La linea più breve tra due punti non sempre è quella retta. Anzi, nel calcio quasi mai. Certamente non alla Pro Patria dove un buon modo per rendersi la vita più difficile lo si trova quasi sempre. L’Ufficio Complicazioni Affari Semplici ha rischiato di colpire anche a Monza dove l’ennesimo rigore (con annessa espulsione) causato da Guglielmotti non ha però impedito la gioia dei tre punti. L’analisi di Montanari parte dalla preparazione del match: “Avevo molta fiducia avendo visto con quale intensità i ragazzi avevano preparato la partita. E’ vero abbiamo sofferto più del dovuto, ma un gol straordinario ci ha tolto dagli impacci”. La rinuncia (forzata o meno) ad uno dei quattro davanti (nella circostanza D’Errico) ha regalato l’equilibrio che forse si cercava: “E’ la storia della coperta corta. Magari perdiamo qualcosa dalla cintola in su ma la squadra è più quadrata”. L’aggancio al Pordenone in parte riabilita il pareggio di mercoledì: “La traversa di Ravasi potrebbe essere stato il punto di svolta della stagione. Voglio pensare che lassù qualcuno abbia voluto darci una mano”.
imageIntanto, quaggiù ci ha pensato Matteo Serafini, autore di una doppietta e di una prova di incalcolabile spessore: “Mi sarebbe piaciuto segnare anche il secondo rigore ma, in fondo è andata bene anche così. Sono passati quasi 8 anni (10 marzo 2007) dalla tripletta a Buffon… ci sono andato vicino un’altra volta. Avevamo una gran voglia di scacciare via la paura: abbiamo raggiunto l’obiettivo”. Il ritorno al gol (atteso da 92 giorni) meriterebbe una dedica che il capitano invece preferisce lasciare sospesa: “Spero possa essere davero una svolta. Lo spero per tutti. Per la squadra, i tifosi, la società”.
imageE magari anche per Francesco Giorno che dopo aver mandato al manicomio Pisani con qualche giocata disinvolta, ha illuminato il finale di partita con l’assist del successo: “Diciamo che il Piso è stato molto persuasivo nel consigliarmi di non prendere certe libertà. Per la palla a Teo sono contento. Probabilmente la posizione di mezzala è quella in cui mi esprimo al meglio”.
E se pensate che i due rigori sul groppone possano avere inviperito il mister della Giana Albè, avete colto nel segno. Ma per ragioni opposte a quelle abituali: “Se qualcuno ha immaginato che potessimo fare della Pro Patria un sol boccone, non capisce niente di calcio. Magari anche il presidente…”. E l’arbitraggio? “Non mi voglio attaccare a niente. Ho visto molta superficialità e presunzione da parte dei miei ragazzi. Le altre cose ci possono stare”. Se non fosse che i posti son contati, verrebbe da augurargli la salvezza.

Giovanni Castiglioni

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