Ekaterina Lyubushkina è forse la migliore sorpresa dell’annata biancorossa: arrivata per sostituire l’infortunata Freya Aelbrecht, la venticinquenne russa si è fatta notare fin dall’inizio a suon di ottime prestazioni e per la sua proverbiale grinta. La sua prima esperienza fuori dai confini russi la sta consacrando ad altissimi livelli e i tifosi bustocchi gongolano. Conosciamo un po’ di più la farfalla numero 1.

 

Quale è stata la prima cosa a cui hai pensato quando ti hanno comunicato che avresti giocato in Italia a Busto Arsizio?
“Mi sono emozionata molto. Ho saputo di questa possibilità di sera e mi sono presa una notte per pensarci, anche se in cuor mio sapevo già la risposta. Al mattino non ho avuto dubbi e ho accettato”.
Lyubushkina a muro vs Casalmaggiore by MedauQuali sono le differenze principali tra il campionato russo e quello italiano?
“Non ci sono grandissime differenze perché trovo che in entrambi i tornei ci siano ottime giocatrici. Quello che ho notato maggiormente, però, è la diversa velocità con cui si sposta la palla: in Russia c’è un gioco più lento rispetto all’Italia e avevo più tempo per andare a muro; qui, invece, la palla viaggia con più rapidità e devo essere più reattiva negli spostamenti”.

Quale è stata la prima cosa che hai pensato quando sei arrivata in Italia?
“All’inizio avevo quasi paura della gente perché mi sembravano tutti così strani attorno a me… Gli italiani sono più calorosi dei russi, danno subito confidenza e questa cosa nei primi giorni a Busto mi ha spaesato un po’, devo ammetterlo”.

È stato molto difficile ambientarti?
“No, non è stato difficile ambientarmi perché nella mia carriera ho cambiato più volte casa e città, anche se sempre in Russia, ed ero già abituata ai trasferimenti. Dopo i primi giorni di assestamento, devo dire che mi trovo bene a Busto. Ho anche un buon senso dell’orientamento e ho imparato in fretta le strade”.

Senza la tua traduttrice Elena come sarebbe la tua vita qui? Quanto andate d’accordo tu e l’italiano da 0 a 10?
“Sono contenta che ci sia stata Elena fin dall’inizio, mi ha dato e continua a darmi una grande mano. In squadra, poi, Havelkova e Wolosz conoscono qualche parola di russo e anche loro mi aiutano. Quello che ho cominciato a capire pian piano non è stato l’italiano in sé che mi può servire tutti i giorni, quanto le parole di Parisi; spesso capisco una parola sì e una no e cerco di collegarle per comprendere bene cosa mi sta dicendo”.

Lyubushkina e Havelkova by MedauCome comunicate tu e le tue compagne quando Elena non c’è? Dicono che gli italiani parlano con le mani, a gesti, e i russi?
“Quando Elena non c’è parlo soprattutto con Havelkova che mi fa da traduttrice. Quando lei non riesce a comprendere bene magari qualche mio problema fisico parlo anch’io a gesti con Michele e con Marco Forte. Stando qui ho imparato un sacco a farmi capire a gesti. Voi italiani gesticolate moltissimo e spesso quando io e mio marito siamo a passeggio ci divertiamo a vedere quanto gesticolate!”.

Tutti gli stranieri adorano la cucina italiana. A te invece cosa manca di più della cucina russa?
“Il grechka che è una sorta di insalata di grano saraceno, mi piace molto”.

Durante alcune partite abbiamo visto tuo marito sugli spalti. Viene spesso a trovarti?
“E’ venuto per un periodo qualche mese fa e anche ora è qui con me e rimarrà a Busto fino alla fine della stagione”.

Cosa ne pensi che la tua sciarpa sia quella più acquistata dai tifosi?
“È la prima volta nella mia carriera che mi capita di vedere il mio cognome su una sciarpa e mi fa tantissimo piacere vederlo scritto addirittura in russo. Ringrazio di cuore tutti i tifosi”.

Hai già dei progetti per la fine della stagione? Vista la mole di impegni uno dietro l’altro, non ti piacerebbe partire subito per una bella vacanza?
“Adesso no, non penso alle vacanze perché ho nella testa soltanto di finire nel miglior modo possibile la nostra annata. Nel giorno di pausa che segue la partita cerco sempre di ricaricarmi fisicamente e di liberare la mente; per ora va bene così. Di vacanze se ne riparlerà tra un po’. Credo comunque di avere due settimane di stacco e poi ricomincerò ad allenarmi”.

UYBA - Dinamo Mosca Lyubushkina by Stefano MoroniCosa si prova ad aver battuto nei playoff a 6 di Champions League una squadra del proprio Paese, ossia la Dinamo Mosca?
“La Dinamo era la squadra che più di tutte volevo battere e sono felicissima di avercela fatta con l’aiuto delle mie compagne. Queste vittorie hanno un sapore speciale per me perché contro la Dinamo ho giocato molte volte quando vestivo la maglia dell’Odintsovo e la maggior parte delle volte ad avere la meglio, anche in alcune finali, è stata la Dinamo. Adesso invece mi sono presa una bella rivincita”.

Abbiamo tutti l’impressione che la Russia sia un paese “freddo”: cosa puoi dirci per smentire questa cosa?
“Penso che noi russi non siamo freddi, forse siamo più seriosi. Vedo che gli italiani sorridono di più, sono più espansivi, noi no, siamo più rigidi e più impostati anche nelle attività quotidiane come l’andare al lavoro o all’università”.

Alle ragazze russe piacciono gli italiani?
“Ahah, sono una donna sposata e non posso rispondere dal mio punto di vista che è quello di una donna. So di per certo, tuttavia, che agli uomini italiani piacciono molto le ragazze russe”.

La tua serata ideale come dovrebbe essere? A casa con il marito o in discoteca con le ragazze?
“Ora come ora non mi interessa più di tanto andare in discoteca. Sono piuttosto casalinga e anche mio marito preferisce stare in casa sul divano a guardare la televisione. Quando non ero sposata e quando avevo qualche anno in meno, però, andavo spesso in discoteca con le mie amiche e mi divertivo molto”.

Lyubushkina schiacciata by MedauNei giorni liberi dagli allenamenti cosa ti piace fare? Impari l’italiano, dormi, guardi la tv?
“A me piace tantissimo camminare e nei giorni in cui non ci siamo allenate più volte sono andata a Milano anche da sola. Insieme a mio marito sono andata a visitare alcuni paesi sul Lago di Como, siamo stati a Venezia, che è davvero una città magica che non avevo mai visto prima; l’ho portato a Milano e recentemente siamo stati al cimitero monumentale di cui ho apprezzato molto l’architettura”.

I tifosi di Busto ti hanno subito amata sia per la qualità di gioco dimostrata sul campo sia per la tua disponibilità, la semplicità ed il tuo sorriso fuori dal campo. Quando alcuni tifosi (diversamente giovani) ti parlavano in dialetto bustocco sorridevi e rispondevi… Vuol dire che il bustocco è simile al russo?
“Ahah! In italiano ci sono delle parole che sono molto simili al russo e magari io capisco qualche parola e tento di rispondere qualcosa”.

 

Michela Guarino e Manuel Prearo
si ringrazia Elena Colombo per la traduzione
(foto di Salvatore Medau)