La macchina organizzativa delle Paralimpiadi di Londra è ormai in rottamazione. Per l’Italia l’avventura  in terra britannica è stata positiva oltre ogni previsione. I 97 atleti in gare in 12 discipline hanno conquistato 9 medaglie d’oro, 8 d’argento e 11 di bronzo, 10 medaglie in più rispetto a Pechino 2008. 10 medaglie pari a quelle conquistate dalla squadra del ciclismo del pluridecorato CT Mario Valentini grazie ad uno stratosferico Alex Zanardi (handbike 2 ori, 1 argento), Ivano e Luca Pizzi (tandem 1 oro, 1 argento), Roberto Bargna (ciclismo 1 oro), Michele Pittacolo (ciclismo 1 bronzo), Giorgio Farroni (ciclismo 1 argento), Vittorio Podestà (handbike 1 argento staffetta, 2 bronzo), Francesca Fenocchio (handbike staffetta 1 argento). Per gli atleti della provincia di Varese è stato un successo su tutta la linea. Prima delle prestazioni e delle medaglie dei singoli viene il significato di una presenza importante all’insegna del consolidamento dell’attività e del rinnovamento. Dopo il trionfo di Pechino 2008 con la medaglia d’oro del “quattro con” già nella storia, il CT Paola Grizzetti ha saputo rinnovare quasi completamente il parco atleti pur potendo contare su un numero di tesserati infinitamente inferiori rispetto agli avversari, presentando a Londra un “quattro con” e un “doppio” (sesto posto in finale A). Unico reduce dei medagliati in Cina era Alessandro Franzetti timoniere di un “quattro con” giovanissimo comprendente la milanese Mhaila Di Battista, ormai gaviratese d’adozione, a Pechino come riserva. Per la barca azzurra è arrivata la qualificazione nella finale A con il quinto posto finale.  Delusione sul volto del cestista di Bisuschio Nicola Damiano (nella foto a dx) partito per l’avventura londinese con ben altre ambizioni. Pur al cospetto dei mostri sacri del basket in carrozzina mondiale dalla nazionale italiana era lecito aspettarsi qualcosa di più del decimo posto finale con un tabellino di sei sconfitte ed una sola vittoria.  E infine il nuoto con i due fiori all’occhiello del movimento varesino Federico Morlacchi e Fabrizio Sottile (nella foto sotto a sx). L’agonismo impone un esame sulla base delle medaglie dal quale è evidente il trionfo di Morlacchi arrivato a Londra sognando di salire almeno una volta sul podio capace invece di salirci tre volte con al collo il bronzo. L’ambizione di Sottile per una medaglia non è stata soddisfatta ma per entrambi i nostri giovani si può parlare senza dubbi di una grande affermazione. Per loro, le loro famiglie, le rispettive società e i tecnici che hanno il non facile di compito di gestire e far crescere simili talenti, anche la sola presenza alla Paralimpiade equivale ad una vittoria mentre per il CIP e le Istituzioni deve rappresentare un punto di partenza per allargare ulteriormente il movimento in quantità e qualità.

R.B.