“Vado via a testa alta” lo dice Giuseppe D’Aniello, direttore generale del Varese che oramai da ieri non esiste più. Lo dice mentre prepara gli ultimi scatoloni nel suo ufficio di via Manin e poco prima di affrontare un viaggio di 8 ore per raggiungere la sua famiglia. Tornerà nella sua Napoli in attesa di iniziare una nuova avventura. “Sono voluto restare qui sino all’ultimo secondo – aggiunge -. Credevo nella causa e pensavo ce l’avremmo fatta. Adesso vivrò sulla mia pelle le lotte in tribunale per cercare di prendere gli ultimi stipendi. Abbiamo messo le pezze per anni; sono servite per andare avanti, ma stavolta erano inutili perché lo strappo si è rivelato troppo grande”.

D’Aniello passa subito ai ringraziamenti: “A Varese ho trovato persone splendide e professionalmente devo tutto a questa piazza. I direttori sportivi che ho conosciuto mi resteranno sempre nel cuore. Uno su tutti: Mauro Milanese; sono arrivato con lui e il primo anno è stato indimenticabile. Non dimentico nemmeno Ambrosetti, Landini e Imborgia. Stesso discorso per gli allenatori: Maran, Castori e Gautieri sono persone di una grande umanità. Mi sento spesso con Carbone; poi c’è Bettinelli col quale ho condiviso una gioia immensa e poi tanta amarezza in una stagione difficile. Ringrazio tutti gli uomini della sede: Stefano, Chicca, Anna, Federica, Michele e tutti gli altri, dal primo all’ultimo, nessuno ha mai abbandonato la barca. Infine, un pensiero va ai tifosi che mi sono stati vicini con tanti messaggi di in bocca al lupo in queste ore. Anche i ragazzi della Curva, che mi hanno preso di mira nell’ultima contestazione, mi hanno scritto e sono felice perchè con con loro ho sempre avuto un rapporto chiaro e sincero. Ho sempre messo la faccia e accettato il sano confronto. L’augurio è quello che il Varese torni in categorie importanti”.

Spazio ai ricordi: “Il più bello è il gol di Terlizzi nella semifinale playoff col Verona. Io e Mauro ci siamo scatenati, capendo che il sogno si poteva avverare. L’episodio più brutto invece è stata la devastazione dello stadio prima della partita con l’Avellino. Sono subito corso allo stadio e mi sono sentito impotente”.

D’Aniello si lascia alle spalle una stagione difficile per non dire disastrosa: “Mi sembra di aver fatto un master. E’ davvero capitato di tutto. Mi sono anche ritrovato a prendere decisioni importanti magari anche più grosse del mio incarico”. Qualche sassolino dalla scarpa da togliere? “No – risponde -. Non ne ho e non ho rimorsi. Ho sempre cercato di prendere la decisione che in quel momento mi sembrava la più giusta. Le scelte sono state fatte per migliorare e per trovare una soluzione. Purtroppo non è andata come mi aspettavo, ma non mi pento di nulla. Nemmeno di aver rifiutato la Sampdoria; per me Varese valeva di più. E non accetto che sia finita così”.

E adesso? “Sto parlando con altre società e valutando idee e progetti. Sia in Serie B e Lega Pro. Una squadra al nord, una al centro e una al sud. Staremo a vedere. Quello del dirigente è un ruolo di programmazione, non è che si subentra durante la stagione. Vedremo”.

Elisa Cascioli