Che la stagione della Pro Patria avesse i toni della tragedia era già sufficientemente chiaro dalla statura sciagurata di alcuni protagonisti in scena. Il finale ha poi tolto ogni dubbio. L’alone fatalista non abbandona neppure il post partita. Pensieri e parole di Marcello Montanari: “La palla scottava tra i piedi e dopo un buon inizio abbiamo fatto fatica a metterli in difficoltà. In ogni caso fino al loro gol eravamo in partita”.
MontanariIl fatto del giorno rimane comunque la contestazione rusticana verso Pietro Vavassori costretto a sciropparsi lazzi e cachinni a frittata spadellata. La presenza del patron in tribuna alle orecchie del tecnico tigrotto ha il valore della notizia: “Ah, c’era? Noi non l’abbiamo visto”. Risposta che è la sintesi beffarda di tutta la stagione e che vale più del perentorio “Non retrocediamo!” che lo stesso Vavassori avrebbe riferito a qualche tifoso durante la pausa ghiacciolo a fine primo tempo. Purtroppo la categoria si è invece sciolta come il gelato di cui sopra.

Per chi si lecca le ferite, per converso, c’è chi, a pieno diritto, gioisce dell’impresa. Paolo Nicolato infila una serie di dediche e ringraziamenti da sfiorare l’elenco telefonico. C’è spazio anche per la Pro Patria: “So cosa si prova in questi momenti e mi sento di essere vicino a loro. Abbiamo preparato bene la gara ed eravamo sicuri di farcela. Siamo sempre stati convinti del nostro lavoro”.
Allineati e coperti anche l’autore del vantaggio Cruz e il portiere Furlan, autentico miracolato dei playout: “Dopo essere stato fuori così tanto tempo, non pensavo di essere così in palla. La parata più difficile? Sicuramente quella dell’andata”. Bocche ancora cucite nello spogliatoio biancoblu dove il solo Serafini si presenta quantomeno per il congedo. Finire così fa ancora più male.

Giovanni Castiglioni

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