CECCO: dai Beppe, gira e rigira trascorre sempre un mese prima che tu ti faccia vivo… E le tue promesse? Proprio da marinaio…
BEPPE: vuoi che ti risponda che hai ragione? Te lo dico… Però non posso stare sempre lì a pensare che tu ed io dobbiamo trovarci e chiacchierare di questo o di quello. E poi non credo che ciò che ci raccontiamo sia davvero così interessante…
CECCO: mah, stanno accadendo tante e tali cose in quest’ultimo periodo da lasciare letteralmente allibiti. Non ti pare?
BEPPE: mi pare, mi pare… Dimissioni di Laurenza, esonero di Bettinelli, arrivo di Dionigi, cacciata di Dionigi, richiamo di Bettinelli, arrivo di Cassarà… Anche la decisione di sospendere Corti per la durata della squalifica di due giornate dopo l’espulsione contro il Frosionone mi pare una esagerazione: d’accordo, Corti ha sbagliato, però 1) Daniele lo si conosce e si sa che a volte può eccedere, ma per generosità; 2) ce la si prende con uno che al Varese qualcosina ha dato: se gli altri, tutti gli altri della rosa, avessero dato un decimo di ciò che ha dato lui al Varese in questi anni, oggi la classifica sarebbe migliore. E ho parlato di una sola società. E dall’altra parte, fronte basket, dimissioni di Vescovi, dimissioni di Pozzecco, arrivo di Caja…
CECCO: beh, non tutto nell’ultimo mese… A proposito, qual è stata, secondo te, la vera “notizia del mese”, quella che davvero ha scosso o potrà scuotere?
BEPPE: beh, direi senz’altro la retrocessione del Varese, ormai acquisita. Sino a un mese fa, la situazione era ancora incerta e si poteva sperare in una svolta; adesso credo proprio che non ci sia più nulla da fare: la classifica è impietosa, non servirebbe solo un miracolo ma una serie di miracoli e per questo non credo che ci sia qualcuno attrezzato. Almeno non lo vedo al Varese. Come si può recuperare una decina di punti di ritardo? Impossibile! Ci dicono di crederci fino alla fine, ma la vedo comunque impossibile.
CECCO: allora si aprono già gli interrogativi sul futuro del Varese 1910: continuerà in LegaPro o dovrà ripartire (ammesso che qualcuno si renda disponibile a farlo ripartire come fecero Riccardo Sogliano e gli altri personaggi di buona volontà che lo affiancarono nel 2004) dai campionati minori?
BEPPE: eh sì, questo è il vero interrogativo. Personalmente non sono ottimista, nel senso che, oggi come oggi, la partecipazione al campionato di LegaPro sarebbe il massimo auspicabile da chiunque abbia a cuore le sorti biancorosse. Però questa cosa si scontra, a mio parere, con il debitone che accusano le casse del Varese 1910: se la società continua, continua anche il debito, una decina di milioni di euro, magari 6-7 milioni nel caso in cui la cosiddetta ristrutturazione dovesse andare in porto. Ma un buco così sarebbe difficilmente sopportabile per chiunque avesse anche le migliori intenzioni.
CECCO: e quindi?
BEPPE: e quindi credo che alla fine non resterà che il fallimento del Varese 1910 (malgrado gli sforzi di Laurenza per evitare questa soluzione che pagherebbe a carissimo prezzo sul piano personale e imprenditoriale) e la eventuale, possibile ripartenza dalla serie D, se non addirittura dall’Eccellenza, come accadde nel 2004. I “soliti noti”, gli imprenditori Claudio Milanese e Paolo Orrigoni, si sono dichiarati disponibili a dare una mano ma solo a certe condizioni.
CECCO: e cioè?
BEPPE: e cioè senza un debito così enorme da affrontare. Come dar loro torto?
CECCO: se tu dovessi stilare una classifica dei colpevoli di questa situazione, chi metteresti in testa?
BEPPE: nessun dubbio, al primissimo posto piazzo Nicola Laurenza. Lo dico con tutto il rispetto per la sua passione e per i quattrini che ha messo in questa impresa (anche se credo poco alla cifra che lui ha dichiarato, cioè 7,5 milioni di euro, prima da sponsor e poi da proprietario). Nessuno gli ha messo una pistola alla tempia e neppure alla nuca per fargli prendere il Varese: come è noto, Antonio Rosati avrebbe voluto cedergli solo il 30 per cento delle azioni e lui invece ha voluto la società per intero (o meglio, l’83 per cento, considerando il 10 per cento di Montemurro e il 7 per cento dei soci napoletani). Non sapeva del debitone? Lui ha dichiarato che se n’era reso conto ma che, nonostante questo, non aveva ritenuto di desistere, pensando che un passo indietro avrebbe provocato un danno d’immagine alla sua azienda. Peggio ancora se del debitone non si fosse reso conto: tutti a Varese sapevano che la società era una pessima pagatrice e che lasciava “buchi” ovunque, dunque Laurenza non ha giustificazioni. Ha fatto il passo più lungo della gamba, lui ci ha rimesso dei quattrini e, quel che è peggio, il Varese rischia di sparire, esattamente come sparì undici anni orsono.
CECCO: già, come undici anni orsono. Trovi analogie tra Nicola Laurenza da una parte e Mario e Claudio Turri dall’altra?
BEPPE: potrei dirti che il risultato sarà lo stesso. Sia Laurenza sia i Turri sono stati mossi principalmente da un misto tra passione per il calcio (ma non per il Varese) e desiderio di mettersi in mostra. Poi però sono stati travolti dagli eventi. Da una parte i Turri, incompetenti malgrado Mario avesse fatto il guardalinee anche in serie A, sono stati mal consigliati e forse qualcuno ha approfittato di loro (se non ricordo male, a un certo punto il Varese aveva 44 giocatori tesserati a contratto!); dall’altra, Laurenza non ha dato retta a chi gli dava i giusti consigli su che cosa fare e di chi fidarsi e soprattutto di chi non fidarsi. Tutto inutile. Alla fine, tirata la fatidica riga, il risultato sarà amaramente lo stesso.
CECCO: proprio non concedi chance al Varese…
BEPPE: dai, siamo seri… Certo, l’aritmetica è per ora di diverso avviso ma ormai… Vuoi che sia un inguaribile ottimista? …Che non sono! Lasciamo a D’Aniello & C. il compito di lavorare per salvare i conti e a Bettinelli quello di salvarsi sul campo e sono pronto a rimangiarmi tutto.
CECCO: Corti si è fatto buttare fuori proprio nella partita decisiva…
BEPPE: allora, con Corti in campo sino alla fine le cose non sarebbero cambiate di molto, anche se battere il Frosinone avrebbe significato poter dare una svolta. Certo, imperdonabile da parte di Daniele, il quale, con la fascia di capitano al braccio e già ammonito solo tre minuti prima, deve avere pensato di poter protestare con forza avendo una sorta di immunità: “Mica mi potrà buttare fuori”, avrà pensato. E invece, immaginando anche come deve essersi rivolto all’arbitro Saia (“Mi scusi tanto, signor arbitro, ma io non sarei proprio del tutto d’accordo sui suoi ultimi fischi…”), è stato bastonato. E con lui il Varese.
CECCO: l’abbiamo tirata lunga sul Varese ma ne valeva la pena. Anche se sentire da te che non c’è più nulla da fare e che si rischia la sparizione o, nell’ipotesi migliore, la ripartenza dai livelli di undici anni fa mi fa male al cuore. Molto diversa la situazione della Openjobmetis…
BEPPE: beh, la Pallacanestro Varese, per fortuna, non rischia di sparire e neppure di retrocedere. Anzi, guarda, sono convinto che da qui alla fine del campionato, in particolare se riusciranno a recuperare a una condizione almeno decente sia Kangur sia Diawara, potrà togliersi qualche soddisfazione.
CECCO: malgrado questo Maynor che a me non piace per nulla…
BEPPE: perfettamente d’accordo. Secondo me, è in realtà il fratello di quello che ha giocato per cinque anni nella Nba… Ricordi quello che ti avevo detto al suo arrivo?
CECCO: certo: che non era un buon difesore. Direi che ci hai azzeccato ma non è neppure un grande attaccante, se si eccettuano gli assist.
BEPPE: mah, degli assist che vengono attribuiti oggi abbiamo già parlato abbondantemente in passato. Ecco, in una cosa Maynor è bravo e cioè a servire Jefferson o gli altri compagni per le schiacciate volanti che una volta sapeva fare solo Bertolotti e che adesso invece sono alla portata di tutti. O di molti.
CECCO: invece Jefferson è mica male…
BEPPE: perfettamente d’accordo con te anche in questo caso. Jefferson è la dimostrazione che si può pescare felicemente anche in quella che una volta era la serie A2 ma… con giudizio.
CECCO: sentiamo, chi terresti per la prossima stagione?
BEPPE: eh, bella domanda… Sicuramente Jefferson e Eyenga ma ci metto anche Rautins: difficile trovare un tiratore come lui. Aggiungo Casella, suo cambio naturale e meritevole di un’altra chance. Mi riservo una risposta su Okoye, che manderei a giocare per un anno in A2. Uno come Kangur, per caratteristiche (è fisico e gioca sotto e fuori), lo terrei sempre ma in che condizioni è la sua schiena? E su Diawara si può far conto?
CECCO: quindi ne terresti sicuramente tre-quattro. E chi piglieresti?
BEPPE: uno che mi mostri un orologio… Hai visto che ora abbiamo fatto? Mi prendo un po’ di tempo per la risposta alla tua domanda ma ti dico già che cercherei due italiani, almeno uno dei quali da quintetto. E baderei più alle qualità “da spogliatoio” che a quelle di giocatore sul campo. Detto questo…
CECCO: ho capito, alla prossima…
BEPPE: perfetto, alla prossima…

Cecco&Beppe