Gallarate è la terza città della provincia di Varese per numero di abitanti, dopo Busto Arsizio e il capoluogo. Il nome potrebbe derivare dal gallico, popolo che ha conquistato la cittadina nel II millennio a. C. Durante la rivoluzione napoleonica diventa capitale di una grande rivoluzione industriale ed è conosciuta per le industrie tessili.

Qui sono nati o si sono formati grandi atleti, come il ciclista Luciano Borgognoni, campione del mondo su pista a squadre, o il pugile Valter Giorgetti, campione d’Europa. La sezione Calcio della Società Ginnastica Gallaratese nasce nel 1909 ma inizia a partecipare ufficialmente ai campionati a partire dalla stagione 1912-13. Negli anni Trenta e Quaranta partecipa ai campionati di C e al termine della Seconda Guerra Mondiale viene ammessa in serie B. Nel 1995 la Gallaratese è promossa in C2 e trasferisce a  Busto Arsizio il titolo sportivo. Nasce così la Pro Patria Gallaratese Gallarate Busto che guidata dal tecnico Mario Beretta raggiunge subito i playoff per la C1. La squadra biancoblù verrà poi eliminata dal Lumezzane. Gallarate ha anche visto crescere un grande campione, Marco Parolo, partito dal Torino Club e arrivato alla Lazio.

amarettiUn dolce tradizionale di queste parti sono gli amaretti:E’ pasta di mandorle dalla forma non ordinaria, costituita da un impasto di albume, mandorle amare, mandorle dolci e zucchero – spiega il pasticcere Luigi Cristiano –  scaldato in planetaria, vengono creati dei dischetti che il giorno dopo sono schiacciati con le mani e fatti cuocere. Grazie a questo processo rimangono più morbidi, per una decina , quindici giorni”.
C’è una simpatica leggenda legata alle origini degli amaretti di Gallarate e che parla del pasticcere Furlandoni e del suo impasto per i biscotti lasciato a riposare durante la notte. Un gatto ci cammina sopra e rovina quelle forme così precise. Il giorno dopo Furlandoni mette comunque gli amaretti in forno. Appena pronti vengono venduti tutti e raccolgono da subito grandi consensi. 

 

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Simona Romaniello