Chissà cosa sarebbe Alessio Pala sotto l’effetto del siero della verità. Ok, d’accordo, sforzo inutile. Perchè ogni sua uscita pubblica è già di suo (senza bisogno di additivi), una terapia di gruppo sullo zen e l’arte di dire le cose in faccia. Una strategia dialettica che farà anche a pugni con la diplomazia, ma che non lascia certo spazio a omissis e malintesi. Ultima prova in proposito, nel post partita di Gorgonzola dove il tecnico di Treviglio (duettando con Albè), ha rifilato bordate senza sconti ai bersagli di giornata.
Nell’ordine, l’anemico attacco tigrotto (“avessimo Bruno e Gasbarroni, qualche gol lo segneremmo comunque”), l’indisciplinato Dario Costa (“è un ’94, toglierlo è l’unico modo di insegnargli le cose”) e lo sfortunato volontario Andrea Pisani (“si è proposto come perno davanti alla difesa. Ha capito da solo che non funzionava…”). Sull’ultima stilettata, due considerazioni a latere. La prima riguarda il giallo (con squalifica) rimediato dal Piso. Gli costerà la sfida con il Padova, una gara che aspetta da sei anni. Pessima notizia. Per lui e per la squadra. La seconda attiene alla sosta in autogrill con annesso gran consiglio per decidere il da farsi dopo l’attacco influenzale patito da Carcuro. Della serie, un pizzico di folklore non guasta mai. Sempre a proposito di sincerità e dintorni. Lavagne tattiche a parte, lo 0-0 con la Giana ha dato ulteriore sostanza ad una tendenza ormai consolidata.
La Pro Patria di Pala è una carta moschicida. Si appiccica all’avversario avviluppandolo in un groviglio di equivoci tattici e false aspettative. I giocatori biancoblu ci capiscono pochino. Gli avversari ancora meno. Un gioco delle tre carte che ha buggerato (in parte) il Bassano di Sottili e in toto la Reggiana di Colombo e la Giana  di quell’autentico acquerello del calcio d’antan che è Cesare Albè. Una mossa Kansas City che getta fumo negli occhi alla controparte di turno partendo dai numeri in distinta e passando per la mezza dozzina di interpreti impiegati (più o meno) fuori ruolo. Finché dura siamo a galla. O quasi. Già perchè prima o poi (meglio prima, s’intende) bisognerà anche tornare al gol che alla Pro manca dal 14 ottobre (e da 594′).
Un’esigenza che il mister tigrotto pensa di risolvere attraverso il lavoro, il recupero degli infortunati e due attaccanti da reclutare nel mercato di gennaio (oltre ad almeno un centrocampista). La società avrebbe gradito la pista Santana (soluzione del resto ancora in piedi). Cosa ne pensa Pala? Beh, qui servirebbe davvero il siero della verità.

Giovanni Castiglioni