La situazione all’Ossola è calda, caldissima. I visi sono tutti lunghi e tristi, c’è poca voglia di parlare. Il clima di sfiducia s’era già notato durante la partita: al gol di Sansone molti tifosi avevano abbandonato le gradinate, in tutti i settori dello stadio. Probabilmente alcuni esponenti della Curva volevano raggiungere la parte dello stadio retrostante alla tribuna, ma la strada era già sbarrata dalla polizia da entrambi i lati. Per questo, alla fine della partita non s’è vista nessuna “contestazione” vera e propria, ma solamente tanta amarezza e un clima difficile. C’è stato anche un confronto fra Imborgia, D’Aniello e una rappresentanza di tifosi, che hanno invitato lo stesso vicepresindente ad andarsene dalla squadra. Probabilmente presto ci saranno novità: poi Imborgia si è diretto negli spogliatoi senza rilasciare alcun tipo di dichiarazione.

IMG_1727Bocche cucite fra la maggior parte dei tifosi, ma Giacomo (foto a lato) ci tiene comunque ad esporsi: “Chi è colpa del suo mal -esordisce -, pianga se stesso. Che senso aveva acquistare difensore come Rossi se in rosa avevamo già giocatori adatti per questo tipo di gioco come Rea, Borghese, Luoni e Simic? Non era meglio concentrare sforzi economici e mentali su altro tipo di calciatori, ad esempio d’attacco? Non è colpa del mister, perché non può cambiare gli eventi tutt’a un tratto. Ha bisogno di tempo. Credo che in definitiva la colpa sia del mercato invernale”. Sono domande che si fanno la maggior parte dei tifosi: il tempo per rispondere diminuisce sempre di più. Anche in sala stampa i commenti mettono in luce la scarsa consistenza del Varese di oggi.

“Nel primo tempo – dice Silvio Peron de La Prealpina – i biancorossi sono andati bene. Corsa e grinta hanno portato al gol di Corti. Nella ripresa è uscito il Bologna e il suo maggior tasso tecnico. Il Varese è stato sfortunato anche oggi, ma penso che rispetto alla prestazione contro il Brescia siamo sulla giusta strada. Ci vuole attenzione, Dionigi deve lavorare sull’aspetto psicologico”.

Più critico Roberto Pelucchi, inviato della Gazzetta: “Mi sembra che alla lunga si sia vista una differenza di due categorie fra le due squadre. Il primo tempo è stato chiuso in vantaggio con un solo tiro in porta, la partita è stata difensiva. Dionigi ha un compito difficilissimo: ricostruire la squadra dal punto di vista mentale e ritrovare la convinzione. Mi ha lasciato perplesso la panchina di Zecchin: lui può risolvere le situazioni con un colpo. Anche perché le alternative non sono eccelse”.

Luca Mastrorilli