche in futuro per molti anni. Per noi è il manifesto del progetto del nostro settore giovanile”.
Prato e Bottelli faranno l’Adidas Next Gen seguendo proprio le orme di Assui. Insomma, una bella gratificazione per il lavoro che fate…
“Assolutamente sì, avranno questa opportunità, Prato settimana prossima andrà a giocare il torneo NBA, insomma, vuol dire che i nostri ragazzi crescono e che c’è attenzione su di noi come società e sul lavoro che viene fatto. Sono opportunità che vengono offerte ai nostri ragazzi che se lo meritano e che speriamo possano essere allargate a sempre più a chi fa parte del nostro settore giovanile”.
Quest’estate è inaugurata la foresteria: dopo qualche mese di vita, quanto sta incidendo nei rapporti dei ragazzi il fatto di poter contare su una struttura del genere?
“Moltissimo. Posso dire senza paura di essere smentito che è la più bella d’Italia e sicuramente, da un punto di vista relazionale, è un plus non da poco perché crea molta aggregazione tra i ragazzi che ci vivono dentro. Diventano compagni di squadra in campo, così come fuori. Inoltre, si crea quel senso di appartenenza che, soprattutto a livello giovanile, è più facile sviluppare e questo permette a loro di diventare buoni giocatori e speriamo ottime persone. L’impegno e le responsabilità per gestire tutto sono molte, abbiamo persone che si spendono al massimo come Federico Bellotto e Francesco Zambelli che vanno ringraziati per il loro lavoro”.
Tra le squadre che incontrerete nel Girone Silver c’è la Mens Sana Siena: che effetto le farà tornare a giocare su quel parquet?
“Sarà una sensazione dolceamara ricordando quella serie di semifinale playoff con gli Indimenticabili, due settimane davvero che non potrò mai dimenticare perché furono un insieme di emozioni positive e negative incredibili. Resta il rammarico di non aver passato il turno ma sono certo che sarà bello tornare a giocare su quel campo perché resta comunque uno dei campi storici del basket italiano, con l’augurio che magari in un futuro una piazza storica come Siena possa tornare sul palcoscenico della Serie A per nuove e avvincenti sfide”.
Guardando più in là nel tempo, quest’estate tornerà il camp estivo firmato Varese Basketball. Cosa dobbiamo aspettarci?
“Ci dobbiamo aspettare una crescita anche da questo punto di vista, perché l’organizzazione che abbiamo alle spalle e l’esperienza in più che avremo ci permetterà di fare le cose ancora in maniera migliore. Il camp estivo per una società come la nostra diventa una tappa fondamentale, perché permette ai ragazzi di proseguire l’esperienza che fanno durante l’anno e di creare nuove amicizie e conoscenze. Inoltre, chi non ci conosce direttamente e si iscrive al nostro camp, avrà la possibilità di conoscerci, diventare nostri tifosi e far nascere quel senso di appartenenza che è il mondo della Pallacanestro Varese a 360 gradi, in particolare per quel che riguarda tutto quello che stiamo cercando di fare in un certo modo con il settore giovanile”.
Alessandro Burin