Avendo dato spazio a tutte le squadre del settore giovanile del Varese, è il momento di occuparci della Scuola Calcio. E con chi parlarne se non con il responsabile Marco Caccianiga? È lui, infatti, il principale artefice della grande famiglia composta da ben 270 bambini suddivisi in 15 squadre che vanno dai Piccoli Amici nati nel 2005/06 sino ai Giovanissimi Professionisti di fascia B, nati nel 1999. “Facciamo un'attività particolare – spiega Caccianiga – perché, a differenza di quasi tutte le altre società, noi non prevediamo una selezione preventiva. Diamo la possibilità di giocare indistintamente a tutti. Poi ovviamente, in base alle capacità tecniche, c'è chi gioca subito contro le grandi squadre come Milan, Inter, Atalanta, ecc, e chi invece scende in campo contro le avversarie provinciali. Ma tutti giocano”.
Qual è l'obbiettivo della Scuola Calcio?
“Il nostro scopo è vincere, ma abbiamo una concezione particolare della vittoria: per noi, infatti, equivale a far sì che la maggior parte dei nostri bambini prosegua nel settore giovanile. Puntiamo sulla crescita e non sulla vittoria della singola partita”.
Quale cosa viene insegnata per prima ai piccoli?
“Devono subito capire che il calcio è prima di tutto un gioco e quindi un divertimento. Poi è importante che imparino a rispettare le regole, i mister, gli avversari e anche loro stessi. Dobbiamo sempre dar loro nuovi stimoli e non fare drammi se si perde perché i bambini devono venire con costanza e volentieri. Solo così si lavora bene”.
Indubbiamente i risultati della prima squadra raggiunti negli ultimi anni avranno fatto crescere l'entusiasmo anche tra i piccoli.
“Il calcio poi è lo sport più seguito e coinvolgente perché è il meno 'razzista', nel senso che non necessità di una precisa conformazione fisica. Chiunque, alto, basso, magro o più massiccio che sia, può trovare il suo ruolo in campo. Il cammino della prima squadra sicuramente ha fatto da attrattiva, ma noi riusciamo ancora a volare basso, cioè a non pensare di essere dei fenomeni. Anche perché non siamo tra i più organizzati”.
Oltre alla gestione dei bambini, c'è anche quella dei genitori.
“Questa è la cosa più difficile da fare, ma i nostri allenatori sono bravi a gestire la situazione. Ci piace coinvolgere i genitori in tutto, non solo nelle partite, ma anche nelle iniziative. È importante capiscano che non devono sostituirsi all'allenatore e che devono essere sempre propositivi e mai ipercritici. Nell'età scolare si forma il carattere e l'autostima, quindi il bambino deve essere sempre motivato ed apprezzato”.
Parlaci del “Progetto Bimbo”.
“È il nostro fiore all'occhiello: è un programma didattico per i bimbi delle scuole materne che è giunto al quarto anno. Si tratta di un'attività motoria con il pallone divisa in due fasi: la prima si svolge in palestra, mentre la seconda sul sintetico dello stadio. È un progetto nuovo e interessante che ha riscosso simpatie anche da grandi società come Torino, Novara e Reggiana che ci hanno contattato per avviarlo anche da loro”. 

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