96 anni e sentirli tutti. Il secolo scarso di storia (raggiunto proprio oggi) pesa sul presente della Pro Patria meno di quanto non faccia una classifica che fa spavento solo a guardarla. Con il Como alla porta (e il Pordenone già sul pianerottolo), l’urgenza di fare punti va quindi a braccetto con la necessità di difendere un passato dagli echi lontani ma ancora luccicanti. E allora la sfida di domani allo “Speroni” rappresenta un crocevia da non bucare. Montanari deve fare a meno di Palumbo, Cannoni, Botturi e Terrani, mentre recupera tra i convocati Cannataro. Sul campo dovrebbe essere confermato il 4-2-3-1 (modulo “casalingo” che nel residuo di stagione potrebbe essere alternato con un sistema “da trasferta”) con Lamorte in difesa e Bovi sulla mediana uniche variazioni rispetto all’undici di Mantova.
Quindi Melillo tra i pali, Guglielmotti, Lamorte, Pisani e Taino dietro, Calzi e Bovi in mezzo, D’Errico, Serafini e Candido alle spalle di Baclet. Di fronte un Como ondivago che rispetto al drammatico 4-3 dell’andata presenta in panca non più Colella ma Carlo Sabatini. Ma chi, quel Carlo Sabatini? Sì, proprio quello, l’allora tecnico del Padova ai tempi del playoff del 2009. Acqua passata che però continua a macinare nella memoria collettiva del popolo tigrotto. Dirige Antonio Di Martino di Teramo, già arbitro della vittoria di Pordenone (ma anche di due sconfitte più datate con la Cremonese l’anno passato e con il Venezia due stagioni fa). A precedere la gara un minuto di raccoglimento per onorare la memoria di Emidio Cavigioli. Uno per cui vale ancora la pena di spegnere 96 candeline.
I 20 convocati per il match di domani (stadio “Speroni”, ore 14.30) con il Como: Arati, Baclet, Bovi, Brunori, Calzi, Candido, Cannataro, Casolla, D’Errico, Giorno, Guglielmotti, Lamorte, Melillo, Moscati, Perilli, Pisani, Ryustemov, Serafini, Taino, Zaro.
Giovanni Castiglioni