Per l’Insubria quella appena conclusa è stata una stagione difficile e tormentata, conclusasi con una retrocessione, la seconda in due anni, che pone la parola fine all’impegno della società a livello di prima squadra. Confermata, anzi rafforzata, l’attività nel settore giovanile.

A cercare di spiegare i perché di una stagione amara è il dirigente accompagnatore Alessio Cosenza: “A inizio stagione eravamo partiti per centrare la salvezza, però la molta inesperienza di un gruppo di buon livello, ma molto probabilmente troppo giovane, unita a un po’ di sfortuna, ha reso fin dalle prime giornate il nostro cammino difficile. L’inesperienza, un inizio avaro di soddisfazioni hanno portato a una generale sfiducia e mancanza di convinzione nel nostro potenziale. Stato d’animo, quest’ultimo, molto amplificato nei giovani quando non ci sono risultati. La sfortuna poi si è accanita quando all’inizio del girone di ritorno avevamo cominciato a fare punti e, nella trasferta di Besnate, abbiamo perso il nostro perno difensivo, Pigato”.

Insubria bambiniLa notizia della dismissione della prima squadra e il rinnovato e potenziato sforzo nel settore giovanile arriva per bocca del direttore generale, Cosenza senior: “Dopo questa retrocessione, come società abbiamo deciso di terminare il nostro impegno a livello di prima squadra, liberando i giocatori. All’interno di un progetto come il nostro, la prima squadra ha senso solo se si rimane in certe categorie; una prima squadra in Seconda categoria non si può conciliare con un settore giovanile importante nei numeri e nella qualità come il nostro”. Disimpegno in termini di prima squadra, ma nuove energie e risorse nel settore giovanile, come precisa sempre il direttore generale: “Continueremo il nostro impegno nel settore giovanile, rinnovando le strutture del campo sportivo di Carnago che, unitamente ai centri di Schianno e Gazzada, costituiscono nostre basi operative, mantenendo tutte le formazioni fino alla Juniores regionale”.

Si torna a parlare di prima squadra e di bilancio stagionale con mister Piana, il quale precisa le motivazioni della sua scelta coraggiosa di subentrare in corsa: “Avevo una grande voglia di rientrare nella mischia e questo mi ha portato ad approdare all’Insubria a girone di ritorno in corso, con la squadra relegata nei bassi fondi della classifica”. Piana dà la sua lettura alla retrocessione maturata nell’ultima giornata: “La squadra aveva dei valori, ma era formata da troppi giovani, in più sfiduciati dall’andamento del campionato. A questo va anche aggiunto una società che, a mio avviso, è stata poco presente, che ha lasciato la squadra un po’ troppo in balia di sé stessa e degli eventi. Ai ragazzi, però, durante la mia gestione, voglio riconoscere il merito di essersi impegnati e di aver cercato sempre di giocare; cosa che in più di una occasione c’è anche riuscita”.

L’eccessiva inesperienza è anche la chiave di lettura fornita da capitan Capriolo: “Eravamo una buona squadra, ma troppo acerba. La mancanza di esperienza ci ha penalizzato e non è bastato esprimere un buon gioco in più di una partita. Il cambio del mister, poi, non ha dato lo scossone sperato e ancor prima l’infortunio di Pigato, nel nostro momento migliore in termini di risultati, ci ha tolto una pedina fondamentale nel nostro scacchiere difensivo”. Sul proprio futuro Capriolo conferma la sua permanenza come istruttore nel settore giovanile, mentre per il futuro di calciatore è tempo di guardare altrove: “Rimarrò nelle fila dell’Insubria come mister degli esordienti 2003, mentre per quanto riguarda il mio impegno sui campi come calciatore valuterò le proposte che mi sono arrivate”.

Marco Gasparotto