La spontaneità e l’entusiasmo di Christian Faccone sono presto diventati una bellissima costante del nuovo Varese Femminile. Il neo tecnico biancorosso è entrato in punta di piedi nello spogliatoio, lavorando però fin da subito con passione e determinazione per cementare il gruppo e imprimere le sue idee tattiche ad una squadra che ha tantissimi margini di miglioramento e che sarà senz’altro protagonista del prossimo Girone A d’Eccellenza.

La preventivabile sconfitta nel primo vero e proprio test match (4-1 contro la Caronnese Women, realtà che, come abbiamo visto, punta a vincere la Serie C) non ha certo compromesso il percorso di avvicinamento al debutto stagionale; anzi, è servito per certificare i tanti passi in avanti già compiuti e gli aspetti su cui dover migliorare.

Di sicuro il primo impatto su una panchina femminile ha regalato a mister Faccone un bel mix di emozioni: “L’aspetto che mi ha subito colpito è la passione di queste ragazze, una cosa che nel calcio maschile si può ancora trovare ma non a questi livelli. Ho subito capito di avere a che fare con un bel gruppo unito, che negli ultimi anni ha lavorato bene e che ha tanta voglia di migliorarsi”.

Come ti sei approcciato alla nuova realtà?
“Sinceramente sono sempre stato me stesso, sia come persona sia come modo di allenare. Ovvio, i carichi di lavoro vanno rimodulati, ma neanche troppo, e cambiano i rapporti di forza; stiamo lavorando tanto sulla tattica e abbiamo già sperimentato diverse soluzioni che potranno tornarci utili nel corso della stagione. L’approccio è stato graduale sia da parte mia che da parte del gruppo: com’è normale che sia, all’inizio nessuno si vuole sbilanciare ma si cerca di capire con chi si ha a che fare. Fin dal principio, però, abbiamo trovato una bella intesa sulla cultura del lavoro. Detto questo, stiamo ancora imparando a conoscerci e continueremo a farlo nei prossimi mesi”.

Com’è maturata la scelta di lanciarsi nel mondo del calcio femminile?
“Sono una persona che segue molto l’istinto: nel momento in cui mi incuriosisco gli stimoli vengono da sé. Mio suocero, poi, allena una squadra femminile nel Bergamasco e mi ha sempre parlato bene di questo mondo: tramite Luca (Manfrin, ndr) sono venuto a sapere dell’opportunità Varese e, dopo una chiacchierata, ci siamo subito piaciuti. Sono del parere che a tornare indietro si fa sempre in tempo, ma per quello che ho visto finora non ci penso nemmeno; anzi, voglio dare il massimo per questo progetto”.

Qual è la tua idea di calcio?
“Sposo la filosofia moderna, quella di un calcio verticale proiettato in avanti senza però andare a pregiudicare l’equilibrio: la squadra deve conoscere le marcature preventive e sapere come muoversi per mantenersi bilanciata ed evitare imbarcate. Sono tutti aspetti su cui stiamo lavorando”.

Che indicazioni sono arrivate dal test contro la Caronnese?
“Al di là del risultato, scontato e, per certi versi, più contenuto di quanto potevamo aspettarci, le ragazze hanno risposto bene: le ho viste provare a mettere in pratica i consigli tattici che abbiamo dato dalla panchina e ho ritrovato in campo quell’equilibrio di cui sopra. Siamo andati sotto, vero, ma le nostre occasioni le abbiamo avute e la squadra non si è mai disunita”.

Con quali aspettative il Varese si approccia al campionato?
“Iniziamo la stagione con tanta positività, ma sulle dinamiche della stagione non posso ovviamente dare risposte precise al momento: io stesso avrò tanto lavoro da fare per conoscere la categoria e il livello delle avversarie. So che tante squadre si sono rinnovate e rafforzate, per cui mi aspetto un discreto equilibrio, ma sarà il campo a dare i suoi verdetti. Non ha senso dire adesso che proveremo a vincere o che lotteremo per salvarci: approcceremo ogni sfida al massimo delle nostre possibilità e al triplice fischio vedremo cosa avremo raccolto. Domenica giocheremo contro il Gazzada, forse faremo un’altra amichevole il 10 settembre, e poi saremo pronti al debutto contro la Virtus Cantalupo del 14 settembre”.

Ultimo, ma non meno importante, dopo aver lavorato come vice a Morazzone e aver portato a termine una lunghissima gavetta nei settori giovanili, cosa si prova ad essere arrivato al Varese?
“Sarò banale, ma non può che essere enorme motivo d’orgoglio. Sono nato a Varese, parliamo di una realtà importante che ha una storia incredibile e sono onorato di farne parte. Il primo impatto è stato super positivo e vedere la tribuna quasi piena già alla prima partita ha sicuramente fatto un bell’effetto; il pubblico, ne sono certo, potrà essere una nostra grande risorsa”.

Matteo Carraro

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