Sabato di Pasqua sul campo per la Pallacanestro Varese che dopodomani alle ore 20:30 affronterà Bologna all’Unipol Arena. Match prezioso per la compagine biancorossa ancora alla ricerca della matematica salvezza con una piccola fiammella di speranza accesa per i playoff. La faccenda, però, non sarà per nulla semplice.

«Affrontiamo una partita estremamente difficile -spiega infatti Attilio Caja in conferenza stampa– perché Bologna ha dimostrato di essere una squadra forte, che merita la classifica che ha e che è in piena lotta per accedere alla post-season. Motivo per il quale ha chiamato i suoi giocatori all’ordine che saranno dunque agguerriti ed energici per ottenere la posta in palio. Per contrastarli dovremo mettere sul parquet le stesse caratteristiche, considerando che loro in casa hanno perso soltanto due partite. Dobbiamo fare un salto importante per capire l’intensità e l’agonismo da mettere; solo dopo sarà il turno di fare considerazioni tecniche facendo attenzioni a giocatori come Allan Ray, la vera stella della squadra, White ed Hazell, che possono essere due varianti molto importanti dal punto di vista atletico e a rimbalzo. Senza dimenticare il gruppo italiano composto da Fontecchio, Imbrò e Mazzola».

«La preparazione alla partita -ha poi proseguito- è la stessa che abbiamo fatto per quella contro Brindisi. Bologna, tra le mura amiche, ha numeri pazzeschi e inoltre, rispetto all’Enel, gioca con più intensità ed energia mantenendo ugualmente alto il livello di forza e competitività. Se guardiamo i nomi della Granarolo, forse, non ci saremmo aspettati una stagione così esaltante; e invece sono stati bravi perché hanno dato continuità ad alcune situazioni dello scorso anno, aggiungendo nomi che, però, erano già consolidati con l’allenatore. Poi sono stati bravi a trovare e creare la giusta chimica».

E Varese? Come sta?
«Noi abbiamo alternato situazioni buone ad alcune meno positive. A livello mentale alcuni dei nostri devono capire cosa voglia dire giocare all’interno di un palazzetto così. Devono essere forti sotto tutti i punti di vista; se si approcciano al match da “morbidi” c’è il rischio che vengano sommersi. Diawara? Giocherà. Kuba è molto utile alla nostra causa, ma se non gli facciamo riacquistare il ritmo partita schierandolo in gara, allora, non recupererà mai. Sono sicuro che farà bene; lui ci tiene e si vede anche a livello di partecipazione in allenamento, dove ha dimostrato cifre importanti. Ho fiducia in lui. Ci può dare quella pericolosità dal perimetro che Okoye, che si sta allenando bene con enorme professionalità, non ci può dare perché ha caratteristiche diverse».

Marco Gandini