Quanti punti servono per evitare l’ultimo posto? La domanda è scontata. La risposta lo è altrettanto se ci atteniamo alla fredda statistica. Nelle ultime dieci stagioni del Girone A di Prima Divisione (o di Serie C1), l’ultima classificata ha ottenuto una media di 0,767 punti a partita. Dai 13 (in 34 gare) della Fermana nel 2005/06 ai 32 (sempre in 34 partite) della Paganese nel 2010/11. Trasferita sul format dell’attuale stagione significherebbe una quota ultima posizione di poco superiore ai 26 punti. Traduzione pratica: ne servirebbe almeno uno di più per andare ai playout o per salvarsi (secondo il Lodo Di Cintio). In realtà, tolti il Foligno del 2011/12 e la già citata Fermana, le medie sono sempre state decisamente superiori.

Ma sia come sia, e stando ai numeri, la Pro Patria è chiamata, nelle 20 giornate che la separano dal termine del campionato, a mettere insieme (anche in considerazione della penalizzazione che prima o poi arriverà) non meno di ulteriori 25/27 punti. Che significa vincere spesso, perdere raramente e pareggiare il restante. Di fatto, più che una media salvezza, un ritmo playoff.

Un’impresa drammatica se ricalcata sulle attuali prestazioni e solo in parte mitigata dalle analoghe difficoltà del Renate (a quota 9) e dell’AlbinoLeffe (terzultimo a 11).

Sabato a Bolzano, il quarto pareggio consecutivo è stato vanificato da alcune leggerezze, dai tre cambi forzati per infortunio e dal passaggio (più o meno obbligato) alla difesa a quattro. Un assetto che la squadra fatica a digerire e che, nell’era Pala, non ha mai prodotto risultati significativi. In più, gli ultimissimi minuti sono stati ferali come a Bassano e come avrebbero potuto esserlo anche con Reggiana e Giana Erminio. Il motivo? Semplicissimo. Quando (in zona Cesarini) le squadre avversarie ammassano giocatori offensivi, la Pro Patria non ha più la freschezza atletica e la qualità dei singoli (soprattutto davanti) per ripartire e spezzare l’assedio. Consegnandosi fatalmente ad uno sviluppo tecnico inevitabile.

Ergo, servono i tre giocatori (oltre all’interessante Capua) richiesti da Pala. E servono anche in fretta. Posto che, a questo punto, difficilmente accadrà qualcosa prima della pausa natalizia. Quindi, con Cremonese e Mantova bisognerà fare con quel che c’è. Senza Coppola (squalificato), ma con Montini (da recuperare) e con le condizioni di Douglas, Jidayi e Filomeno tutte da valutare.

A questo proposito, vale la pena di fare una riflessione. Gli infortuni a nastro, più che causa dei risultati negativi, sono effetto della mancata preparazione e degli errori di programmazione. Conviene ricordarlo, onde evitare di scivolare nel vittimismo e nella retorica tipica della drammaturgia della sconfitta. Per quanto (solo in parte) legittimo, appellarsi a malasorte e circostanze avverse in una stagione come questa, sarebbe decisamente fuori luogo.

Giovanni Castiglioni