Al tramonto della 9^ giornata di Serie D, continua a mancare l’en plein di vittorie per le squadre della nostra provincia. Ancora una volta il bottino è variegato: la Castellanzese fa il suo dovere vincendo di misura a Voghera (1-0), la Varesina non esce dal proprio incubo e si vede rimontare ancora una volta a tempo scaduto (2-2 contro il Pavia), mentre il Varese non può far altro che arrendersi allo strapotere del Vado.

Tre sfide ben diverse tra loro che mettono in mostra i consueti pregi e difetti dei tre progetti, ma che restituiscono un quadro di realismo che, a seconda dei punti di vista, può essere accolto più o meno positivamente. In generale, i segnali di rinascita non mancano su tutti i fronti, ma è solo la Castellanzese a goderne appieno. Per ora. Settimana prossima, infatti, il Varese avrà l’occasione di riscattarsi in casa contro l’Asti, mentre neroverdi e Varesina saranno attese dal derbyssimo del “Giovanni Provasi”.

1° posto – Castellanzese

Ciò che stupisce fin qui della Castellanzese è la mentalità. Che i neroverdi non siano stati costruiti per vincere il campionato è un dato assodato ma, a differenze delle precedenti stagioni, questa squadra ha una capacità intrinseca di restare aggrappata ad ogni partita e ad ogni momento. L’ha fatto nei pareggi di inizio stagione, l’ha fatto nelle vittorie e, soprattutto, l’ha fatto anche nelle sconfitte. E così, dopo due ko beffa last minute contro le corazzate bergamasche Villa Valle e Brusaporto, arriva un successo prezioso a Voghera maturato nei minuti finali grazie al timbro di Micheri.

Quella vista in terra pavese è stata una Castellanzese matura e consapevole dei propri mezzi. Mister Del Prato ha fatto leva su un disciplinato possesso palla che è servito a un duplice scopo: compensare la mancanza di verticalità e difendere la porta di Poli. Obiettivi centrati con successo, visto che è bastato un lampo al 79′ sull’asse Boccadamo-Chessa-Micheri a costruire i presupposti per i tre punti. Lo stesso tecnico si è concentrato a fine partita sul tema della “concretezza“, assorbendo indirettamente gli insegnamenti delle due sfide precedenti: meno fronzoli e badare al sodo. Ricetta che vale l’attuale ottavo posto.

2° posto – Varese

C’è qualcosa di male ad ammettere che il Vado è più forte? No, anche se per una piazza come Varese un’affermazione del genere equivale ad un’umiliazione e ad una ferita nell’orgoglio. Sta di fatto che i biancorossi, pur disputando un’onestissima, generosa e propositiva partita, non hanno spezzato il dominio dei liguri (25 punti su 27 disponibili). Nel 3-1 di Vado emerge la caratura della corazzata rossoblù, capace di soffrire l’urto arrembante del Varese per poi salire di livello e mettere in cassaforte l’ennesima vittoria stagionale.

E al Varese cosa resta? La consapevolezza di essere al momento la quarta/quinta forza del campionato. Altra verità che un varesino doc pronuncerebbe a denti stretti, ma che restituisce l’attuale livello biancorosso. Se non altro il Varese ha dimostrato di saper vincere contro chi sta sotto, ma a questa squadra manca quel quid in più per competere (non solo in campo, ma a livello di risultati) con chi sta sopra. Ieri pomeriggio in Liguria al Varese è mancata la continuità. Dopo un’ottima prima mezzora, il forcing del Vado ha portato ad un pareggio inevitabile che Bugli e compagni hanno solo potuto ritardare il più possibile. La buona volontà di inizio ripresa è poi stata spezzata da un gol viziato da un più che sospetto fuorigioco e, sotto 2-1, sono emersi i limiti biancorossi: squadra all’attacco, ma senza costrutto, guidata più che altro dall’adrenalina e dalla voglia di recuperare piuttosto che dalla lucidità che una grande squadra deve sempre avere.

I tifosi parlano di campionato finito e di altra stagione fallimentare. Discorsi comprensibili, ma di per sé il campionato è ancora lungo ed è assolutamente sbagliato gettare la spugna perché senza stimoli si rischia di andare a compromettere quanto di buono è stato costruito e sprofondare in classifica. Ciceri ha parlato di percorso: il Varese ha l’obbligo di continuare sulla propria strada e seminare per il futuro per evitare, è bene ribadirlo già da ora, l’ennesima rivoluzione che poterebbe a ripartire ancora da zero. Nel frattempo, la sfida di domenica prossima all’Asti è una chance da sfruttare per ritrovare serenità, tre punti e un timido sorriso.

3° posto – Varesina

Cinque pareggi di fila: un’autentica maledizione che, a voler guardare il bicchiere mezzo pieno, se non altro muove la classifica. Resta però la consapevolezza di non aver vinto un’altra sfida che andava vinta (aspetto che posiziona le Fenici sull’ultimo gradino del podio). Tuttavia, vedere una squadra come la Varesina che dopo 9^ giornate ha una sola vittoria all’attivo (contro la Nuova Sondrio, unica a non aver mai vinto) fa una certa impressione. E il terzultimo posto sa quasi di condanna anche se, ad onor di cronaca, la classifica è cortissima e (Castellanzese docet) basta una minima vittoria per scalare le gerarchie.

Certo è che anche il 2-2 interno contro il Pavia (autentico crocevia per schiodarsi da zone che non competono ai rossoblù) certifica la mancanza di quel fuoco che nelle scorse stagioni ardeva con passione in casa rossoblù. Fuoco che, comunque, c’è ancora: va solo alimentato a dovere. Lo dimostra un primo tempo praticamente perfetto e giustamente premiato dal 2-0, ma anche un avvio di ripresa solido e concentrato fino al patatrac che ha portato all’espulsione di Cavalli. Rosso severo, senza dubbio, ma pure in questo caso la Varesina si è consolidata e ha tenuto il pallino del gioco. Paure e fantasmi del passato sono però ancora ben presenti e sono emerse con prepotenza nel finale: per l’ennesima volta i rossoblù sono stati rimontati e, a tempo scaduto, è servito un miracolo di Caverzasi ad evitare la beffa.

Incredulità e silenzio al triplice fischio: quello della Varesina sembra un loop senza via d’uscita, ma non può non esserci luce in fondo al tunnel. La settimana corrente sarà di vitale importanza per le Fenici: mercoledì sfida al Milan Futuro per i trentaduesimi di Coppa Italia (distrazione dal campionato o possibilità da cogliere per invertire il trend?) e domenica mini-trasferta a Castellanza per un derby che può valere tantissimo in chiave morale e classifica.

Matteo Carraro

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