Il Varese è in coma. In una situazione di classifica praticamente irriparabile e di società in estreme difficoltà economiche, a dare un’ulteriore mazzata al club biancorosso è stato un gruppo di vandali che nella notte ha devastato lo stadio a tal punto che si è dovuta rinviare la sfida odierna contro l’Avellino.

Dunque c’è chi vuole staccare definitivamente la spina al Varese, ma dall’altro lato c’è chi invece non si arrende e vuole tenerlo in vita. Il direttore generale Giuseppe D’Aniello ha parlato così alla stampa: “Mi vergogno per loro. L’episodio va condannato oggettivamente e chiedo scusa all’Avellino, ai loro tifosi e anche ai nostri che sarebbero venuti comunque a sostenerci. Capisco la rabbia, nessuno vorrebbe mai trovarsi in questa situazione societaria, ma quel che è rimasto è presente e stiamo facendo di tutto per porre rimedio al rimediabile. Cercare significa provarci in tutti i modi. Abbiamo dovuto optare per il rinvio perché non c’era il tempo di sistemare tutto. Abbiamo subito avvisato l’Avellino che si è dimostrato estremamente corretto. Avrebbe potuto approfittarne e fare reclamo, invece non l’ha fatto. I tifosi ospiti sono subito stati bloccati e fatti tornare indietro”.

Sulla situazione societaria spiga: “A morire c’è tempo. Rilevare un club con i debiti che non sono né pochi né tanti e che probabilmente giocherà in una categoria inferiore è da matti, ma nel Varese si può investire. Di certo le trattative che stiamo portando avanti non vengono aiutate da episodi come quelli di oggi. Tornassi indietro non rifarei la corsa disperata con Laurenza per iscrivere la squadra. Non ha portato a nulla di positivo, ma lì c’era la speranza di veder salire qualcuno sul carro. La stessa che io ho ora. Finché c’è vita c’è speranza. Cassarà? C’era da mettere una pezza; allora evitare due punti era fondamentali. Oggi non servirebbe più; ciò che serve è la soluzione definitiva. I debiti del Varese sono più che altro con l’erario e possono essere spalmati. Così come quelli con i fornitori. Noi ci stiamo provando e solo chi non opera non fa errori”.

Elisa Cascioli