Premessa. Non siamo fisionomisti. Quindi ieri ci è risultato impossibile individuare in tribuna (sempre che ci fosse davvero) il potenziale prossimo nuovo acquisto biancoblu. L’ipotesi (ventilata in camera caritatis giovedì ad un gruppo di tifosi dal presidente Nitti), avrebbe dovuto trovare conferma a margine dello 0-0 con il Padova. Ma, come detto, la ricerca è stata vana. Certamente l’indiziato non avrebbe potuto essere Antonino Bonvissuto, nome uscito in questi ultimi giorni ed in campo oggi per un quarto d’ora nel pareggio 1-1 in Serie D della sua Sambenedettese con la Recanatese. Nel caso, l’attaccante palermitano potrebbe comunque tornare d’attualità a gennaio. Ma non è detto che sia lui il profilo giusto tenuto conto che, al di là delle indubbie qualità di manovra, non è mai stato un bomber da doppia cifra (9 reti stagionali il suo record qualche anno fa a Crotone). Sia come sia, ne sapremo (forse) di più nei prossimi giorni. Anche perché, finalmente, lo spazio per un nuovo innesto ci sarebbe vista la (o le) rescissioni alle porte (in settimana dovrebbe arrivare l’ufficialità). Chi sarebbero i papabili? Tolti gli infortunati, non resta molto anche se qualche sospetto ci sarebbe.
Ma, al di là dell’identità del tagliato, quello di cui la Pro Patria ha veramente bisogno in questo momento è di ritrovare la via del gol. Sistemata la difesa, infatti, passata dall’essere la peggiore (in realtà lo è ancora), al diventare un reparto d’eccellenza (tre sole reti subite nelle ultime sei giornate e porta inviolata da 319’), ora è l’attacco a necessitare un robusto giro di vite. Non si segna dal 14 ottobre (684’) e, soprattutto, Tunno, Rossi, Fumagalli, Vannucchi, Perilli, Sanchez e Petkovic (per inciso, gli ultimi sette portieri affrontati), hanno fatto conoscenza con la palla solo nel riscaldamento pre-partita.
Tutto, ovviamente, attiene all’atteggiamento offensivo. Tanto per dare un’idea, delle quattro reti realizzate sinora (tutte precedenti all’era Pala), una è arrivata da un colpo di biliardo (Filomeno in buca d’angolo a Bergamo con l’AlbinoLeffe), una su un errore della difesa altrui (sfruttato da Taino con il Pordenone), una su pressione alta (Coppola innescato da Marra con il Cittadella) e una sola da azione manovrata (Coppola in profondità per Marra che serve Montini per il momentaneo vantaggio sul Lumezzane). Ergo, la squadra non produce gioco badando (quasi) esclusivamente alla fase difensiva e la qualità in attacco non è sufficiente ad inventare gol dal nulla. Non un segreto, ci mancherebbe. Semmai, a volte, un’occasione persa. Come nella ripresa contro il Padova quando i veneti (forse consapevoli della debolezza avversaria) hanno concesso almeno tre potenziali ripartenze in superiorità numerica. Con Montini in campo sarebbe cambiato qualcosa? Impossibile dirlo. L’unica certezza è che senza un attaccante di razza là davanti, le speranze di salvezza si riducono all’atto di fede.

Giovanni Castiglioni