L’Under 16 ha staccato il pass per la seconda fase del campionato regionale di categoria, lo stesso gruppo o quasi che milita in Serie D è stabilmente nelle prime posizioni in classifica: una stagione che fino ad ora ha riservato quindi grandi soddisfazioni alle giovani farfalle e a coach Giacomo Iudica che da tre anni guida le ragazze Under 16 nel loro percorso di crescita e di maturazione tecnica, ma non solo.

 

La tua Under 16 è vicecampione provinciale 2015 e adesso sta proseguendo nel suo percorso anche in ambito regionale. Qual è il bilancio che ti senti di tracciare finora?
“Posso ritenermi davvero contento, stiamo andando molto bene. L’aspetto più difficile è però far mantenere sempre la concentrazione alle giocatrici perché appena archiviamo un impegno dobbiamo subito prepararci per il successivo. La squadra sta rispondendo bene, anche se devo ammettere che non è così semplice essere sempre al massimo della condizione fisica e mentale. Domenica ci aspetta il secondo turno della fase regionale (qui le squadre da affrontare) e puntiamo ad arrivare prime in classifica nel girone per approdare direttamente in semifinale”.

Non solo Under 16. Quella in corso per la Serie D è un’ottima annata.
“Stiamo disputando un campionato eccezionale. Abbiamo giocato alla pari contro tutte le squadre tranne contro Novate e Psg Volley che sono le prime due in graduatoria e che hanno dimostrato di esserci superiori. Contro di loro avremo però il ritorno in casa e sono sicuro che potremo dare loro del filo da torcere. Oltre a vincere 14 delle 21 partite giocate, abbiamo anche espresso un bel gioco e devo dire un “brave” alle mie atlete”.

UYBA fase regionale under 16Nonostante sia più competitivo, sembra che le ragazze si esprimano addirittura meglio nel campionato di Serie D.  Perché secondo te? Che differenza c’è per loro tra misurarsi nel campionato Under 16 e in quello di Serie D?
“Spesso me lo chiedo anch’io. Credo che le mie giocatrici riescano ad ottenere prestazioni e risultati migliori in Serie D contro ragazze più grandi rispetto a quelle offerte con le pari età perché arrivano più sciolte alla partita e con mente più sgombra. In Serie D spesso sono le altre compagini ad essere date per favorite, a dover dimostrare il loro valore e ad avere dunque più pressione. Noi non avvertiamo queste sensazioni in Serie D, quanto nel campionato Under 16 dove spesso siamo considerati superiori alle avversarie. Forse ci lasciamo un po’ prendere dall’emotività”.

Ogni estate si ricrea un gruppo diverso rispetto alla stagione precedente: ci sono arrivi, partenze e passaggi nell’Under 18. Cosa ti spinge a ricominciare da capo o quasi tutti gli anni?
“È sempre bello per me ed è anche una sfida. Cerchiamo di formare un gruppo più competitivo ad ogni annata che inizia e ci stiamo riuscendo molto bene. Questo in corso è il terzo anno che disputiamo il campionato Under 16 e la Serie D e di stagione in stagione noto che l’appeal della Futura Volley Giovani cresce in modo esponenziale. Tre anni fa abbiamo formato la squadra con le ragazze che avevamo in casa e non abbiamo avuto nessun nuovo arrivo; ora, invece, Busto è una piazza ambita dalle giovani così come lo è Orago. La società si è impegnata e si impegnerà ancora a portare in biancorosso atlete per l’Under 18, che rimane la compagine di punta del settore giovanile, ma ha cominciato anche a cercare all’esterno qualche buon prospetto per l’Under 16 e le ragazze rispondono entusiaste alla nostra chiamata. A me spetta il compito di plasmare e far crescere questi talenti e avviarli verso il loro futuro”.

Chi tra le atlete che stai allenando può essere un buon prospetto per il futuro e potrebbe ripercorrere la strada di Degradi e della stessa Angelina?
“Per adesso penso che Virginia Peruzzo sia la giocatrice più avanti dal punto di vista fisico e tecnico ed è il punto di riferimento per le compagne. Pur essendo una classe 2000, si aggrega spesso all’Under 18 e anche alla B1. Inoltre, voglio menzionare Beatrice Negretti (classe 1999) che si è meritata il premio come miglior libero alle finali provinciali Under 16 e Under 18”.

Iudica e staff under 16Passando a te, quando è iniziata la tua carriera da allenatore?
“Ho cominciato ad allenare alcuni anni fa quando, da Trento, sono arrivato a Milano per frequentare l’ISEF. La mia prima tappa è stata Cislago: una mia compagna di università giocava lì e mi sono avvicinato a quella società che poi sarebbe diventata la Futura Volley. Da quattro anni sono coach della Futura Volley Giovani; all’inizio ho allenato l’Under 13, mentre ora da tre stagioni guido l’Under 16”.

Hai giocato anche tu a pallavolo? In quale ruolo?
“Da ragazzo ho giocato a Trento in Serie C. Poi, una volta a Milano, ho trovato lì una squadra e successivamente ho giochicchiato anche a Segrate, a Ferno e a Morazzone. Però, da quel punto in avanti mi sono dedicato prevalentemente ad allenare e quando ho giocato l’ho fatto solo per passione e non per ambizione. Ho fatto il palleggiatore, poi lo schiacciatore-ricevitore e credo di essere stato un libero ante litteram, quando ancora quel ruolo non esisteva”.

Oltre ad allenare, sei anche insegnante di educazione fisica alla scuola secondaria di primo grado di Sumirago. Che tipo di insegnante e di allenatore sei?
“Praticamente faccio quasi lo stesso lavoro tutto il giorno, al mattino a scuola e al pomeriggio in palestra. Posso dire che non è per niente facile avere a che fare con i figli degli altri e con persone che si aspettano sempre tanto da te; tutto questo è un po’ stressante, non lo nego. Ritengo comunque di avere instaurato un buon rapporto con colleghi, alunni e con le ragazze che alleno; sono inserito bene e a scuola ho preso il posto di un altro allenatore di pallavolo, Giuseppe Bosetti”.

Cosa ti senti di dire ad una ragazza che vuole diventare pallavolista? Quali sono i tuoi consigli?
“Oltre all’aspetto sportivo, le ragazze devono crescere anche dal punto di vista educativo e morale e noi allenatori dobbiamo accompagnarle in questa evoluzione. La pressione sulle giovani atlete è molta: si inculca loro il concetto di dover giocare e di dover vincere, spesso anche a discapito del divertimento. Penso che lo sport sia una bella palestra per la vita vera, per il diventare adulti e quindi si deve imparare ad accettare successi e sconfitte, il fatto di diventare una vera pallavolista oppure non riuscirci; tutto questo fa parte della vita. Oltre agli insegnamenti tecnici, dunque, l’educazione e il valore morale dovrebbero ritornare centrali anche in ambito agonistico”.

 

COACH MATTEO LUCCHINI

Laura Paganini
(foto www.ilnostrovolley.eu)