In due mesi, coach Moretti ha già fatto breccia nel cuore di Varese. La sua maniacalità e preparazione, condita da un’estrema disponibilità a livello umano, hanno conquistato giocatori, staff e tifosi. Andate a vedere un allenamento e ne avrete una conferma. Intanto, abbiamo fatto due chiacchiere con lui.

Partiamo dalla fine: cosa si porta a casa dal ritiro di Chiavenna?
È stata una settimana molto intensa dal punto di vista dell’impegno dei giocatori e anche molto proficua. I ragazzi sono stati straordinari, hanno lavorato duro e si sono sacrificati tantissimo: non si può non tenere presente che sono ormai venti giorni che lavoriamo con pochissimi riposi ed il doppio dei carichi. È il momento più difficile, ma tutti hanno stretto i denti e nessuno ha mollato.

Nelle sue interviste si nota lei tiene molto al concetto di lavoro e fatica. Come mai insiste così tanto?
Innanzitutto, la direzione netta che ha preso il basket è quella di un gioco sempre più incentrato sull’aspetto fisico della forza e dell’energia. Poi, noi siamo in una fase in cui abbiamo deciso di caricare molto in vista di momenti con meno allenamenti e sempre più partite. Vogliamo un serbatoio pieno di energia.

Lei alza la voce spesso per riprendere i ragazzi: come vede la loro risposta ai suoi richiami?
Sono molto ricettivi e reattivi alle mie sollecitazioni, questo sì. Non è però merito dell’allenatore, il coach preme un tasto ma sono loro che rispondono positivamente con il sacrificio e la dedizione che mettono tutti i giorni in campo.

Dopo sessanta giorni, cosa pensa di Varese?
Respiro un’aria di grande aspettativa, di passione e anche di sogni. È giusto avere sogni, anche ambizioni. L’idea è quella di andare anche noi in campo con un pizzico di ambizione e voglia di fare qualcosa di importante. Il mio bilancio va comunque provato con i risultati e le partite che arriveranno, comunque questa società è pronta, matura e ha grandi possibilità di crescita. Mi piace molto il fatto che curino ogni aspetto con maniacalità. Sono felicissimo di essere arrivato in un club di questo livello.

Parliamo di Eurobasket: Datome è out, Belinelli forse non giocherà stasera contro la Spagna…
In Nazionale un’assenza, anche se importante, non è un danno così grosso, perché c’è gente molto brava. Pianigiani si girerà e vedrà che in panchina ci sono giocatori del calibro di Aradori, Polonara e Della Valle. Piuttosto, ho sentito e letto critiche un po’ troppo pesanti sul coach. Certo, l’inizio è stato balbettante, ma se la sono giocata fino all’ultimo tiro coi turchi, hanno vinto una partita sofferta contro una squadra atipica come l’Islanda che aveva messo in difficoltà anche la Germania… Il bello deve ancora venire, bisogna crescere ma trovo che le tensioni e le pressioni sulla Nazionale siano fuori luogo.

Luca Mastorilli